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From: "xfido" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: a proposito di tutte le bombe
Date: Fri, 29 Nov **** 20:48:58 +0100
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La realtà dice che non c'è più posto per le guerre giuste
o perfino per le
rivoluzioni armate, perché l'unica guerra possibile è quella da
inventare, davvero ideologica e davvero incruenta, per salvare il Pianeta
dalla sua distruzione ecologica e non c'è più posto per le
guerre di conquista economica perché l'unica espansione possibile è
quella nello spazio per raggiungere altri Pianeti. L'èra non è
più
quella atomica: l'era è quella spaziale.
(Fernanda Pivano, Beat Hippie Yppie, 1977)
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From: ginetorz <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: a new drug
Date: Mon, 13 Jan **** 15:53:49 +0100
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....interessante l'ultimo capoverso......
Coscienza, sostanza pensante
Non è solo tipica dell’uomo, ma anche di qualche specie animale
La coscienza, come sostanza pensante, per lungo tempo fu argomento di filosofia,
non di psichiatria e divenne oggetto della psichiatria solo
nel secolo scorso. La coscienza infatti veniva intesa come termine
soggettivo, dominio dell'io, mentre la scienza si sarebbe dovuta
occupare di fatti oggettivi. L'approfondirsi delle tecniche fisiologiche
e la diffusione delle sostanze allucinogene e neurodislettiche ha
stimolato nuovamente lo studio di questo argomento.La coscienza non è
entità, ma funzione, ed è costituita da stati soggettivi, interiori,
che
elaborano processi di autopercezione (Searle, 2000). Quest'elaborazione
è interpretata come un perenne assemblarsi di blocchi di percezione
cosciente (che costituiscono il campo di coscienza) o come una funzione
unitaria, modificata continuamente dall'apporto sensoriale. In ambedue i
casi tale attività è svolta dalle connessioni talamo-corticali,
ad opera
di cento miliardi di neuroni, la cui scarica di circa 40 Herz (40
oscillazioni al secondo) ne costituisce il substrato fisiologico. La
coscienza non è solo appannaggio degli uomini, ma anche degli animali,
come ampiamente acquisito dall'inizio del 1900, essa, infatti, non
necessita del linguaggio (che gli animali possiedono in forma meno
elaborata dell'uomo). Dopo sezione del corpo calloso, la formazione che
connette i due emisferi cerebrali, si verifica il fenomeno di due
coscienze separate e distinte, afferenti ad ognuno dei due emisferi
(Gazzaniga, 1968): le più elevate attività della coscienza non
sono
altro, quindi, che funzioni cerebrali.
I disturbi della coscienza sono molteplici perché le connessioni
talamo-corticali sono assai sensibili alle variazioni dei liquidi
fisiologici. Il delirio confuso dovuto a cause metaboliche o tossiche è
il più comune: in esso vi è una destrutturazione dell'interazione
col
mondo, peggiore alla notte, con insorgenza di allucinazioni visive e
deliri. Nel delirium tremens degli alcolisti cronici, vi sono anche
allucinazioni tattili ed auditive mentre le allucinazioni visive
mostrano piccoli animali che strisciano sul corpo del malato
(allucinazioni lillipuziane). Sono pericolosissime e sovente non
diagnosticate le intossicazioni da anticolinergici (antistaminici,
antiparkinsoniani, antidepressivi triciclici) che provocano un delirio
confuso spesso mortale. La coscienza è ridotta, a forma di cannocchiale
rovesciato, anche negli stati crepuscolari (dell'isteria, degli stati
ipnotici, delle reazioni psicogene) mentre negli stati oniroidi il
paziente, pur rimanendo aderente alla realtà, ha ondate intermittenti
d'obnubilazione, simili al sogno. Gli stati d'alterazione fluttuante
della coscienza con allucinazioni si vedono anche nei primi stadi della
demenza a corpi di Lewy (una demenza che spesso viene scambiata con il
morbo di Alzheimer).
L'uso di sostanze neurodislettiche ha allargato la patologia dei
disturbi della coscienza. L'LSD (dietilamide dell'acido lisergico) porta
ad un allargamento distorsivo del campo di coscienza in cui "non v'è
né
futuro né passato, ma un immenso eterno presente", interpretato
ed
apprezzato come una riacquisizione farmacologica dell'inconscio. L'LSD,
che ha una formula simile a quella della serotonina, si legherebbe con i
recettori post-sinaptici dei neuroni del rafé e, forse, dei neuroni
parietali provocando un disturbo della trasmissione serotoninergica. La
psilocibina, contenuta nei funghi allucinogeni, ha un effetto simile a
quello dell'LSD, ma di durata assai più breve e più controllabile,
inducendo uno stato di piacevolezza e di distorsione/amplificazione
percettiva. Con ambedue le sostanze, LSD e psilocibina, si ha la
sinestesia, cioè l'attribuzione ad una modalità sensoriale di
caratteristiche tipiche di un'altra (ad esempio vedere gli odori e
annusare i colori). L'allucinogeno ecstasy
(metilen-diossi-metanfetamina) entra nei neuroni, liberando serotonina,
ma non ha di per sé un effetto destruente sulla coscienza, avendo
un'azione stimolante ed euforizzante. L'alterazione della coscienza
osservata in certi casi è dovuta al fatto che l'ecstasy non è
quasi mai
distribuita pura, ma talora mescolata alla psilocibina.
prof. Antonio Augusto Rizzoli
psichiatra
gntz
Path:
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From: Daniele <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: buon 2002
Date: Mon, 07 Jan 2002 16:08:29 +0100
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[WM2:]
Digerito il capitone, scartati i regali, letti gli oroscopi, spesi i
primi euro: quanti di noi hanno notato la caratteristica chiave del
nuovo anno?
2002. Cifra palindroma. Letta a rovescio, rimane immutata. Per la
cronaca: la frase di questo genere piu' lunga che si conosca e' un
indovinello latino, reso famoso dal titolo di un film di Debord: in
girum imus nocte et consumimur igni (andiamo in giro di notte e siamo
consumate dal fuoco: allude alle lucciole). In italiano, una delle piu'
lunghe e': Eran i modi di dominare. Ma torniamo al 2002.
Molti fanno confusione tra palindromo e bifronte. Bifronte e' qualcosa
che ha due facce, spesso diverse. Dunque ambiguo. Il palindromo, invece,
e' un bifronte senza ambivalenze, si specchia in se' stesso. Da
qualunque parte lo prendi, comunica sempre il suo messaggio. Per questo
il 2002 sara' un anno cruciale, senza mezzi termini. E notate che un
anno del genere arriva, di norma, ogni centodieci (1661, 1771, 1881).
Due a distanza ravvicinata capitano solo al passaggio di un millennio
(999/1001 e 1991/2002)
Vivere due anni palindromi e' qualcosa di eccezionale, e il periodo
compreso tra i due non puo' che essere molto particolare. Non a caso, lo
storico Hobsbawm fa terminare il XX secolo proprio nel 1991. Dopo 10
anni 'di passaggio', il Terzo Millennio potrebbe cominciare nel 2002.
Non a caso, il bifronte Giano e' dio dei cancelli e delle porte
(*ianua*, in latino, forse da *yana*, via, in sanscrito, lo stesso che
Tao (dao) per i cinesi). Simboleggia l'apertura al nuovo. Protegge nelle
fasi di transizione, e secondo alcuni e' una personificazione della
Prudenza. Nell'antica Roma lo si festeggiava durante i solstizi, come
l'Iniziatore, colui che ruotando su una terza faccia invisibile, cioe'
l'asse del mondo, apriva le porte delle stagioni, accompagnando la
Natura nel passaggio da uno
stato all'altro.
Giano, con le sue due facce, era anche il dio della Pace e della Guerra.
Purtroppo i volti di Giano palindromo sono in realtà lo stesso volto.
Guerra Totale, anche se qualcuno proverà a chiamarla pace.
Ma Giano ha pure quattro occhi. Due guardano avanti. Due indietro. Due
scrutano il futuro, due il passato. Antichi per il futuro, ricordate? In
marcia contro l'Impero. Grazie alla retro-vista, sara' ancora piu'
difficile mettercela nel culo.
Intermezzo curioso: i sostantivi palindromi piu' lunghi della lingua
italiana sono ossesso, kayak, anilina, radar.
*Ossesso* significa indiavolato, spiritato. L'ossessione e' motivo di
angoscia. Il termine deriva da *obsessus*, participio passato del latino
*obsidere*, assediare.
Il *kayak* serve agli eschimesi per tenersi a galla e navigare sulle
acque impetuose dell'Artico.
L'*anilina* e' un composto incolore usato per fabbricare coloranti di
ogni genere.
Il *radar* e' indispensabile per la guerra. I pipistrelli hanno un
sistema di ecolocazione tipo radar per orientarsi: grazie ad esso si
muovono nel buio della notte molto meglio di tutti gli altri.
Per capire meglio la particolarità di un anno palindromo, si puo'
guardare cosa accadde nell'ultimo trascorso, il 1991. Alcuni avvenimenti
ricordano quelli di oggi. Altri suonano come auguri o minacce. Giudicate
voi:
- Un presidente americano di nome George Bush scatena la guerra contro
un paese asiatico e musulmano. Studia diversi piani per eliminare un
pericoloso leader islamico. Fallisce.
- Muore il piu' grande partito della sinistra italiana.
- De Michelis e' Ministro degli Esteri. (Guardate il programma di
Ferrara e Lerner su La7 e vi sembrera' che nulla sia cambiato.)
- Una squadra di calcio vince il primo scudetto della sua storia.
- Un peronista viene eletto presidente dell'Argentina.
- Scoppia una seconda guerra a sfondo etnico religioso.
- Si sgretola il piu' grande paese socialista del mondo.
- In Italia si parla di 'fuoriuscita dalla costituzione' e 'complotto
politico-affaristico-editoriale'. Un grande amico dell'attuale Primo
Ministro invoca la Repubblica Presidenziale.
- Navi stracolme di stranieri attraccano sulle coste italiane.
- A Maastricht, firmato l'accordo per la moneta comune europea.
L'elenco potrebbe servire da mappa in questo strano anno palindromo,
senza un verso, disorientante.
Eran i modi di dominare.
In girum imus nocte, su questo non c'e' dubbio. Resta da capire se ci
consumeremo nel fuoco. O se troveremo un radar.
http://www.wumingfoundation.com/
Path:
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From: "mizusista" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: da spzk: post Plastik... alcune considerazioni...
Date: Wed, 11 Dec 2002 18:11:31 +0100
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Lines: 111
Message-ID: <at7rr2$2pq$1@*****.org>
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Xref: *****.org taz.ordanomade:12309
copioincollo:
Alcune considerazioni a freddo sul Plastik8...
Questo pargoletto, l'ottavo figlio di sincere aspirazioni, ha avuto un
parto tra i piu' difficili che iniziativa abbia mai avuto.
Tutto nasceva dalle energie quasi ridotte a zero di baldi giovani
marinaretti alle prese con tutt'altro, e nuovo, impegno. Scarso il
fomento se non fosse stato che a quel nome, che suona cosi' bene
(PLASTIK), li legava un bel pezzo della loro storia.
Insieme a questo ardeva il costante desiderio di tessere alleanze,
fatte di tattica e strategia che fanno di noi ostiensi un costante dito
nella piaga delle divisioni, un collante di situazioni che attacca
queste sui progetti e un impavido coraggio che schiaccia qualsiasi
paura di mettersi in discussione.
Certo! Lungi dal dire che questa ricerca, scritta nel nostro dna, abbia
sempre portato buoni frutti.
Qualcosa di questo plastik c'e' piaciuto, altro un po' meno, altro
ancora ci ha veramente fomentato. Cosi' come (crediamo) ad ognuno dei
partecipanti. Allorchè dopo incontri tra tutti gli individui, a metà
tra il volemose bene e il pugilato, si e' arrivati, con il cronico
ritardo, alla fatidica data...
E' impagabile FARE una festa, essere li' cosi' dentro con tutte le
scarpe protesi ad autogestire il proprio tempo e il proprio impegno.
In quei momenti il confronto, lo scambio, la conoscenza, si esaltano.
E' il nostro fronte. E' la' che combattiamo le nostre guerre di senso.
E' la' che stringiamo rapporti e trasformiamo l'agire in comunicare e
viceversa.
A tratti l'invadente vistosita' degli strumenti non ha dato spazio a
quel confronto che invece l'atmosfera palpabile ha poi liberato nella
festa in corsa.
Liberarsi delle etichette (per chi ne ha scolpite sulla pelle) a volte è
proprio difficile.
Una delle grandi fratture fra le situazioni a Roma, laddove i contenuti
avrebbero potuto combaciare, e' sempre stata nel rapporto qualita'/quantita'.
Non sono belle le iniziative ghetto.
E' pur vero che a volte e' preferibile che la solidarieta' e la
ricercata orizzontalita' dell'autogestione sia reale, iperreale, cioe'
che chi viene alla "storia" venga perche' e' REALMENTE affine a quello
che la storia vuole comunicare. Ma e' anche vero che non si devono per
questo creare trite e ritrite autorappresentazioni.
Contare, contarsi e' di certo inutile.
(qualcuno ricordera' molti anni orsono c'era il concerto dei manonegra
al forte con migliaia di persone e fu lanciato un appello per il giorno
dopo per un presidio antifascista, era il periodo dei naziskin in
italia e in europa, beh l'indomani ci trovammo ad essere solo un
centinaio...)
Ma altrettanto inutile e dannoso e' essere per sempre le stesse belle ma
uguali facce.
Questo plastik ha forse tracciato un passo avanti nel superamento di
questo eterno dualismo.
Esageriamo: l'identita' di ognuno attivo ipersoggetto che si sbatte per
fare passi avanti verso un mondo diverso rivoltato nuovo si costruisce
nelle cose che si fanno.
Le chiacchere stanno a zero. Il passato non va dimenticato ma su questo
va costruito il presente e disegnato il futuro.
Il plastik8 ha unito il mezzo con il fine. Ha portato due strade
apparentemente lontane a congiungersi per formare un percorso nuovo.
Quell'attitudine ultratecnica che in parte ha caratterizzato il p8 e' un
qualcosa che non ci appartiene o meglio non esattamente, o meglio
ancora non ci e' mai appartenuta finche' non e' sottomessa e funzionale
a cio' che vogliamo comunicare.
Questo e' successo.
Siamo riusciti a mettere la cultura delle differenze, della rete come
forma organizzativa dell'illegalita' contro la repressione e
dell'azione diretta su un carro che ha corso veloce pulsando al ritmo
della nostra musica (forse non sempre impeccabile stavolta...ma tratti
implacabile...)
Pieno.
Il p8 era una storia piena, l'aggettivo che meglio inquadra.
Piena sotto tutti i punti di vista. Ricca di contenuti. Forme.
Contributi. Ricca di strumenti, impianti, strutture. Che non hanno
minimamente intaccato la sostanza. Anzi...
Bisogna riflettere su un sacco di cose. Ma quasi esclusivamente
tecniche. Forse gli infoshop avrebbero meritato una sala a parte, per
rendere piu' usufruibile quell'abbondanza di cose da dire che il p8 ha
cmq messo in campo. Forse la musica sarebbe potuta essere affiancata da
qualche spekeraggio al microfono (cosi' come era stato in altri
plastik). Ma di sicuro un rave, nella sua forma ormai quasi obsoleta,
puo' e deve diventare una macchina da comunic.azione. Dove emozioni,
istinti, stati alterati e pensieri si fondano per disegnare un tempo e
uno spazio liberato dalle logiche aberranti del sistema in cui abitiamo.
Siamo forse poco abituati a vedere tutte quelle luci insieme a tutti
quegli striscioni ma si sa, il mezzo e' neutro per definizione e la
qualita' deve appartenerci il piu' possibile, senza farla pagare al
senso di una iniziativa. Dimostrare possibile autogestione e' anche
questo, dimostrare possibile fare iniziative grandi dove l'autogestione
e l'autoproduzione, come da anni siamo soliti intenderla, fuori da ogni
businezz fuori dal controllo, siano urlate a squarcia gola in ogni
direzione!
If the kidz are united...
S.
----[Per un utilizzo sociale delle]----
----[aree abbandonate del cervello]----
------SPZK-OSTIA-FIGHT-THE-POWER-------
-->>http://www.tmcrew.org/csa/spzk/<<--
---]]]info: spzkostia@hotmail.com[[[---
Path:
*****.org!not-for-mail
From: "orinato" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: Re: era doveroso tradurlo......
Date: Mon, 25 Nov 2002 10:04:22 +0100
Organization: *****
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Message-ID: <arsp6e$397$1@*****.org>
References: <arrl8m$v5p$1@*****.org> <arronh$bjc$1@*****.org>
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Xref: *****.org taz.ordanomade:10873
"xfido" <*****@*****.it> ha scritto nel messaggio
news:arronh$bjc$1@*****.org...
> cosa vuol dire "piottare"?
>
>annà a scapicollo a rottadecollo n'antro pò e decollo si nun
me stai
>dietro
te mollo, fratè mò te dico e te traduco piotto quando sbotto de
veleno
piotto come n treno piotto quando spacco il freno l'avantreno l'ho
lasciato all'incrocio con la paletta dello scemo c'ha tentato...
o.r.-inato
Path: *****.org!not-for-mail
From: "WARBEAR" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: DESERT STORM PARTY - RISPOSTA DEL SINDACO DI
SAN CESAREO
Date: Thu, 24 Oct 2002 19:14:32 +0200
Organization: *****.org News Server
Lines: 50
Message-ID: <ap9924$7nd$1@*****.org>
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NNTP-Posting-Date: Thu, 24 Oct 2002 17:01:57 +0000 (UTC)
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X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V5.50.4522.1200
Xref: *****.org taz.ordanomade:8459
Cari Tazzers.
cio' che vi sto postando non è un fake quanto una mail scritta di pugno
dal sindaco di san cesareo e arrivatami da degli amici in comune in
relazione a l party DS. Io non c'ero a San Cesareo quindi non so come
sono andati i fatti, non conosco il posto che e' stato occupato ne
ovviamente rappresento il punto di vista del sindaco ma secondo me la
chiave di lettura di una mail del genere sta nella sua conclusione
che mi sembra abbastanza chiara e onesta. Essa si basa sulla
consapevolezza dei posti da occupare per fare le feste. Questo
significa che bisogna fare delle ricerche le piu' approfondite
possibili sui posti prima di occuparli tout court e se si occupa un
posto nuovo, e per nuovo intendo non abbandonato, si deve essere anche
consapevoli del livello di conflitto che una scelta del genere comporta
e della catena repressiva postuma altrimenti poi i lamenti di parate e
sequestri sono solo lacrime di coccodrillo negli occhi dell'ultimo
pischello con una pasticca
in tasca.
A sabato.
------------------
Sono il Sindaco di San Cesareo (Roma),
premetto che non è qui mia intenzione di farvi la morale o di giudicare
un movimento come quello dei rave che io non conosco ma devo ammettere
che sono rimasto sconcertato per i danni provocati nel raduno Rave del
19 e 20 ottobre, in una struttura industriale in corso di ultimazione
nel mio Comune. Un conto è organizzare un rave in strutture abbandonate
e fabbriche dismesse un altro è organizzarlo in un nuovissimo consorzio
industriale in via di espansione frutto di investimenti di privati e
della regione e in cui lavorano a tutt'oggi circa 700 persone. La
differenza sta nella diversa reazione che proprietari, cittadini,
istituzioni e forze dell'ordine possono avere.
A San Cesareo non esistono fabbriche dismesse o abbandonate, in quanto
si tratta di un comune giovane, nato nel 1990; quelle che esistono o
sono ultimate da poco o sono in via di ultimazione come quella occupata
per il raduno (che in quanto non terminata non era neanche assicurata).
Parlando con qualcuno di voi ho capito benissimo che non fa parte della
vostra filosofia avvisare previamente le istituzioni
dell'organizzazione di un rave e anche dunque il vostro rifiuto alla
mia proposta di spostarvi in un capannone del comune (proposta che,
riconosco, sarebbe stata irrealizzabile viste le lungaggini
burocratiche per ottenere le dovute autorizzazioni).
Ma allora, prima di organizzare un rave, non sarebbe meglio informarsi bene
sulla natura dei locali che si vanno ad occupare? se sono nuovi o
abbandonati; in una zona industriale in via di smantellamento o in una
in espansione.
In questo modo, credo si ridurrebbero di molto i rischi di conflitti,
denunce, sequestri di impianti, panico tra la popolazione ed eventuali
sgomberi violenti da parte delle Forze dell'Ordine.
Il Sindaco di San Cesareo, Filippo Mariani.
Path:
*****.com!not-for-mail
From: Baby Lonbitch <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: dio in cristalli solubili
Date: Fri, 08 Feb 2002 14:15:54 +0100
Organization: *****
Lines: 78
Message-ID: <3C63CF89.E54913FA@*****.net>
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NNTP-Posting-Date: Fri, 8 Feb 2002 13:15:54 +0000 (UTC)
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Xref: *****.com taz.ordanomade:2473
Gatti. Nelle fumerie di oppio dell’estremo Oriente è facile vedere
un
gatto avvicinarsi ai clienti in attesa che questi espellano la boccata
di fumo per annusarla a più riprese.
Gioia. Gli assiri chiamavano l’oppio Hul Gil, “droga bruna, figlia
del
papavero del campo” o “pianta della gioia”.
Sciroppo. Dioscoride, medico militare alla corte di Nerone, prescrisse
all’Imperatore uno sciroppo antitosse a base d’oppio (il “dia
kodeion”).
Raccomandava anche pane a base di semi di oppio coltivato per la dieta,
lattice di papavero selvaggio come narcotico, olio freddo di rose
mischiato a oppio per il mal d’orecchie, supposte di oppio contro le
emorroidi.
Anestesia. All’epoca di Boccaccio, i pazienti sottoposti a intervento
chirurgico venivano "addoppiati", cioè addormentati con l'oppio
(molti
impazzivano, altri non si svegliavano affatto).
Fratture. Nel 1701 il dottor John Jones, inglese, proclamava che con
l’oppio si poteva curare persino vaiolo, colera, peste e fratture alle
ossa.
Pasta gelatinosa. Guy de Maupassant, convinto che iniettarsi morfina
nelle vene stimolasse la creatività, nel 1892 fu ricoverato nella
"Maison du docteur Blanche", celebre clinica psichiatrica sulla collina
di Auteil. Afflitto dalla sifilide, minato dalla follia ("dalla Tour
Eiffel Dio ha proclamato che sono suo figlio"), Maupassant confessava
agli amici: "Sono finito. Tutte le notti il mio cervello mi cola dal
naso come una pasta gelatinosa. La morte è vicina" (nel 1876 Flaubert
l'aveva avvertito: "Troppe puttane").
Cristalli solubili. "Non posso separarmi dal mio dio in cristalli
solubili" (Michail Bulgakov, “Morfina”).
Rugiada mielata. Samuel Taylor Coleridge, sin da bambino consumatore di
laudano, drogato dall’età di vent’anni, usava chiamare l’oppio
“rugiada
mielata” o “latte di paradiso” (la sostanza gli donava la
sensazione di
giacere su una barchetta nel cuore dell’oceano). Assieme alla moglie,
sistemò un’arpa eolia nel giardino di casa, tra giacinti e mirti
dalle
foglie larghe. Di sera, inebriati dalla droga, entrambi guardavano le
nubi dileguarsi nell’oscurità e ascoltavano l’arpa gemere
"come una
fanciulla che ceda e non ceda all’innamorato".
Ottomila gocce. Thomas De Quincey, scrittore romantico ed erudito,
spesso preda di crisi di malinconia, in un giorno d’autunno del 1804,
nemmeno ventenne, mandò giù le prime gocce d’oppio per curare
un mal di
testa. Trovò l’esperienza insolitamente piacevole e non ebbe più
emicranie. Qualche tempo dopo confessò di aver bisogno di ottomila gocce
giornaliere per sentirsi tranquillo (ciononostante la notte continuava a
sognare di rifugiarsi in case cinesi piene di tavolini di bambù, per
sfuggire a un coccodrillo che lo inseguiva dappertutto).
Conquistatori. Il medico cinese Fu Manchu, personaggio di un romanzo
dello scrittore inglese Sax Rohmer, che progetta di conquistare il mondo
dei bianchi rendendoli tutti oppiomani.
Insofferenza. Jean Cocteau, che si era imposto di non fumare più di
dieci pipe d’oppio al giorno (tre al mattino, quattro al pomeriggio, tre
alla sera), dal dicembre 1928 all’aprile del ’29 nella clinica
Saint-Clod per disintossicarsi, rimase sempre convinto di dovere alla
droga le sue ore più perfette. Effetti collaterali della sua crisi
d'astinenza: starnuti, sbadigli, lacrime, impotenza, insofferenza nei
confronti di piccioni e altri volatili.
Zucchero. Pablo Picasso, sotto effetto dell’oppio, sicuro che evitare
di
liquefarsi nel proprio bagno come un pezzo di zucchero fosse un
miracolo.
Aragosta. Jean-Paul Sartre, di ritorno dalla casa di un amico medico
davanti al quale aveva ingurgitato sostanze allucinogene, convinto di
passeggiare con un’aragosta gigante che gli trottava a fianco.
Santità. "E’ difficile, dopo aver conosciuto l’oppio,
viverne senza,
perché è difficile, dopo averlo conosciuto, prendere sul serio
la terra.
E, a meno di essere un santo, è difficile vivere senza prendere sul
serio la terra" (Jean Cocteau).
Path:
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From: ginetorz <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: firenze abbestia tunz tunz
Date: Tue, 22 Oct 2002 11:10:24 +0200
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firenze
Hanno ballato per tutta la notte
..
Hanno ballato per tutta la notte tra eternit e muri pericolanti. Hanno
messo la musica a tutto volume, incuranti delle abitazioni che si
trovano poco lontano, desiderosi solamente di portare a termine il loro
Rave. Nel fine settimana appena concluso circa trecento giovani si sono
dati appuntamento a San Vincenzo a Torri, nei locali fatiscenti dell'ex
azienda agricola 'Montagnana'(nella foto). I primi 'punkabbestia' sono
arrivati all'imbrunire con i loro sgangherati furgoni. Dopo aver
scaricato potenti generatori di corrente, hanno cominciato a montare
l'impianto di amplificazione. Naturalmente la musica non poteva che
essere sparata 'abbestia'. Non appena il ritmato 'tunz tunz' si è
innalzato nella tranquilla notte della zona collinare, i residenti della
piccola frazione nel comune di Scandicci hanno dato l'allarme ai
carabinieri.
Dalla compagnia di Scandicci sono state inviate diverse macchine; data
la pericolosità della situazione (edifici fatiscenti, mancanza delle
più
elementari norme di sicurezza) gli uomini in divisa si sono limitati a
dissuadere i nuovi arrivati dall'entrare alla festa abusiva.
In tutto dentro le vecchie stalle si potevano contare circa quattrocento
'ballerini', che avevano deciso di passare una nottata 'da sballo'
organizzando un rave proprio nella parte più incontaminata delle colline
scandiccesi. Non è la prima volta che il complesso zootecnico
abbandonato viene utilizzato per una festa di questo tipo, ma il
territorio comunale, possiede altri punti di 'eccellenza' per questo
tipo di happening. Lo scorso anni di questi tempi furono in più di mille
a ritrovarsi all'interno delle ex ceramiche Minerva per ballare tra
scorie di piombo, cadmio e altri metalli pesanti. Il rave durò quasi
quattro giorni, con le forze dell'ordine impegnate in controlli
estenuanti. Anche in questo caso i carabinieri hanno cinturato la zona
impedendo che la situazione degenerasse ancora. Resta comunque la
preoccupazione di chi abita nel tranquillo pesino della Valdipesa,
soprattutto perché episodi del genere non abbiano a ripetersi.
di Fabrizio Morviducci
http://lanazione.quotidiano.net/chan/8/17:3783913:/2002/10/22
cia'
gntz
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From: xaero <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: Re: R: NYE-2k2
Date: Wed, 02 Jan 2002 16:15:28 +0100
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Xref: *****.com taz.ordanomade:460
on 02 gen 2002, andypop wrote:
> Ma li sta proseguendo o no?
2/1/02 ore 4:00 ancora affluiva gente at the big wall :o)
--
ciao :: xaero
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is not understanding, and understanding is not wisdom. (Philip Adams)
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From: "hydrophonik" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: idroscalo e sqott 4 praxis
Date: Fri, 18 Jan 2002 14:16:54 +0100
Organization: taz.ordanomade
Lines: 485
Message-ID: <a2971v$84p$1@*****.com>
NNTP-Posting-Host: *****.it
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christoph fringeli sarà in italia in gennaio e suonerà mercoledì
23 al
brancaleone di roma (via levanna, 11) e venerdì 25 a milano in SQOTT
(viale bligny, 21).
la sua attività è iniziata negli anni 80 con l'etichetta underground
vision records, con la quale ha prodotto 37 dischi fino al 1992, anno
in cui è nata praxis records. entrambe le etichette si sono sempre
dedicate alla sperimentazione sotterranea, cercando di abbattere ogni
muro costituito dalla creazione di generi musicali predefiniti. praxis
mescola sonorità industriali a ritmi jungle isterici, abusando di
distorsioni ed inoltrandosi in sentieri paralleli dark, hardcore e
noise. tra gli artisti che hanno collaborato alle numerose uscite di
praxis vi sono dan hekate, rachel kozak (zhark), eiterherd, nomex,
bambule, 16-17 e lo stesso fringeli. altri progetti che lo coinvolgono
sono metatron (che conta anche una collaborazione con bill laswell),
society of unknowns (con jason skeet di ambush records) e varie
collaborazioni con personaggi come dj scud e dan hekate ed etichette
come cavage, ambush, zhark e new skin. il lavoro di praxis è affiancato
dalla sua etichetta complementare, sub/version, capitanata da fringeli
e dj pure di vienna e dedita al più potente tech-step e dalla fanzine
datacide, organo cartaceo per la riflessione sulla sperimentazione
elettronica ed i suoi intrecci con la situazione sociale circostante ed
inevitabilmente legata ad essa. sul versante distributivo praxis, con
la collaborazione di numerose etichette affini dal punto di vista
musicale ed ideologico, ha creato subnet, una catena di distribuzione
che ha l'obiettivo di rompere le tradizionali catene di diffusione del
materiale sonoro (e non) attraverso una fitta rete di scambi tra
etichette musicali non convenzionali. sulla rete questo insieme di
collettivi sovversivi è rappresentato dal network di http://c8.com dove
potete trovare tutte le informazioni legate alle loro produzioni ed ai
loro progetti.
seguono un'intervista a christoph fringeli ad opera di siobhan di
homewreck foundation ed un pezzo di bighead su subnet e datacide.
LA VISIBILITA' E' UNA TRAPPOLA
- intervista a Cristoph Fringeli -
By Siobhan M. (homewreck foundation)
Praxis records di Londra non è la solita etichetta hardcore. Praxis
e
la sua etichetta sorella Sub/version significano una nuova idea
intellettuale della musica elettronica: i dischi non hanno mai una
formula definitiva. ci sono sempre idee che possono essere discusse.
Un'intervista essenziale con il fondatore dell'etichetta Christoph
Fringeli in lavoro dal 1992 nell'elettronica underground di tutto il
mondo.
Quando è nata Praxis records?
Nel 1992, verso la fine dell'anno, dopo che mi sono trasferito a Londra.
Volevo dare vita ad una nuova etichetta.
Perché hai voluto iniziare con una tua etichetta?
Avevo già prodotto dei dischi prima, di genere più sperimentale
punk/industrial, quando vivevo in Svizzera, tra la fine degli anni
ottanta e l'inizio dei novanta. Quando mi sono trasferito ho voluto
ricominciare, anche in termini di contenuti musicali. Praxis ha
moltissimi titoli all'attivo.
Come coinvolgi la gente nell'attività?
In genere si tratta di gente che conosco di persona, amici della scena
londinese o di altre città, oppure persone di cui apprezzo veramente
la
musica e che voglio conoscere. Praxis non opera come un'etichetta a cui
tu spedisci la tua demotape per poter avere un contratto. Non faccio mai
contratti. E' tutto basato sulla fiducia.
C'è un'atmosfera collaborativa nell'etichetta?
Ovviamente sì ed è andata avanti per un bel po' nonostante nel
frattempo si siano visti molti cambiamenti nella scena. All'inizio, nel
'92, l'intera scena techno era completamente diversa da quella che si
può vedere adesso. Sembra che continui a cambiare ma recentemente si
è
visto un buono spirito di cooperazione tra diverse etichette che si
sono associate insieme aiutandosi tra di loro nella distribuzione del
materiale e suonando con i vari DJ durante i party. Lo stesso vale per
altre etichette in Francia ed alcune in Germania con cui siamo in
contatto e scambiamo dischi.
C'è una sorta di concetto o ideologia dietro a Praxis? Sembra che la
cosa sia abbastanza politica e mi chiedevo cosa pensassi sulle
intersezioni tra musica e politica.
Penso che ogni prodotto culturale abbia una funzione nel contesto di
cui è parte, negarlo sarebbe una pazzia. Ovviamente la gente prova a
pensare che quello che sta facendo è completamente astratto e non ha
implicazioni politiche, ma io penso che la cosa in sé abbia comunque
delle implicazioni politiche. In ciò puoi trovare diversi approcci: io
vedo Praxis come un'etichetta sperimentale ma oltre al mio ci sono
diversi punti di vista. Generalmente ciò che mi interessa è
oltrepassare i confini, sfidare ogni certezza. E nel contesto ciò si
articola su diversi livelli. Per esempio la distribuzione: come si
organizza la produzione e distribuzione di musica? E' importante il
fatto che noi produciamo i nostri dischi da soli e li distribuiamo da
soli, su vasta scala, sperando di creare una rete di persone con
mentalità simile che si aiutino a vicenda. Tutto questo ha un ulteriore
significato nei generi di feste dove la nostra musica viene suonata. E'
anche importante per me produrre su vinile a 12 pollici in modo da non
limitare necessariamente il disco come prodotto finito o in generale
come prodotto per la logica del consumo. Penso che questi debbano
essere usati come attrezzi dai DJ che possono mixarli insieme per
creare qualcosa di nuovo. Il contesto adatto per questo non è
sicuramente il club o il rave, solitamente accade ai free-party, ai
teknival o negli squat-party, quindi troviamo ancora implicazioni
politiche dirette o indirette, oppure possiamo chiamarle implicazioni
psicosociali: non so se "politica" sia la parola adatta. Sono eventi
che accadono fuori dalla normale industria culturale del consumo e del
commercio, sfidando così i meccanismi e le strutture gerarchiche della
cultura di massa.
Potresti spiegare cos'è il Teknival? Penso che non tutti conoscano la
sua storia.
I Teknival (parola ottenuta unendo "tekno" e "festival")
non hanno una
lunga storia, sono iniziati intorno al 1992/93. Sostanzialmente si sono
lentamente sviluppati all'interno dei festival che si tenevano in
Inghilterra nei primi anni 90, dove la gente arrivava insieme con la
loro attrezzatura, grossi amplificatori e casse, in mezzo a hippies e
travellers, suonando techno hardcore; parlo del periodo tra il 1990 e
il 1992, cioè del periodo successivo all'acid house e ai grossi party
nei magazzini: questi avevano fornito l'idea che poi si è evoluta nelle
zone di campagna dove questi festival avevano luogo. Ed in seguito la
scena si è allargata a macchia d'olio soprattutto grazie ad un festival
particolarmente grande tenutosi a Castlemorton nel 1992, con il
conseguente arresto di alcuni degli Spiral Tribe che vennero processati
per gravi reati. Alla fine vennero assolti tutti, ma le leggi
cambiarono con il nuovo Criminal Justice Bill nel 1994 che infrange la
libertà dei civili. In poco tempo è diventato praticamente impossibile
fare questo genere di cose in Inghilterra. Per un sacco di gente è
diventato uno stile di vita fare party nelle fabbriche o nella campagna
durante l'estate. Alcuni sound systems si sono mossi verso l'Europa, in
Francia, dove il teknival è effettivamente nato intorno al 1993 ed ha
sicuramente influenzato molto la scena della techno hardcore francese
che stava proprio iniziando a muoversi. La storia della dance music in
Francia è completamente diversa da quella inglese. Tutto questo è
continuato fino ad oggi nonostante ci sia stata una certa repressione.
In conclusione: i teknival sono free festivals che si tengono in
campagna coinvolgendo dai tre ai venti diversi sound systems che
occupano una grande area suonando ventiquattro ore al giorno per un
periodo che va dai tre giorni alle due settimane. [risate]
A proposito di party e materiale live, che cosa stai combinando con
Praxis? Cosa suonate e dove suonate?
Io suono molto e lo stesso fanno molti altri DJs che sono coinvolti con
un gruppo di etichette, Praxis, Ambush, Audio Illusion ed alcune altre,
principalmente nei free party londinesi. Personalmente suono in diverse
città ma il luogo normale per questo genere di cose attualmente sono
i
party che si tengono ogni fine settimana nelle fabbriche occupate a
Londra. Non tutti propongono il nostro genere di musica. La maggior
parte dei sound systems di Londra ha un suono acid trance commerciale e
noioso come cacca, poi c'è qualcuno che fa le cose nel modo giusto, sia
per quanto riguarda la musica, sia per la cultura che la circonda.
Suoni dal vivo, come DJ o entrambi?
Al momento non sto suonando dal vivo. L'ho fatto con differenti
progetti nel passato e probabilmente lo farò ancora in futuro, ma negli
ultimi anni ho solo mixato dischi o altri supporti sonori. Adesso sto
lavorando su un computer ma non me la sento di metterlo su un palco per
premere "play" e qualche altro bottone ogni tanto. Se dovessi suonare
ancora live lo vorrei fare con un sistema diverso, con più moduli, in
modo da poter avere più influenza sugli elementi che costituiscono il
suono.
Che cosa erano i party "Dead by dawn" che avete organizzato?
"Dead by dawn" era una serie di party che si sono svolti nell'arco
di
due anni, ne abbiamo fatti 23, mi pare, uno al mese, in un piccolo squat
anarchico di Brixton, nel sud di Londra. Durante quel periodo erano
molto importanti come punti d'incontro per chi era nella scena perché
il posto era veramente piccolo e noi non abbiamo mai potuto fare molta
propaganda con i flyers, la notizia passava di bocca in bocca grazie
alla promozione del nostro network. Così tutti quelli che venivano
iniziarono a conoscersi abbastanza bene ed il posto è diventato
importante per interagire e scambiare idee. Il modo in cui era
dislocato era ideale per questo perché c'era una saletta dove si poteva
suonare musica pesante tutta la notte ma c'era anche un piano terra
dove la musica si sentiva abbastanza bene e ci si poteva sedere per
parlare. C'era anche un reparto per i dischi e le riviste e poi c'era
un bar dove ascoltavamo noise, sound-collage e industrial, anche qui ad
un volume abbastanza alto ma per sedersi ed ascoltare, non per ballare
e saltare.
Sembra magnifico! Perché vi siete fermati?
L'abbiamo fatto per un lungo periodo e ci ha portato via un sacco di. in
particolare delle mie energie, perché dovevo mettercene moltissime. ad
un certo punto, dopo quindici o sedici party ho semplicemente suggerito
di limitare il numero mentre le cose stavano andando molto bene e di non
aspettare fino ad aver superato l'apice per vedere la discesa, come
penso che accada in tutte le cose. Penso di poter dire che gli ultimi
party sono diventati sempre più pazzi e sempre più belli, probabilmente
perché avevamo annunciato la fine imminente, dando il via ad una specie
di conto alla rovescia:".adesso mancano cinque party." e così
via. La
gente veniva ed apprezzava veramente quello che c'era perché non era
uguale a quello che succedeva dalle altre parti. Non erano esattamente
free-party, erano più programmati e controllati. Abbiamo fatto anche
delle discussioni prima che la musica iniziasse, tra le nove e le
undici, abbiamo invitato persone di vari gruppi politici, culturali e
letterari per parlare e presentare il proprio lavoro perché un certo
genere di discussione metteva il tutto in un contesto culturale.
Eravamo interessati a fare incrociare entrambe le cose, non solo a
creare un party per ballare. Lo concepivamo come un bacino sperimentale
per idee ed attività. Sicuramente non è stata l'unica determinante
che
ha spinto le cose nella direzione che hanno adesso ma penso che sia
stata abbastanza cruciale per unire delle persone che stanno facendo
ancora molti lavori insieme.
Sembra che Praxis abbia un'immagine non proprio di terrorismo, ma
un'immagine di resistenza o sovversione e molte etichette lodano la
"rivoluzione". Mi chiedo in cosa consista la tua idea di "rivoluzione".
Voglio inquadrare quello che stiamo facendo in un contesto di resistenza
contro la cultura del controllo mentale a cui siamo esposti, dove tutto
è controllato dai soldi e non dalla creatività. Questo è
solo un
aspetto: diverse persone che hanno lavorato con Praxis potrebbero avere
delle idee diverse ed io comunque le rispetterei. Direi che la parola
"rivoluzione" è stata sfruttata in così tanti slogan
diventando una
parola difficile da interpretare. Ma il suo significato originale, un
cambio fondamentale nella struttura culturale e politica di un dato
sistema, penso che sia un obiettivo verso cui valga la pena proseguire.
Penso che ci sia troppo controllo operato da parte delle multinazionali
e da chi gestisce grossi giri di denaro. Ci sono troppe cose basate su
un sistema neo-colonialista dove l'ovest sta semplicemente sfruttando
il resto del mondo. Penso che, ad ogni modo, questa sia una bomba ad
orologeria.
Come si è evoluta musicalmente Praxis durante gli anni?
Il concetto è sempre lo stesso, ma il modo in cui viene formulato
cambia in continuazione e cambierà continuamente nel futuro. All'inizio
ero interessato ad alcuni aspetti della nuova dance music. Per esempio,
l'attenzione non era focalizzata solo sul performer o su chi stava
suonando sul palco ma su ognuno nella folla o sulla folla stessa, non
era semplicemente pagare per andare a vedere suonare qualcuno e poi
tornare a casa. Erano spazi dove c'era un DJ che suonava ma il DJ non
era proprio al centro dell'attenzione, a parte i soliti esaltati che
cercavano di andare a vedere che disco stava mettendo, ma generalmente
l'attenzione era diversa. Per quanto riguarda le produzioni, tutte le
etichette che sono sorte in quel periodo, pensavo che la cosa fosse
abbastanza eccitante a causa di tutti quegli pseudonimi e
dell'anonimità che distruggevano i percorsi gerarchici e le strutture
dell'intrattenimento. Praxis non era necessariamente tutto questo nella
totalità ma almeno aveva il suo punto di vista sulla situazione. Mi ha
sempre interessato prendere gli elementi di una data situazione,
distorcerli e ributtarli nell'immaginario collettivo. Nel frattempo si
poteva dire che i DJ erano diventate star. ecco perché cinque anni fa
avrei detto che Praxis era un'etichetta techno mentre non lo direi mai
adesso perché penso che l'intero sistema della techno sia diventato un
po' gerarchico. Noi non ne abbiamo mai fatto parte, ce ne siamo andati.
Le idee dell'inizio sono ancora valide adesso. Praxis ha affrontato
techno pesante, anche gabber, suoni rumorosi, sperimentali e
recentemente ha avuto anche influenze breakbeat.
Che differenze ci sono tra Praxis e la sua sotto-etichetta Sub/version?
Sub/version è l'etichetta che ho creato con DJ Pure di Vienna. Per me
la
differenza sta nel fatto che Sub/version è un'etichetta che ha un
genere, è un'etichetta tecnica. Le sue tre uscite sono state ispirate
dall'idea di prendere qualcosa e distorcerlo, ma sempre restando
all'interno dei limiti e del linguaggio di un particolare genere. Con
Praxis farei forse un disco senza ritmo, se me la sentissi, senza
esitazioni. Con Sub/version non lo farei: dovrebbe esserci un certo
codice.
Spiega il tuo logo "la visibilità è una trappola".
E' una citazione tratta da "Disciplina e punizione" di Foucault.
Si
riferisce alla sorveglianza, ad esempio all'essere controllato
attraverso l'essere visibile alle autorità. Questo è il significato
della citazione originale, ma anche quello che penso io è importante:
ciò che faccio è svolto all'interno di un collettivo con un certo
grado
di anonimità, è una situazione invisibile.
Puoi spiegarci che cosa significhi per te "hardcore"?
"Hardcore" è un altro termine difficile perché molta
gente può
interpretarlo in diversi modi. Io la vedo soprattutto come
un'attitudine e non semplicemente come descrizione di uno stile
musicale. Anche se la uso descrivendo un genere musicale intendo
comunque riferirmi alla particolare attitudine che ne emerge e non al
particolare stile. La definizione probabilmente continua a cambiare
attraverso gli anni.
Nella Praxis Newsletter 12 discutevi sulle potenzialità di appoggiare
oppure opporsi alla tecnologia musicale e sul modo in cui le strade di
musica e tecnologia si intersecano. Cosa ne pensi?
E' difficile non dire questa solita banale risposta: la gente ha
diritto ad utilizzare un computer. Penso che sia veramente possibile,
con il livello raggiunto attualmente dalle tecnologie della
comunicazione, parlare su uno stesso livello con persone di tutto il
mondo ed anche trovare nuove persone, comunicare con loro ed
organizzare un sistema di distribuzione o un espediente comune per
sfuggire al business. Penso che sia un aspetto importante perché
altrimenti non si riuscirebbe a diffondere veramente questa idea tra la
gente: si avrebbe qualcosa di indiretto e molto lento nella diffusione,
soprattutto quando si è parte di un sistema che cerca di sfruttare
completamente tutta la tecnologia disponibile per il proprio vantaggio.
Tu pubblichi anche Datacide 'zine, il tuo è un uso massiccio di diversi
mezzi di comunicazione (etichetta, fanzine, ecc.) per seminare idee.
Sì, è proprio così. Vedo la musica come un linguaggio
e vedo parole ed
immagini come cose sovrapposte. Ci sono sempre certi mezzi privilegiati
per dire certe cose. La musica è un mezzo di comunicazione fisico ed
astratto allo stesso tempo, mentre le parole sono molto più concrete.
Naturalmente puoi anche intellettualizzare la musica e mettere parole
su rumori o altro. Io voglio usare qualsiasi mezzo per comunicare ed
associare idee. Datacide è un progetto importante per me.
Ecco perché trovo molto interessanti Datacide, Praxis e la newsletter,
hanno molte sfaccettature. Datacide è sempre stata cooperativa ed
internazionale. Stai lavorando ad altre installazioni musicali oltre al
teatro dell'opera di Vienna?
Sì, sta prendendo forma con il nome "società di sconosciuti"
perché ci
stiamo lavorando io e Jason Skeet (con il quale ho lavorato al disco
Praxis 24 che si intitola appunto "society of unknowns"). Stiamo
lavorando su versanti diversi, il mio lavoro non è connesso con la
musica ma con un discorso sull'informazione di guerra e sul terrorismo,
stiamo facendo un'installazione di fronte al teatro dell'opera di
Vienna che provocherà un certo impatto. Stiamo creando una grossa
scatola con un sound system dentro, la quale sarà connessa direttamente
ad uno studio di registrazione ed il tutto prenderà il nome di Public
Netbase. E' collocato nel centro di Vienna, dove stanno anche computer
ed attrezzature. Io lo vedo come uno strumento di retroazione
psicogeografica dove noi proviamo a campionare aspetti della realtà
quotidiana del luogo per reintrodurle nello spazio pubblico. Non è
semplicemente musica, disturbo. E' anche possibile mandare e-mail al
netbase, le quali verranno tradotte in linguaggio MIDI creando e
modulando dei suoni che la gente potrà ascoltare in tempo reale nel
sito web. Stiamo cercando di coinvolgere gente e stiamo attrezzando un
altro laboratorio che permetterà alla gente di girare in città
con dei
registratori, sperando che tornino con registrazioni interessanti.
Vedremo quanto successo potrà avere.
Quanti e quali sono i nomi che hai usato per i tuoi progetti?
Uso sempre nomi diversi. Base Force One sono io, Society of Unknowns
siamo io e Jason, Metatron ero io. Poi ci sono degli altri nomi ed un
concetto chiamato Jackal o DJ Jackal. E' un nome multiplo che può
essere usato da chiunque si trova in sintonia con le nostre idee per
fare produzioni, suonare oppure fare qualsiasi altra cosa all'interno
di questo contesto. Questa cosa non vuole assolutamente essere una
novità, l'idea del nome multiplo è stata sfruttata in molte forme
fin
dagli anni ottanta. C'erano nomi multipli come Karen Elliot e c'erano
centinaia di persone che facevano lavori con questo nome. Luther
Blissett è probabilmente il più usato ed il più potente
nome multiplo
attuale, creato da un gruppo di persone ispirate al situazionismo
radicale in Italia. Perciò DJ Jackal è il nome multiplo per le
persone
ispirate al situazionismo radicale nella scena techno hardcore [risate].
Questo è un invito per tutti ad usare o essere "the Jackal".
C'è una
certa responsabilità nell'utilizzo del nome.
Tutte queste cose sembrano essere molto Eurocentriche, cosa sta
succedendo negli USA?
Direi che il movimento principale è tra Londra e la Francia, dove la
scena è già abbastanza grande anche se più giovane. Poi
ci sono persone
in Austria ed in Germania e ci sono anche piccoli gruppi di persone
isolate che agiscono probabilmente ovunque, anche negli USA. Non ci
sono ancora molte produzioni targate USA ma c'è un po' di gente che si
sta muovendo. Penso che in futuro ce ne saranno sempre di più. Il
problema è principalmente geografico perché il bello di questa
musica è
ascoltarla nel modo giusto, di fronte ad un enorme sound system, cosa
che non avviene in tutto il mondo. Penso che la maggior parte della
gente all'interno della scena, incluso me stesso, sia ispirata
dall'idea di andare in grandi spazi o all'aperto per esporsi alle
frequenze musicali; è un'esperienza fisica, non succede la stessa cosa
se ascolti il disco a casa. Ci sono un sacco di basse frequenze che ti
investono.
POST TECHNO di BIGHEAD
Il nuovo progetto di distribuzione discografica tecno underground
capitanato dalla Praxis che raccorda e coordina le produzioni di un
numero sempre crescente di etichette indipendenti, è finalmente realtà.
Molto più che un semplice network di distribuzione. Una vera e propria
coalizione di forze che veicola informazioni e modi di essere
totalmente antagonisti rispetto all'opprimente sistema culturale, vero
cancro dei progresso umano. L'obbiettivo primario di questa "sottorete"
è quello di diffondere materiale indipendente, principalmente dischi,
ma anche mixtape e quant'altro, in modo tale da sostenere l'attività
delle varie labels e garantirne la sopravvivenza.
Muovendosi in tal senso Subnet mira a creare nuovi canali di
propagazione e fruizione dei suono, scardinando il routinario rapporto
di compravendita che si instaura tra chi vende e chi compra musica. Le
figure tradizionali di venditore ed acquirente vengono abolite e ne
nascono di nuove. Sono persone qualsiasi (Subnet dealers), numerose e
diverse, che nei party, nei rave nei teknival e in qualsiasi situazione
affine, vendono e scambiano dischi e prezzi politici, che pur fornendo
un valido supporto economico alle etichette escono fuori da un discorso
di mero business. Modalità d'intervento che si manifestano all'ombra
di
una massificazione culturale misera e decadente. Identità che agiscono
in modo occulto, in piena autonomia e senza alcun tipo di vincolo. Dei
resto stiamo parlando di una progettualità che per sua natura si può
definire virtuale o addirittura invisibile, che c'é ma non si vede, che
colpisce veloce ed incisiva e che proprio in quanto "entità non
fisica"
non ha una dimensione settaria con le sue regole ed I suoi schemi.
All'interno di questo disegno strategico, dove il concetto di
comunicazione globale assume un ruolo fondamentale, lo scambio di
dischi, inteso materialmente come vero e proprio baratto tra materiale
di provenienza e genere diverso, gioca una carta vincente, che
favorisce contaminazione ed eterogeneità.
Parallelamente ella creazione di canali di distribuzione alternativi a
quelli tradizionali, appannaggio delle grandi major, Subnet opera anche
all'interno dei mercato ufficiale, privando quest'ultimo delle sue
stesse armi. Ciò avviene per via diretta, poiché esistono negozi
selezionati che aderendo al progetto decidono di sperimentare nuove
formule di azione, e per via indiretta in quanto svariate produzioni di
label indipendenti sono di fatto reperibili negli scaffali dei piccoli
distributori abituali. Incoerenza? No di certo se si considerano due
fattori determinanti: innanzitutto si tratta pur sempre di etichette
discografiche, che al di là della loro natura (underground o meno) sono
portate in quanto tali a doversi misurare col mercato Istituzionale; in
secondo luogo non si deve ignorare che la distribuzIone ufficiale
dispone di mezzi che la rendono presente sul territorio In modo
capillare. Inserirsi quindi In questo tipo di tessuto, portandosi
dietro le proprie procedure e le proprie peculiarità, permette
inequivocabilmente di interagire con un numero maggiore di persone.
Se l'obiettivo fondamentale di Subnet è quello di sostenere il suono
underground Indipendente, questa finalità é strettamente legata
all'esigenza di proporre percorsi musicali innovativi che tendono a
destabilizza gli standard stilistici convenzionali. Traguardo
impegnativo e di non Immediata soluzione, se si considera che molti dei
movimenti ambiguamente considerati controcorrente offrono in definitiva
discorsi musicali vacui, a circuito chiuso, assolutamente disconnessi a
una qualsivoglia solida progettualità o a qualsiasi processo di analisi
a monte della loro esistenza. Subnet vuole rompere e stravolgere questo
stato di cose. A questo proposito ecco lo stralcio di un articolo
apparso sulla Newsletter della Praxis il 12 giugno 1997, "Contro la
pietrificazione".
"Con il crollo dell'ordine dei vecchio mondo nella 1a Guerra Mondiale
non cambiarono solo l'ordine politico e sociale, ma anche la musica:
mentre la gioventù urbana ballava il Charleston, i Futuristi asserivano
che il rumore delle macchine e il rumore delle città erano musica. Da
allora in poi il taglio del suono, sia a livello concettuale che come
espressione del corpo, scansato dalle istituzioni culturali ma
espressione dei desideri delle nuove generazioni si definì nei termini
di rumore e battiti ripetitivi.
Negli anni che seguirono la 2a Guerra Mondiale, il sistema
capitalistico e consumistico emergente tentò di recuperare questi
movimenti e ci riconfezionarli per il mercato del "pop".
Tuttavia nuove mutazioni si generarono in modo più veloce, anticipando
do i detentori del controllo. Con l'incremento della disponibilità di
tecnologia che rende più facile che mai creare, produrre e distribuire
materiale indipendente,
nuovi networks e nuove dinamiche cominciarono ad operare nel corso della
scorsa decade. Ciò che chiamammo 'tecno". Ma perfino la rigidità
futurista della tecno non fu immune rispetto alle strategie del sistema.
Abbiamo bisogno di nuove strategie di resistenza occulta, i battiti
devono essere
spezzati, i rumori aggrovigliati, i desideri reinventati, il futuro si
deve manifestare nel presente, rompendo le regole dei passato.
Quando parlammo dell' estate della confusione lo scorso autunno (Praxis
Newsletter 9), speravamo in una progressiva focalizzazione che è
avvenuta negli scorsi mesi, una nuova era di scissione nucleare di
generi precedentemente separati o addirittura opposti nella musica dance
elettronica. Lentamente le cose stanno diventando chiare. Da una parte
abbiamo l'insopportabile conservatorismo ci chi persiste con la formula
tradizionale della cassa dritta, dell'elettro convenzionale e della
jungle pura, mentre dall'altra parte abbiamo l'impuro, come noi e
altri, che combinano gli elementi di questi generi in qualcosa di nuovo
ed eterogeneo, un attacco ai valori poveri e pietrificati dei passato.'
Quanto detto finora induce inevitabilmente a concludere che Subnet non
è un progetto fine a se stesso ma rientra in un insieme di situazioni
ad esso complementari, con le quali si integra in termini di
funzionalità. La comunicazione interattiva via Internet è
una di
queste. Il nome del sito è "c8"(http://c8.com) e racchiude
fondamentalmente le etichette e le realtà più potenti a live lo
internazionale quali Praxis, Ambush, Pcp, Bloody Fist, Subversion,
Somatic
Responses, Cross Fade Entertainment e altre ancora. Nella sezione
"records" è possibile consultare l'elenco dettagliato dei dischi
attualmente distribuiti mentre nella sezione "archives" sono contenuti
una serie di articoli e di informative stralciate dai vari organi di
informazione underground, tra cui Datacide.
Redatto di volta in volta attraverso la collaborazione di molteplici
personaggi, Datacide è una della zines più interessanti dei panorama
indipendente, che numero dopo numero analizza in parallelo le mutazioni
politiche e sociali in rapporto a quelle culturali, con particolare
riferimento alla musica elettronica.
Bighead
Path: *****.org!not-for-mail
From: ginetorz <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: firenze
Date: Sat, 03 Aug 2002 09:04:14 +0200
Organization: *****
Lines: 46
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I ragazzi di Network sfidano il Comune e montano un'impalcatura nel
giardino alla Fortezza
Via dalla Festa, occupano la vasca dei cigni
FULVIO PALOSCIA
Hanno montato in quattro e quattr'otto un impalcatura lunga dieci metri
e alta cinque: da lassù hanno gettato il guanto di una nuova sfida
coinvolgendo gli avventori della festa dell'Unità. Video, musica techno,
falafel biologico, birra a prezzi stracciati e uno stand con
autoproduzioni musicali: ieri sera Network, la rete di ragazzi la cui
missione è dare spazio e voce alla creatività giovanile autogestita,
ha
«okkupato» la vasca dei cigni della Fortezza, a due passi dalla
kermessona dei Diesse eletta a simbolo «della mercificazione giovanile:
divertiamoci un sacco, paghiamo altrettanto». Buona occasione per
lanciare l'appello all'obbedienza sociale, nato dalle conseguenze
provocate dal megarave lungo 72 ore che Network ha organizzato
all'inizio dell'estate all'anfiteatro delle Cascine: «Qualche settimana
fa ci è stata recapitata una multa di 150 euro per l'occupazione di
suolo pubblico. Questa misera contravvenzione è l'unico atto formale
di
un'amministrazione comunale che si è sentita evidentemente in imbarazzo
a punire un evento per 12 mila persone». Una punizione simbolica che
Network definisce «uno scappellotto rispetto ai 403 metri quadri
occupati». Da qui, dunque, la nuova provocazione: «Invitiamo i gruppi
autogestiti ad occupare abusivamente il suolo pubblico, a prendersi gli
spazi che continuano ad essere affittati a cifre esorbitanti, a violare
cancelli e telecamere, portoni e bandoni, teatri e cinema di lusso per
poi adempire agli oneri sociali conseguenti pagando queste ridicole
multe».
Ma l'azione messa su dal Network ieri è stata anche la prova generale
di
un tour. Un giro in Svizzera, Francia e Olanda a bordo di un camion. La
struttura montata alla Fortezza girerà l'Europa con l'appoggio di realtà
simli nel resto d'Europa, si fermerà il 12 agosto a Ginevra, il 19 ad
Aurillac vicino Lione, per poi approdare a Parigi e in Olanda».
A bordo un ricco catalogo di autoproduzioni ma non solo. Oltre ai cd,
cdrom autoprodotti (tra cui quello sul rave alle Cascine), riviste,
video d'arte ma anche documentari sul G8 e a band elettroniche come
Orbital Tribe e Otk, anche una cucina da campo: servirà a cucinare i
piatti di uno spazio ristoro dove il pubblico potrà gustare prodotti
biologici che Network ha acquistato dai contadini della Val di Pesa
http://www.firenze.repubblica.it/archivio/20020803/speciale/01fi1foglia.
html
gntzversoilmare......
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Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: Jeff Mills
Date: Tue, 10 Dec 2002 17:22:53 +0100
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E nessuno mi chiede com'era Jeff Mills?
un mostro di tecnica senza cuore che mescolava cassa fissa (mai sopra i
140-160), house, commerciale, latina, al ritmo di un disco al minuto sui
suoi tre piatti in stereovisione. glaciale e antipatico.
e gli altri dj's del Jaiss? non ne parliamo nemmeno. un'imitazione di
un'imitazione. con i cori: "alée ooh, alée ooh! Gabri Fasano
suona per
noi! Gabri Fasano suona per noi!"
e la gente? ragazzetti di merda fruncolosi palestrati imbrillantinati
tra i 16 e i 18 con le loro ragazzette dallo sguardo alla "tumistufi"
e
la mandibola incriccatta per le 10 chicche in 5 ore di coattanza al
divertimento compresso. Chi cazzo è "GERARD" che c'avevano
tutti
(proprio tutti sti replicanti) sulla maglietta.
e gli pseudo-tecnorangers con i capelli cotonati dal parrucchiere? e il
tutti in fila per andare a calare in bagno?
meno male che c'era oltre al vecchio Dan, qualche amico ex-MP (ma
ripigliatevi raga'!) in cerca di altrove nel posto sbagliato.
E i butttafuori? e l'acqua minerale a 5 euro? e il guardaroba 3 euro
obbligatorio? E il ttutti fuori mandria di pecoroni alle 6? le liste? il
premio scemo del villaggio per chi ha la macchina più lustra?
viva le FESTE!! viva la LIBERTA'! viva l'ANARCHIA!
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From: "Omikron Design" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: .....è partita
Date: Mon, 11 Nov 2002 19:09:34 +0100
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Reply-To: "Omikron Design" <*****>
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NNTP-Posting-Date: Mon, 11 Nov 2002 18:15:05 +0000 (UTC)
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sembra che la mia anima gemella se ne sia andata, la mia piccola ,
grande ketty, così; se ne andata così...con un piccolo saluto..o
forse
qualcuno me l'ha portata via e ora la tiene e la stringe a se
e lei, la mia anima gemella, forse gli regalerà tutto quello che ha
regalato a me..gli aprirà gli okki sul futuro, gli dirà cosa fare
,
come lei ha fatto con me
non ricordo tutto di lei, ma so soltanto che la nostra storia cominciò
molto tempo fa...era inverno mi pare, autunno 96.arrivò in compagnia
di
un amico.un anima, che lavora a milano ma il venerdi sera , come
succedeva spesso nei 90, prendeva il suo bravo aereo e con il gruppo
dei pendolari andavi al fridge di londra.e ci stava fino a lunedì, ..ma
ketty ,con lui ,qul wekk end perse l'aereo, forse...è così..fu
proprio
così, una volta era con lui, una volta con un australiano un'altra con
un americano....ed infine on me!!!!!
Con lei ho scoperto il mondo geometrico, fatto di linee ortogonali
verdi su sfondo nero, ho visto esplosioni di fuoco, tunnel, apocalissi..
.fino a che ..la morte.la morte apparente.il più grande amore della mia
vita
Con ketty abbiamo dato gli ultimi esami all'università, ci siamo
laureati su una città futura nella quale lei avrebbe voluto abitare,
mi
ha portato dai miei fratelli: Mies, Sullivan, Neutra.. abbiamo deciso
di fondare la omikron design, e sempre con lei sono riuscito a parlare
con loro due , i mie " amici"...
Qualche tempo prima, Un giorno arriva a casa mia un amico, yogurt,
amico di gin tonic...il rimpianto gin tonic...loro i corsari del web,
amici di ketty, re delle bbs, pionieri di internet , blissettiani, bui..
i , residenti su cybernet cyberpunk su mirc etc etc..loro con una
connessione per me...
Poco tempo dopo, caminetto, pelliccia di leone per terra, bombay
saffire, connessione..e la parola magica sul vecchio altavista e chi ti
ritrovo...i vandali dell'apocalisse e con loro la taz..la parolina
magica , lei ketty mi aveva portato qui, e lontano dai miei amici,
dalle nottate di una milano da bere che per me non era mai morta,
lontano dal partito, dalla fratellanza universale, dalle liste queer ,
dall'arci, dall'architettura , dalle liste e dagli scorpori del
maggioritario...lontano dalla "grandemilano"
Ketty è partita, chiama, lo sappiamo, chissà cosa ci stà
preparando..una
nuova svolta...e non posso che andar con lei ;-))))))
ps
piano piano quasi in segreto sottovoce in un momento di black out
l'attrice non più protagonista si sfilò dal palcoscenico per ritornare
nella penobra del complotto della torre dell'acqua.......fingersi morti
prima della calata del sipario
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From: "Tkn" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: Re: .....è partita
Date: Mon, 11 Nov 2002 22:10:43 +0100
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Xref: *****.org taz.ordanomade:9773
comunque non vi rendete conto che la scomparsa della keta e'
l'avvenimento dell'anno nel panorama piatto e un po' monotono delle
feste. londonbetty tempo fa, malesio l'altra sera, omi oggi, e tanti
altri mi hanno fatto capire quanto debba cambiare (e cambiera) la vita
di molti di noi. io ci sono passato negli anni passati e serenamente ho
capito che non e' la mia droga. troppo allucinatoria, troppo razionale
forse io. pero' per molti il cambiamento e' importante, difficile,
traumatico. liquidare tutto con poche battute stupide mostra
superficialita' e pochezza d'animo.
poi, la taz e' il posto dove tutti hanno diritto di dire tutto, e' il
circo barnum della rete, e sentire il nano che dice al pennellone sei
troppo alto, non puo' che farci piacere. vuol dire che la festa
continua e il pubblico e' sceso nella pista...
ps come scrissi tempo fa, una generazione salvata...
> ebbasta ko sta keta, davero, cioè avete rotto il kazzo, uno gli
piace
> una droga se la prende, xò nn può fa kome il ragazzino di
18 anni ke
> è appena andato in fissa e allora parla parla rakkonta rakkonta
dice
> dice e poi rakkonta sempre le stesse kose e in finale nn dice un
> kazzo...a me
piacciono
> le pastikke...mika signifika ke cho il diritto de fa sempre du palle
> kosì koll'xtc ;Pp
> br3in u0sc3r <ketamine has killed raves ;pp>
> all young lovers know why, nightmares blind their mind's eyes (rikorre
> l'anniversario della morte dell'angelo kolla faccia da hipster...
;°°°****)
>
>
Path: *****.org!not-for-mail
From: ginetorz <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: La doppia faccia del Ghb
Date: Fri, 02 Aug 2002 12:31:23 +0200
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DROGHE
La doppia faccia del Ghb
di Paola Coppola
In Italia è utilizzata nelle terapie di disintossicazione dall'alcol,
nel mondo però ha la pessima fama di "droga dello stupro".
Negli anni 60
veniva impiegato come anestetico, nel ventennio successivo era venduto
negli scaffali dei drugstore americani come coadiuvante delle diete e
anabolizzante. Un libro, "Better sex through chemistry", ne decanta
i
benefici effetti sulla sfera sessuale. La sostanza dai mille volti è
l'acido gamma - idrossibutirrico, il Ghb. Protagonista della cronaca
anche in tempi recenti. L'ultimo allarme che riguarda questo sale sodico
incolore e insapore è scattato infatti tre settimane fa quando la
polizia francese ha reso noto che il Ghb sarebbe stato all'origine di
alcuni stupri maturati nelle discoteche parigine. Poche gocce nel
bicchiere delle vittime designate e il gioco è fatto: questa sostanza
avrebbe indotto in alcune adolescenti uno stato di euforia e di
abbandono, senza lasciare nessun ricordo della violenza ma solo un
grande senso di colpa.
Fatti analoghi sono ben noti negli Stati Uniti, dove intorno al Ghb si è
scatenata una sorta di caccia alle streghe. Qui nasce l'appellativo di
droga dello stupro, quando insieme ad altri stupefacenti di sintesi
cominciò a diffondersi nei party californiani. Per frenarne il consumo,
dal 1999 l'acido idrossibutirrico è stato inserito nella lista delle
droghe e i National Institutes of Health hanno parallelamente deciso di
bloccare i finanziamenti per gli studi sugli usi terapeutici.
Ciononostante oggi la ricetta per fare in casa il Ghb, quattro atomi di
carbonio facili da sintetizzare, si trova nei newsgroup su Internet. E
poi ci sono siti come Vital Chemistry che, fatta eccezione per alcuni
paesi tra cui Svezia, Usa e Canada, lo consegnano addirittura a casa.
Ma fino a che punto il Ghb rappresenta un pericolo concreto? Per avere
gli effetti denunciati dalle vittime è necessario assumere dosi
consistenti di Ghb e mischiarlo con l'alcol o con altre sostanze
stupefacenti. Gantt Galloway, direttore del centro di ricerca
farmacologica all'Haight Ashbury Free Clinics, Inc. di San Francisco,
California, racconta: "Ho visto circa 30 casi di persone che avevano
assunto una dose di Ghb eccessiva. E i sintomi erano ansia, insonnia,
tremore, psicosi, delirio, amnesia. Nei casi peggiori può anche
provocare dipendenza e ricovero per alcune settimane, fino all'overdose.
Ma si tratta di conseguenze rare anche perché per sviluppare dipendenza
è necessario un uso eccessivo, fino a circa quattro dosi al giorno".
In Europa questa 'smart drug' è poco diffusa. A ridimensionare la sua
cattiva fama, c'è anche Alain Wallon che coordina il programma sulle
nuove droghe sintetiche dell'Emcdda (European monitoring centre for
drugs and drug addiction): "Non ci sono casi sufficienti in Europa per
definire il Ghb droga dello stupro". Un documento presentato a febbraio
2002 alla Commissione europea mostra che nella maggior parte dei paesi
dell'Unione la disponibilità del Ghb da strada è molto bassa:
in Olanda
dove è più diffuso, ne fa uso il quattro per cento dei consumatori
regolari di ecstasy nei nightclub e nelle discoteche. Sono in calo poi i
fenomeni di intossicazione nel 2001: uno solo in Svezia e in
associazione con l'alcol. Sui tre casi di stupro in seguito
all'assunzione di Ghb denunciati in Olanda è ancora aperta un'inchiesta.
Del Ghb da noi è nota soprattutto l'altra faccia. Quella buona: una
lunga tradizione di studi sugli effetti di questa sostanza nella terapia
di disintossicazione dall'alcol. L'acido gamma-idrossibutirrico dà
risultati più che soddisfacenti: "Come il metadone, il Ghb è
più
efficace degli altri farmaci nel trattamento dell'astinenza da alcol. Ha
effetti più rapidi nel controllare i sintomi del delirium (tremore e
altri) e il craving, ovvero il desiderio di bere", spiega Giovanni
Addolorato dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Sotto
stretto controllo medico, le dosi di Ghb (circa 50 milligrammi) non
provocano quei sintomi denunciati nei casi di abuso. Addolorato però
non
esclude che quantità superiori, o l'assunzione insieme ad alcol o
cannabis possano provocare effetti indesiderati. Per quanto riguarda i
pazienti solo una piccola parte (circa il 10 per cento) ne abusa in
terapia. Tra le ragioni, il fatto che questa sostanza ha effetti
psicotropi, ma anche perché ha un'emivita breve (circa due ore). Il
rischio è quindi che all'inizio si ricorra a dosi superiori rispetto
a
quelle prescritte. "Un effetto riscontrato anche in fase sperimentale,
quando non a tutti bastavano tre dosi giornaliere. Per gli altri siamo
passati a sei somministrazioni", racconta il medico.
Il Ghb è un'utile stampella terapeutica, dunque, sebbene proprio i suoi
effetti psicotropi possano, come nel caso del metadone, portare a una
nuova dipendenza. "Ciononostante oggi può essere usato solo in Italia
e
in pochi altri Paesi europei. Il rischio di abuso esiste e lo dimostrano
anche gli esperimenti sui topi di laboratorio che tendono ad
auto-somministrarselo", spiega Giancarlo Colombo dell'Istituto di
neurogenetica e neurofarmacologia di Cagliari. Se a dosi contenute può
essere un euforizzante, aumentando le quantità può diventare un
sedativo
e un ipnotico. "Tuttavia", aggiunge Addolorato, "l'atteggiamento
proibizionista adottato oltreoceano impedisce anche l'utilizzo medico",
tramutando in cattiva anche la faccia buona del Ghb.
Magazine, 27 luglio - 3 agosto 2002 © Galileo
http://www.galileonet.it/Magazine/mag0230/0230_3.html
gntz
Path: *****.org!not-for-mail
From: ".:PLA:." <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: il fantomatico post di TKN
Date: Tue, 22 Oct 2002 09:45:43 +0200
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Message-ID: <ap3025$bko$1@*****.org>
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NNTP-Posting-Date: Tue, 22 Oct 2002 07:51:39 +0000 (UTC)
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Xref: *****.org taz.ordanomade:8117
Ho dovuto scaricare 3387 messaggi e poi cercarlo...
ma secondo me ne valeva la pena
pla
LA MAGIA DELLE DROGHE
CHIMICA E ALCHIMIA DELL'ESTASI ARTIFIGIALE
Dott. Roberto Negrini Giornalista- Saggista (Firenze - Bologna)
I veleni divini
Tra i principali reperti archeologici ritrovati in Messico a Guatemala,
nelle terre che furono delle civiltà maya a azteca, i più enigmatici
furono indubbiamente alcune statuette raffiguranti figure totemiche
umane o animali sormontate da un'ampia cappella di fungo e risalenti in
alcuni casi, a 3000 anni fa (1).
Dalla decifrazione degli antichi codici aztechi e dalle tradizioni
magico-religiose degli Zapotechi e dei Mazatechi del Messico
meridionale, già registrate dai conquistatori spagnoli, risultava
l'esistenza di una misteriosa triade di piante-dee: il fungo
teonanacatl, il cactus peyotl e i semi vegetali ololiuhqui, Divinità-
cibo attraverso la cui consumazione e mediazione sacerdoti a sciamani
raggiungevano il diretto contatto con il soprannaturale a la comunione
con gli Dei (2).
All'epoca della prima conquista di Cortés, nel XVI secolo, il
missionario francescano Bernardino de Sahagun aveva descritto con pio
orrore cerimonie durante le quali gli indigeni si inebriavano con una
bevanda intossicante e "diabolica" che procurava loro visioni ed
ebbrezze "infernali" e che veniva estratta da un fungo velenoso
chiamato appunto teonanacatl (3) (che in lingua Nahuatl significava
"carne della divinità") .
Le crudeli e sistematiche persecuzioni perpetrate dalla Chiesa
Cattolica a dalla monarchia spagnola contro ogni forma di religiosità
magica locale, pur lontane dall'estinguere il culto dei funghi a delle
piante sacre e il loro utilizzo sciamanico, ne causarono
successivamente la quasi assoluta clandestinità e per più di 300
anni
sui segreti vegetali messicani gli Europei non ne seppero molto più del
devoto fiancescano al seguito degli sterninatori.
Il mistero del teonanacatl a delle millenarie statuette degli
uomini-animali-fungo fu infatti definitivamente svelato solo tra la
prima a la seconds metà del nostro secolo. L'etnobotanico americano
Richard Evans Schultes, direttore del museo botanico dell'università
di
Harvard, fu tra i primi ricercatori contemporanei a compiere estese
ricerche sulle piante psicoattive, trascorrendo ben 12 anni della sua
vita, dal 1941 al 1953, in Amazzonia, Ande e Sudamerica.
Il lavoro di Schulte svolto già fino dal 1936 in un'ottica
interdisciplinare tra botanica, etnologia e antropologia fu supportato
dal contatto diretto con sciamani, stregoni e ritualità tribali e
portò, nel corso di pochi decenni, il numero delle piante allucinogene
conosciute e classificate da una mezza dozzina a più di 80, dimostrando
nel contempo la strettissima connessione tra uso di droghe sacre,
religione e magia.
Nel 1954 il banchiere e micologo autodidatta R Gordon Wasson,
trasferitosi con la moglie nella regione di Oaxaca, nel Messico
meridionale, alla ricerca dei funghi sacri, scoprì che l'azteco
teonanacatl era il nome sacrale collettivo di una peculiare categoria
di funghi allucinogeni della famiglia Psilocybe mexicana la cui
utilizzazione cultuale e magica risultava ancora ampiamente diffusa tra
le popolazioni locali.
Grazie all'amicizia stretta con Maria Sabina, una curandera mazateca,
Wasson, sua moglie e altri collaboratori qualificati farono ammessi a
una serie di cerimonie sacre segrete che comprendevano la consumazione
sacramentale del teonanacatl e sperimentarono così gli sconvolgenti a
meravigliosi effetti estatici di visione ed espansione della coscienza
ben noti alla tradizione sciamanica.(5)
"Fu come se i muri della nostra casa si fossero dissolti" - dichiarò
Wasson nella relazione - "e il mio spirirto volato in alto, e io mi
trovavo sospeso a mezz ària [...J Sentii che ora stavo vedendo [..J
vedevo gli archetipi, le idee platoniche che sono alla base delle
imperfette immagini della realtà di ogni giorno". (6)
In quel momento l'audace ricercatore americano aveva sfiorato il
segreto di una delle più antiche forme universali di comunione col
sacro. "Ora voi siete il Fungo" (7) fu detto agli Europei mentre
stavano sperimentando qualcosa che alla perseguitata saggezza degli
Indios era noto da mllenni. Le antichissime ed enigmatiche statuette
dell'Uomo-Dio-Fungo rivelavano così il loro sconvolgente significato:
l'Uomo che si fa Dio attraverso la comunione con la pianta sacra.
"Possibile che il Fungo Divino", scrisse ancona Wasson, "fosse
il
segreto nascosto dietro gli antichi Misters?". (8)
Fu sulla traccia di questa intuizione che Wasson negli anni successivi
strinse un'intima e continuativa collaborazione con il dottor Albert
Hofmann dei laboratori di ricerca Sandoz di Basilea, che solo pochi
anni prima, nel 1943, analizzando le caratteristiche biochimiche della
segale cornuta (un fungo tossico parassitario delle graminacee e
particolarmente della segale), aveva isolato a analizzato il più
potente allucinogeno di sintesi mai conosciuto: la dietilamide
dell'acido D-lisergico (Lysergsäure-Diäthylamid) o LSD. (9)
Hofmann sottopose ad accurate analisi i vari tipi di funghi a semi di
piante magiche raccolte da Wasson e nel 1958 isolò il principio
neuroattivo del teonanacatl: la psylocibina. Parallelamente Hofmann,
che coltivava anche interessi etno-antropologici a filosofico-
esoterici, scoprì che un'altra mitica droga messicana chiamata
ololiuhqui ("il fiore della vergine") (10) conteneva alcaloidi
estremamente simili all'LSD presente nella segale cornuta.
ll Tradizionalmente l'ololiuhqui veniva utilizzata per il contatto con
gli Dei e per la visione del futuro ed era ottenuta dai semi di una
pianta di convolvolo (rivea coryrnbosa), (12) che Wasson aveva
identificato e trasportato nelle sue spedizioni.
Su sollecitazioni del noto mitologo a storico delle religioni Kàroly
Kerényi, amico di Hofmann, furono constatate notevoli affinità
strutturali tra alcune cerimonie rituali indigene messicane e le
pratiche mistersche a base estatica della Grecsa classica. Si giunse
così a ipotizzare che la bevanda sacra offerta agli iniziati nel corso
dei Msteri Eleusini per celebrare la loro mistica unione con la Dea
Madre Demetra, Signora del grano, il kykeon - citato da Eraclito a da
altre fonti - la cui composizione era a base di graminacee, contenesse
princìpi psicoattsvi affini a quelli dell' ololiuhqui e della segale
cor nuta (13) e fosse quindi sostanzialinente a base di LSD.(14)
Dal canto suo Wasson estese le sue ricerche medico-etnologiche ad altri
funghi psichedelici esoprattutto dedicò la sua attenzione al
velenosisssmo "ovulo malefico", l'amanita muscaria, che assunta con
gli
opportuni accorgimenti quantitativi e cerimoniali, rappresentava uno
dei più antichi, potenti e diffusi allucinogeni naturali utilizzati per
scopi sacri dai guerrieri vichinghi e dagli sciamani siberiani.(15)
Data l'ampia diffusione dell' amanita, con la sua caratteristica forma
di fallo in erezione, nelle regioni nordiche originarie dei popoli
indoeuropei, oltre che nelle zone del medio a vicino Oriente, Wasson
ipotizzò, con un largo margine di sicurezza, che il micidiale fungo
fallico costituisse l'ingrediente segreto del mitico soma, bevanda
sacra dei sacerdoti vedici e delle loro divinità nell'induismo arcaico,
dispensatrice di salute, coraggio, longevità, intuizione e immortalità,
sia dell'haoma, analoga bevanda sacra della tradizione iranica,
utilizzata per ottenere visioni divine già molto prima della riforma
monoteista di Zoroastro. (l6)
Insieme al fimgo teonanacatl e ai semi ololiuhqui la terza e più
importante pianta-dea della tradizione azteca, e poi indio-messicana,
fu e resta ancora oggi il piccolo cactus lophophora williamsii, meglio
conosciuto come peyotl, diffuso sugli altopiani del Messico
settentrionale, che il mito identifica con la carne di una divinità
cornuta, il Daino Celeste e le cui proprietà furono rivelate in sogno
a
una donna. (l7)
Allucinazioni visive, auditive a olfattive, visioni colorate a
geometriche, sovreccitazione sensoriale, distorsione percettiva,
dilatazione generale della coscienza sono i principali effetti - simili
peraltro a quelli di LSD e psilocybina - ottenuti attraverso
I'ingestione rituale dei bottom vegetali del peyotl, chiamati dagli
indigeni mescal e dai quali, nei primi anni del secolo, fu isolato
chimicamente il principio attivo principale responsabile dei poteri del
cactus: la mescalina, un alcaloide derivato dall'ammoniaca. (l8)
Dalle Americhe all'Europa, dall'Asia all'Africa fino ai più remoti
angoli del mondo, in stretta connessione con le tra dizioni sciamaniche
a misteriche, magiche o religiose di diversi popoli a razze, ritroviamo
questa intima simlbiosi tra l'universo simbolico del divino, i misteri
del mondo vegetale e la ricerca del sacro nell'uomo a nella donna. La
scienza spagirica tradizionale di sacerdoti, magi a sciamani - che
spesso furono di sesso femminile data la maggiore connessione della
donna con le più nascoste energie della natura - ha fornito per
millenni una serie di tecniche codificate sull'utilizzo delle sostanze
divine o "cibo degli Dèi" come pane della sapienza a dell'esperienza
magica.
Nell'autentica, primordiale celebrazione di un'Eucaristia, o
cannibalizzazione della Carne di Dio, di cui la nota cerimonia
cristiana non fu che la degradazione pallida e riduttiva, le droghe
sacre sono state mangiate, masticate, bevute, inalate, fiutate, fumate
o spalmate sui corgi, in ogni tempo e sotto ogni latitudine. Esse hanno
rappresentato uno dei propellenti primari per la reale conquista del
Divino, una conquista tanto spirituale quanto bio-chimica e fisio-
psichica.
Unite inestricabilmente e ritualmente a una corretta disciplina
dell'emozione e della psiche, queste sostanze hanno suscitato a possono
suscitare l'esplorazione dei mondi interiori e l'espansione della
coscienza e dei sensi umani, fino all'incremento apparentemente
sovrannaturale delle facoltà fisiche di vista, udito, forza muscolare,
velocità e resistenza a calore, gelo, fame, sete, sonno, fatica.
La pianta della coca era già sacra presso gli Incas nella preistoria
della loro cultura a la masticazione delle sue foglie psicoattive, a
scopi rigenerativi ed euforizzanti, è rimasta una pratica comune tra
le
popolazioni locali in Perù, Bolivia e Argentina, dove ancora oggi la
coca viene confidenzialmente appellata come "madre": Mama Cuca. (19)
Nella seconda metà del secolo scorso fu isolato chimicamente un
alcaloide che risultò essere il principio attivo di questa pianta: la
cocaina. (20)
In Australia la "pianta madre" dell'ebbrezza e delle visioni è
invece il
pituri, (21) una solanacea che cresce soprattutto nella parte centrale
del Queensland. Tradizionalmente le sue foglie vengono disseccate,
mescolate con cenere d'acacia in forma di piccole polpette a quindi
masticate lungamente con effetti allucinatori ed estatici.
Effetti simili a quelli della coca derivano poi dalla masticazione del
katt, (22) arbusto originario dell'Abissinia coltivato in Arabia a in
Etiopia. L'uso, cerimoniale e non, delle sue foglie per indurre visioni
divine, alterare la comune percezione a annullare fatica, sonno e fame
è ampiamente diffuso soprattutto nello Yemen, in Arabia, in Somalia e
in Etiopia, data anche la relativa tolleranza che questa tradizione ha
trovato da parte dell'Islam.
All'interno delle antichissime fratellanze magico-religiose
dell'Oceania, soprattutto in Polinesia, Nuova Guinea e Melanesia,
l'iniziazione ai Misteri della morte e le varie fasi dei riti tribali
di passaggio venivano a vengono ancora accompagnate dall'uso del kawa,
una bevanda estratta dalle radici di un pepe inebriante. (23) Il kawa
produce vari stadi di narcosi allucinatoria che le società iniziatiche
tribali utilizzano per collegarsi con i mondi invisibili.
Tra le piante psicoattive a effetto estatico di utilizzazione più ampia
e più antica risulta certamente la cannabis sativa e particolarmente
la
sue variante cannabis indica (canapa indiana), originaria dell'Asia e
diffusasi attraverso i secoli in gran parte del mondo. Dai suoi fiori a
foglie disseccati e tritati si ottiene la marijuana, che può essere
funata, inalata o bevuta in decotto, mentre la resina della pianta
femmina è generalmente conosciuta con il nome arabo di haschis e, oltre
che fumata, può essere masticata a mangiata . (2)
L' uso cerimoniale, magico e misterico della cannabis è attestato già
nell'Egitto faraonico, nella Cina del II millennio a.C., nell'India
vedica a nell'Impero assiro, come risulta da una tavoletta di
Assurbanipal dell'VIII secolo, dove la pianta droga è denominate
qunnapu. (25)
Erodoto nel IV libro delle Storie racconta che gli Sciti, nomadi del Mar
Nero, usavano le fumigazioni prodotte dai semi di cannabis, gettati su
appositi bracieri, per raggiungere stati di ebbrezza e voluttà e per
purificare il corpo. (26)
Il giardino profanato
Ogni culture tradizionale ha amministrato il proprio "giardino magico"
traendone il massimo dei vantaggi e il minimo dei rischi. Le piante dee
e i loro prodotti sono sempre stati venerati a utilizzati secondo
criteri a ritualità precisi a opportunamente circoscritti, anche se le
cronache storiche registrano segmenti di tempo e cicli storici nel
corso dei quali l'estasi e l'ebbrezza artificiale sono tracimati oltre
i confini del sacro, pervadendo di sé anche la vita profane, ricreativa
a sensuale.
Ma pur in queste circostanze restarono sconosciute ai popoli pre-
moderni, e quindi non condizionati dal dualismo schizoide di matrice
giudeo-cristiana, la devastante assuefazione e successive dipendenza
psichica e fisica come fenomeni di masse generati dalla diffulsione di
alcune tra queste sostanze all'interno della civiltà a della culture
moderne.
Non va dimenticato che tra i prodotti del giardino incantato ve ne sono
un certo numero la cui utilizzazione non controllata, o scorporata dal
contesto culturale e sacrale originario, risulta particolatmente
pericolosa e il cui abuso tende a produrre gravissimi danni psichici a
fisiologici culminanti in una suicide a inesorabile dipendenza.
Emblematicamente tra gli innumerevoli a millenari frutti di questo
Giardino degli Dei furono proprio tre fra i maggiormente insidiosi ad
avere le più strette e ambivalenti connessioni con le culture
succedutesi dalla caduta del mondo pagano ai giorni nostri. Una triade
di sostanze sacre, utilizzate fin dalla più remote antichità,
ma il cui
incanto corrode l'anima e il corpo di coloro che ne consumano la
profanazione: alcol, tabacco e oppio.
La diffusione sempre più indiscriminate dell'alcol nelle sue varie
forme, la "scoperta" del tabacco e la riscoperta dell'oppio da parte
dei mercanti inglesi e dei medici tedeschi, con la conseguente sintesi
dei suoi derivati, hanno interessato, coinvolto a sconvolto i
cosiddetti governi civilizzati del mondo cristiano e islamico, i quali,
pur tramite controversie, anatemi, esaltazioni, divieti a persecuzioni,
hanno finito col demonizzarne l'uso o, all'opposto e più spesso, col
monopolizzarne economicamente il commercio soprattutto per quanto
riguarda alcol e tabacco , provocando così l'esplosione incontrollabile
del mercato clandestino gestito dalle mafie den vari paesi e la
conseguente amplificazione degli abusi più perniciosi.
Sia l'alcol che il tabacco e l'oppio, ben prima di essere trasformate in
droghe sociali di massa, furono retaggio sacrale e culturale di intere
civiltà. Molto ampia sarebbe la lista delle bevande fermentate il cui
principio attivo è l'alcol etilico utilizzate fin dai tempi preistorici
dai popoli più diversi allo scopo di indurre un'ebbrezza sacra e
profana al tempo stesso. Un'ebbrezza capace tra l'altro, negli
opportuni contesti cultuali, di rimuovere la baniera che divide uomini
e donne dagli Dèi (o dalle profondità arche tipiche dell'inconscio),
generando una profonda e totalizzante comunione collettiva col Sacro.
Basti ricordare le più note a diffuse: il vino, prodotto dalla
fermentazione dell'uva e collegato dai Traci, e poi dai Greci, ai
Misteri di Dioniso; e la birra, ottenuta dalla fermentazione dei
cereali (orzo, mais, ecc.), la cui origine fu attribuita dai Celti al
potere di Cernunno, il Dio Cornuto dell'estasi a della fertilità. (27)
Il tabacco, originario delle Americhe nelle sue due specie principali
(Nicotiana tabacum L. a N. rustica L.) , fu considerato già dagli
Aztechi come il corpo della Dea Cihuacohatl (28) e trovò una
diffusissima utilizzazione sacramentale da parte degli sciamani sia
amerindi che pellerossa, i quali usavano fiutarlo o fumarlo, in
quantità anche enormi, allo scopo di indurre trance estatiche o
allucinatorie.
La "scoperta" delle popolazioni amerinde, delle loro terre a dei
loro
culti psico-vegetali da parte di Colombo, alla fine del XV secolo,
portò la sacra pianta del tabacco a contatto con la culturea
occidentale, che attraverso il consueto, paranoico balletto tra
proibizione a monopolio, è riuscita a trasfonnarla in una droga di
massa, intossicante e cancerogena, molto lucrosa per i suoi legalizzati
spacciatori, ma ormai priva di qualsiasi facoltà psicoattiva.
Quanto all'oppio, le sue elevate qualità sia terapeutiche che
psico-neurologiche, nonché la pericolosità a l'ambivalenza del
suo
utilizzo, erano già note ai Collegi sacerdotali egizi (che lo
denominarono shepen) e babilonesi, nonché tra i Sumeri (presso i quali
era conosciuto come hul gil "la pianta della gioia") (29) e tra i
Greci, come certificato da Omero che ne cita l'uso nel IV Libro
dell'Odissea celandolo sotto il nome di nepente. (30)
L'estrazione del succo lattiginoso di oppio dalle capsule non maturate
del papaver somniferum, o papavero da oppio, ben descritta da
Dioscoride, medico di Nerone, fu sempre nota agli Arabi come agli
Europei fino al Cinquecento, quando il medico, mago e alchimista
Paracelso ne ottenne, per primo, il laudano (tintura di oppio in
alcol), utilizzato come medicinale e come droga psicoattiva fino a
tutto il XIX secolo.
La catastrofica dipendenza fisica causata da un utilizzo non
controllato a sovradosato dell'oppio fu poi l'elemento scatenante della
sua strumentalizzazione da parte delle Compagnie commerciali inglesi in
Asia. In particolare la Compagnia delle Indie Orientali monopolizzò il
tra sporto e il commercio indiscriminato dell'oppio in Cina - dove fino
a quel momento il suo uso era stato limitato ai circoli filosofici
taoisti e ad alcuni ambienti aristocratici - causando le premesse dello
scatenarsi, nel 1839 e nel 1856, di ben due guerre tra Gran Bretagna e
Impero cinese.
Le autorità del Celeste Impero, per salvaguardare la salute delle
popolazioni, tentavano infatti di limitare con ogni mezzo l'esportazione
delles sostanza nel proprio territorio da pane degli Inglesi che lo
coltivavano a importavano dall'India. La Guerra dell'oppio (1839-42) fu
vinta dalla cristianissima regina Vittoria e, oltre a dover aprire i
suoi scali all'oppio inglese, la Cina dovette cedere il territorio di
Hong Kong che è rimasto fino al 1997 in mani britanniche. (3l)
Nel 1805 Friedrich Sertürner, un chimico tedesco, isolò uno dei
principali alcaloidi contenuti nell'oppio, la morfina e nel 1898,
sempre in Gennania, venne prodotto un suo derivato, la diacetilmorfìna,
meglio conosciuta come eroina. Le proprietà narcotiche a psicoattive
della morfina, del suo etere metilico (codeina) a soprattutto
dell'eroina sono sproporzionatamente squilibranti e tossiche a hanno la
principale caratteristica di indurre in breve tempo, nella generalità
degli individui psichicamente a culturalmente impreparati al loro
utilizzo, un'assoluta dipendenza sia psicologica che fisica.
La grande diffusions clandestina di queste sostanze, seguita alla loro
proibizione legale, è divenuta il principale alibi per la sistematica
persecuzione legislativa e morale di ogni frutto del Giardino Magico,
con l'unica eccezione, almeno nei paesi di cultures occidentale, di
alcol e tabacco, il cui business non vuole essere intaccato più di
tanto.
Una persecuzione che in realtà, dietro il pretesto di una difesa della
salute, risulta essere una Guerra Santa contro ogni ricerca
sperimentale di modificazione della coscienza estranea ai canoni
religiosi e medici accettati dalla cultura dominante. Come ha scritto
nel 1974 il medico americano Thomas S. Szasz, (32) uno dei massimi
esponenti mondiali del pensiero libertario in materia di droghe, "ciò
che chiamiamo 'guerra contro l'abuso di droga' è in realtà una
guerra
per eliminare, se possibile dovunque, l'uso di droghe che disapproviamo
e nello stesso tempo per incoraggiare dovunque l'uso di droghe che
appraviamo" . (33)
Mentre sul fronte della psichiatria non dovrebbero essere dimenticate le
illuminanti considerazioni dello psichiatra americano Lawrence Le Shan,
specialista nello studio degli stati alterati di coscienza, quando già
negli anni '60 affermava che
"lo stato normale della nostra cascienza è semplicemente un prodotto
provinciale della nostra civiltà meccanizzata occidentale. Possiamo
benissimo eonsiderarlo come il tipo di coscienza in cui la rostra
cultura ammaestra gli individui, ma esistono altri tipi di coscienza
altrettanto validi, ognuno con i suoi vantaggi ed i suoi svantaggi [..]
Quando si parla di stati di coscienza alterati si intende alterati
rispetto al normale, al giusto, al corretto stato di coscienza. Ma non
esiste alcuna dimostrazione che lo stato normale è quello giusto. Ogni
tipo di coscienza ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi, e - per quanto
ne sappiamo - nessuno rivela la verità" E ancora: "dato che
noi
consideriamo normale e sano lo stato di coscienza non alterato, non ci
succede per caso di considerare patologhici gli altri stati e malati
coloro che percepiscano la realtà in modo diverso? Tornando all'esempio
dei chiaroveggenti, che possono vedere in due modi, non li cansideriamo
forse dei fenomeni patologici? Nel paese degli orbi quello che ha due
occhi viene accompagnato dallo psichiatra". (34)
Dai frutti proibiti ai rivoluzionari della coscienza
Dal tempo in cui Eva e Adamo vennero puniti a maledetti dal dio semita
per avere mangiato una "sostanza proibita" che, secondo i saggi
consigli del Serpente, sarebbe stata capace di aprire i loro occhi,
(35) l'uso sacro delle piante psicoattive, così come ogni altro aspetto
dell'approccio magico al sacro, venne brutalmente perseguitato dalle
religioni monoteiste e particolarmente dalla Chiesa Cattolica Romana.
Che, imitata ben presto dalle autorità protestanti e successivamente
dai poteri politici a scientifici "laici", fu la prima e principale
responsabile di quell'ottusa ostilità verso ogni possibile
modificazione libera e volontaria della coscienza, che ha
caratterizzato e caratterizza le gerarchie culturali dominanti
dell'Occidente.
Anche in questo caso la Cristianità non ha smentito il proprio ruolo
repressivo e invasivo rispetto a ogni alternativa spirituale,
confermando ancora una volta ciò che acutamente ha ricordato il premio
Nobel per la letteratum Elias Canetti nel suo Massa e potere (1960):
"paragonato alla chiesa, ogni dsspota fa la figura di un inesperto".
(36)
Nella metà del XVI secolo il secondo Concilio di Lima corndannò
il
consumo di coca tra gli Indios come blasfemo e "superstizioso" e i
missionari al seguito dei conquistatori spagnoli usarono ogni mezzo per
sradicare nelle popolazioni locali amerinde il culto del peyotl,
defìnito come "radice diabolica", mentre papa Urbano VIII,
più o meno
nello stesso periodo in cui fece processare e condannare Galileo,
proclamò in tutto il mondo cristiano la proibizione dell'uso del
tabacco, "degradante per l'anima", sotto pena di scomunica.
Le strane facoltà dimostrate dalle piante psicoattive vennero
attribuite al potere del Diavolo e ancora una volta l'oscurantismo
ignorante fece di "Satana" il grande patrono di una scienza o saggezza
rifiutata. Infatti la tragica guerra tra gli eredi del dio biblico a
gli estimatori e le estimatrici del "frutto proibito" risultò
particolarmente evidente nella lotta contro la stregoneria, un culto le
cui profonde radici sciamaniche, legate a forme di religiosità
precristiana, sono state ormai accertate dalle ricerche storiche a
antropologiche più avanzate.
La sanguinosa persecuzione contro le "streghe" fu in realtà
una crociata
cristiana contro l'inaspettato diffondersi di un'antichissima religione
magica lunare, (37) i cui adepti e, soprattutto, adepte praticavano
antiche "arti", tra cui la manipolazione a l'uso di erbe e piante
"magiche" - cioè psicoattive - capaci di indurre visioni a
"incantamenti" sotto l'egida della dea Diana a dei suoi totem cornuti.
(38)
I "voli" nell'aria, i sabba, le orge mistiche e sensuali, i filtri
incantatori, le "trasformazioni" in bestie, tutto nella documentazione
sul culto delle streghe trasmessaci dagli stessi persecutori attraverso
i verbali dei processi ci parla di un uso, forse solo in parte
consapevole, di sostanze, erbe, radici e funghi atti a modificare e
dilatare la percezione a la coscienza sino a favorire il raggiungimento
di un'intima comunione con la natura e i suoi misteri siderali,
vegetali a animali.
Giambattista della Porta, letterato ed "esoterista" napoletano, dopo
aver direttamente osservato numerose adepte del culto durante i loro
"viaggi" rituali concluse nel suo Magia naturalis (1589) che
l'illusione del volo, le visioni eroto-magiche dei "demoni" e le
apparenti metamorfosi licantropiche venivano indotte dagli unguenti con
cui queste donne si cospargevano il corpo. (39)
Tra le principali piante psicotrope il cui uso è attestato da parte
delle streghe possono essere registrate: mandragola, cicucta virosa,
belladonna (conosciuta appunto come "erba delle streghe"), hyoscyamus
niger o giusquiamo (capace di produrre visioni profetiche e già
utilizzato dalle pitonesse del tempio di Delfi), datura stramonium a
datura innoxia (emblematicamente chiamate "erbe del diavolo" (40)
e
tuttora utilizzate come "piante-alleato" dagli sciamani sudamericani)
e, non sorprendentemente, amanita muscaria, il fungo delle visioni dei
sacerdoti vedici e iranici. (41)
Va inoltre ricordata la frequente presenza nelle misture rituali di
varie parti organiche della più comune specie di rospo, il bufo
vulgaris, nelle cui ghiandole è contenuta una sostanza dall'alto potere
allucinogeno: la bufotenina. (42)
Appare quindi evidente che, sia pure indirettamente, il genocidio
perpetrato da cattolici e protestanti contro i membri del "culto di
Diana" fu anche, se non soprattutto, una reazione persecutoria contro
l'ennesimo tentativo, da parte di uomini e soprattutto di donne diverse
a ribelli, di conoscere e assaporare i "fiutti proibiti" del Giardino
Magico.
Ma nessuna persecuzione poteva spegnere il grande anelito umano verso la
conoscenza, il piacere e la libertà dello spirito. Tra le pieghe più
segrete delle varie tradizioni "eretiche", magiche a alchemiche, che
nonostante i roghi di corpi e di libri mai hanno cessato di percorrere
i sotterranei culturali dell'Occidente, i misteri psico-vegetali sono
stati amorevolmente trasmessi attraverso il tempo.
Già nel Medioevo, per esempio, l'uso medico e ricreativo della cannabis
era giunto in Europa dal Medio Oriente attraverso la mediazione dei
crociati a probabilmente in forza di quella strana forma di "alleanza
virtuale" che, secondo alcuni storici, sembra aver collegato l'eretico
ordine dei Templari con la setta iniziatica islarnica degli Hashishin
(o mangiatori di haschis), fondata e guidata net XII-XIII secolo dallo
sceicco fatimide Hassan ben Sabbah - ricordato da Marco Polo come il
Veglio della Montagna - il cui motto sembra fosse: "la verità non
esiste e tutto è permesso".
Nella prima metà del XVI secolo il medico e libero pensatore François
Rabelais nei suoi romanzi ermetici, nascosti sotto il velo della satira,
cantò per primo in Occidente le lodi della canapa Indiana e dei suoi
effetti, celandola sotto il nome di erba pantagruelion. Le prime
ricerche scientifiche e mediche sulla cannabis iniziarono soltanto alla
fine del Settecento, quando i medici di Napoleone la riportarono in
Francia dopo la Campagna d'Egitto.
La libera diffusione della cannabis a dell'oppio in Francia durarite
tutto il XIX secolo inffuenzò profondamente l'atmosfera spirituale
romantica e l'uso di sostanze psicoattive come stimolanti della
creatività individuate e artistica si diffuse rapidamente tra tutte le
personalità più sensibili a geniali dell'epoca.
Nel 1844 a Parigi Théophile Gautier (il teorico dell' arte per l'arte),
insieme ai pittori Fernand Boissard e F.B. de Boisdenier, fondò
l'esclusivo club letterario degli Hachischins, riallacciandosi in
qualche modo alla tradizione un po' magica e un po' romantica degli
adepti ismailiti del Veglio della Mon tagna.
All'interno di questo circolo la crema intellettuale e artistica
francese, in gran parte costituita da massoni, celebrava una sorte di
convegni rituali dove si mangiava haschis e si fumava oppio, sia a
scopo ricreativo che con il preciso intento di stimolare oltre il
consueto le facoltà artistiche e immaginative alla ricerca di nuove
forme di espressione estetica.
Le esperienze individuali e di gruppo degli Hachischins coinvolsero,
tra gli altri, Victor Hugo, Gérard de Nerval, Eugéne Delacroix,
Alexandre Dumas (padre), Honoré de Balzac e il giovane Charles
Baudelaire che, in positivo e in negativo, descrisse mirabilmente i
risultati delle proprie esperienze con oppio a haschis nei Paradisi
artificiali (1860). 43
La ricerca chimicoestetica del circolo di Gautier aveva avuto i suoi
precedenti - soprattutto attraverso l'uso di oppio e laudano - tra
alcuni dei principali esponenti del Romanticismo inglese, come Samuel
Coleridge, John Keats a particolar mente Thomas de Quincey, che nel
1822 pubblicò le Canfessioni di un mangiatore di oppio, opera che
proprio Baudelaire tradusse a fece circolare in Fran cia. (44)
De Quincey aveva vissuto con l'oppio un'intimità totalizzante e la sue
creatività artistica ne era stata enormemente amplificata. Ma alla fine
era caduto prigioniero dell'assuefazione a della dipendenza, dalle
quali riuscì poi a liberarsi grazie a una tenace autodisciplina e a una
ferrea quanto progressiva riduzione delle dosi.
Un'analisi interdisciplinare fra antropologia, biochimica, filosofia e
letteratum darebbe probabilmente risultati sorprendenti a proposito del
reale influsso che l'uso sistematico e a volte rituale di sostanze
psicoattive ha avuto sullo sviluppo della dimensione estetica,
filosofica e letteraria occidentale e, di rifiesso, sulla rivoluzione
dei costumi e sul mutato atteggiamento verso la vita a verso il sacro
che ha introdotto e accompagnato il nostro secolo. (45)
Dai citati pionieri del primo Romanticismo ottocentesco, cui non va
dimenticato di aggiungere E.A. Poe, i cui fantastici viaggi nel sopran
naturale non furono estranei all'uso dell'oppio, passando attraverso gli
ineffabili "mangiatori di haschis" di Gautier fino attraverso gli
inefiabili "mangiatori di haschis" di Gautier fino a Flaubert,
Maupassant, Apollinaire, Rimbaud e proseguendo con Proust e decine di
altri, si puo dire non vi sia stato quasi alcun talento letterario o
poetico, soprattutto tra i romantici e i decadentisti a cavallo tra i
due secoli, non coinvolto nell'uso delle antiche, sacre sostanze.
Tra il 1888 e il 1896 il farmacologo tedesco Louis Lewin isolò
l'alcaloide della mescaline dal peyotl, pubblicando poi uno studio
dettagliato sugli aspetti biochimici, etnologici e religiosi del cactus
messicano, che da quel momento negli ambienti scientifici assunse il
nome di anhalonium Lewinii. Le potenzialità enormi della mescalina come
chiave di liberazione degli universi interiori furono accolte dagli
artisti a dagli sperimentatori della coscienza con un entusiasmo ancora
superiore a quello che era stato riservato all'oppio e ai suoi derivati
morfinici, la cui sgradevole tendenza a creare assuefazione aveva
causato problemi a molti.
Allo stesso modo di quello dell'haschis il principio attivo del peyotl
poteva essere pilotato a piacimento senza indurre alcuna forma di
dipendenza fisica, come ebbero a sperimentare to scrittore, regista
teatrale ed esoterista Antonin Artaud (uno dei massimi esponenti del
Surrealismo) e più di ogni altro l'eclettico inglese Aldous Huxley, che
sotto la guida dello psichiatra Humphry Osmond - inventore
dell'aggettivo "psichedelico" - sperimentò a largo la mescalina
con
intenti filosofico-cono scitivi, pubblicando nel 1954 le proprie
osservazioni illuminanti in quella che probabilmente resta la sue opera
più importante: Le porte della percezione. (46)
La sinergia tra scienziati, letterati e artisti nell'ambito delle
ricerche sulle alterazioni artificiali della coscienza era state
inaugurate dallo psichiatra fiarrcese Jacques Joseph Moreau de Tours
che, dopo essersi occupato a lungo della chimica del cervello, aveva
sperimentato l'uso della cannabis per la cure di alcune forme di
malattia mentale.
De Tours, nella sue veste di sperimentatore, era stato l'autentico
ispiratore di Gautier e degli Hachischins e forniva lui stesso
l'haschis al gruppo seguendo i risultati delle "sedate". Dal canto
suo
Havelock Ellis, uno dei fondatori della moderna sessuologia, dopo avere
personalmente sperimentato e autoanalizzato gli effetti del peyotl,
persuase diversi artisti suoi amici a sottoporsi a una serie di sedate
psichedeliche, registrandone accuratamente le esperienze.
La convergenza tra lucida analisi scientifica, avventura spirituale
estetica e analisi antropologica delle antiche culture religiose
portava sempre, e ha portato fino ai giorni nostri, a una sola,
rivoluzionaria conclusione, che sconfina nella magia: l'estasi chimica,
la pratica mistica a la "visione" sciamanica si rivelano simili fino
ad
apparire come una sole, identica esperienza.
Le piante magiche e i loro derivati continuano a essere quello che
sempre sono state: una chiave di accesso alla dimensione del sacro.
Carne a Spirito dissolvono e confondono i propri confini attraverso il
pasto eucaristico dei Cibi Divini.
Psiconautica e nuova gnosi
"Non c'è Dio, Bibbia o Varngelo, non ci sono parole che fermino
lo
spirito [...] Noi abbiamo messo la mano su una bestia nuova [ ...]
Abbandanate le caverne dell éssere. Venite [...] Cedde al pensiero
integrale". (47)
Così scriveva nella Révolution surrèaliste del 1925 Antonin
Artaud,
"apostolo" del peyotl e propugnatore di una rivoluzione "magica"
dell'arte, della religione e della cultura. La riscoperta, sia
biochimica che antropologica e artistica, del Giardirio Magico e del
suo possibile utilizzo corse di pari passo con la rinascenza magico-
esoterica che fiorì a partire dalla seconda metà del XIX secolo,
coagulandosi in una costellazione di Logge occulte a Ordini iniziatici,
spesso derivati dalla Massoneria.
In tali organizzazioni il principale filo conduttore era una nuova a
appassionata forma di paganesimo e tra i loro membri figuravano, nella
comune ricerca, poeti, scrittori, medici, filosofi e ricercatori degli
antichi Misteri. All'interno di alcuni di questi Ordini le pratiche
teurgiche e la ricerca alchemica costituivano la base di un graduale
processo di autoconoscenza radicale, il cui sviluppo implicava tecniche
di proiezione fuori dal corpo, esplorazioni mentali di altre dimensioni,
contatti con poteri extra umani a soprattutto la sistematica
trasmutazione della coscienza di veglia, mutevole a transitoria, verso
un più profondo, stabile e divino stato dell'Essere.
I propellenti tecnici atti a scatenare tali processi potevano essere
differenziati, ma i più potenti a veloci -spesso anche combinati fra
loro - furono l'uso magico dell'erotismo, o magia sessuale e
l'assunzione controllata di droghe.
In Italia questo particolare tipo di ricerca magica fu ampiamente
praticato dal Gruppo di UR, una "catena" di studiosi ed esoteristi
provenienti da diverse tradizioni a guidati negli anni '20 da Julius
Evola, che nel suo saggio sull'uso delle droghe a scopo iniziatico,
pubblicato nei fascicoli di UR tra il 1927 a il 1928, analizzò i vari
tipi di sostanze naturali e di sintesi che potevano essere utilizzate
come alchemiche "acque corrosive" (acidi corrosivi per le concrezioni
dell'Io), dimostrando particolare interesse per la mescaline e
soprattutto per l'etere etilico. (48)
L'Ordine magico-iniziatico che più di ogni altro sviluppò al
proprio
interno una sistematica utilizzazione rituale, sia individuale che
collettiva, di sostanze psicoattive, spesso combinata con pratiche
magico-sessuali, fu l'Ordo Templi Orientis (O.T.O.), fondato nel 1904
da massoni tedeschi depositari di tradizioni rosacruciane, sufiche a
tantriche e stabilmente consolidato a tutt'oggi in vane forme e
filiazioni, sia in Europa che negli Stati Uniti. (49)
Nel Grado Operativo interno detto "Concilio dei Principi", durante
una
cerimonia di contatto collettivo con la radice sensuale dell'Essere,
definita con il nome mitico di Babalon gli iniziati dell'Ordine
assumevano ritualmente dosi controllate di laudano (indicato con la
cifra kabbalistica "31"), all'epoca legalmente commercializzato in
tutta Europa, raggiungendo suo tramite una sorta di coscienza
illuminata di gruppo. (50)
Nel 1922 divenne Gran Maestro dell'O.T.O. il magista, esploratore e
poeta inglese Aleister Crowley, che con i suoi libri, ricerche ed
esperienze ha contribuito forse più di ogni altro in Occidente a
stabilire un ponte di collegamento tra pratiche magiche, stregoneria
sciamanica e uso di sostanze atte a modificare la coscienza. (51)
Crowley sperimentò in forma radicale praticamente tutti i tipi di droga
conosciuti alla sue epoca, rivolgendo una parti colare attenzione
all'haschis, all'anhalonium Lewinii (peyotl) e all'etere. L'eclettico
magista ingaggiò altresì una titanica lotta, conclusasi vittoriosamente,
contro l'assuefazione all'eroina e alla morfina, che aveva iniziato ad
assumere a scopo terapeutico secondo le prescrizioni mediche del tempo e
alla cui schiavitù era giunto a sottoporsi volontaria mente per
"esplorarne i meccanismi", come testimoniato nel The diary of drug
fiend pubblicato nel 1922. (52)
La fìlosofia magico-sperimentale sulle droghe sviluppata dai magisti
neopagani, da Crowley, dall'O.T.O. a da tutte le moderne organizzazioni
e correnti di pensiero magico, neo-gnostico e neo-stregonico che ne sono
derivate costituisce di fatto lo sfondo su cui si sono sviluppate tutte
le più illuminate forme contemporanee di approccio al problema. (53)
Secondo queste premesse i frutti del Giardino Magico vanno avvicinati
tenendo conto della propria vocazione e qualificazione personale,
equipaggiandosi con una precise conoscenza scientifica delle singole
sostanze a dei loro diversi effetti bio-chimici e mentali. Uso e
pratica van no inoltre fìnalizzati, guidati e limitati con estrema
tecnica e precisione nel contesto di un atteggiamento sacramentale in
cui si realizzi un'autentica simbiosi tra mente, corpo, natura a cosmo.
La "via delle droghe" non è che una delle diverse opzioni
che si
presentano al magista come strumenti autorealizzativi. Qualora venga
fatta questa scelta, l'utilizzazione dei "cibi sacri" per essere
efficacemente creativa non potrà che essere circoscritta entro spazi
e
tempi definiti e comunque considerata temporanea poiché gradualmente
il
corpo stesso del "viaggiatore" o operatore psico-magico deve
raggiungere attraverso questi stimoli la capacità di produrre i
medesimi effetti senza l'ausilio di sostanze esterne.
Le moderne ricerche mediche sulla produzione biochimica delle endorfine
all'interno dell'organismo prefigurano questa possibilità e rendono
credibili le affermazioni dell'antropologo americano Carlos Castaneda,
recentemente scomparso, che, dopo essere stato iniziato dagli stregoni
Yaqui attraverso l'uso della "pianta alleato"(datura innoxia), del
Piccolo Fungo (il fungo psilocybe) e del "maestro protettore
Mescalito"(peyotl) proseguì le proprie esperienze meta- corporee
ed
extrasensoriali e concluse il proprio iter sciamanico senza più
utilizzare alcuna sostanza "propulsive". (54)
E non devono peraltro essere dimenticate le numerose sperimentazioni
effettuate sul fronte della moderna Parapsicologia da coraggiosi
ricercatori come l'americano Charles T. Tart, il farmacologo spagnolo
Bascompte-Lakanal, la coppia di psicologi Masters e Houston, a ancora
Andrija Puharich e Leonid Vassiliev dai cui risultati sembrerebbe che
la fenomenologia paranormale in genere subisca sensibili accentuazioni
in presenza di assunzione di sostanze psicoattive da parte dei soggetti
studiati. (55)
Sia le filiazioni contemporanee dell'O.T.O. (operanti anche in Italia)
che i liberi gruppi di ricerca sulla Psiconautica - come ormai viene
defìnita questa scienza - sono oggi orientati verso un prudente rifiuto
nei confronti degli oppiacei (soprattutto morfina ed eroina) per la
loro devastante pericolosità e sono piuttosto interessati ad
approfondire sia le possibilità delle tradizionali sostanze
psichedeliche, libere da ogni rischio biologico di assuefazione (piante
varie, cannabis, funghi, mescalina, LSD...), che a elaborare
l'utilizzazione e la sintesi di nuove sostanze psicoattive, naturali o
composte, non facenti parte delle inique liste di proscrizione del
proibizionismo a quindi legalmente utilizzabili.
Interessante è, a questo proposito, il nuovo termine di alchimia
enteogenica, cioè l'arte di manipolare a produrre sostanze enteogene-
ovvero rivelatrici della divinità interiore - proposto in Italia dal
Società Italiana per to Studio degli stati di Coscienza (S.I.S.S.C.),
(56) un'associazione scientifica di medici, botanici, psichiatri,
esoteristi e "psiconauti enteogenici" collegata ad analoghe
associazioni straniere, che pubblica periodicamente la rivista Altrove
a nel cui comitato scientifico spiccano i nomi di Richard Evans
Schultes, il già citato direttore del museo botanico di Harvard, e di
Albert Hofmann, scopritore dell'LSD a propugnatore di una cultura
enteogenica, gnostica a neo-eleusina (57)
Hofmann, che nel 1951 condusse una serie di sedute enteogeniche a base
di LSD con Ernst jünger (che ha da poco celebrato il suo 100°
compleanno) e che negli anni '60 collaborò intimamente con Huxley, (58)
fu anche uno dei principali ispiratori del rivoluzionario professore di
Harvard Timoty Leary, i cui interessi magico-esoterici per le tematiche
sviluppate dall'O.T.O. sono ben noti e che all'alba della rivoluzione
culturale giovanile dell'ultimo trentennio si fece profeta, sulla base
delle proprie esperienze con LSD, di una nuova formula culturale neo-
gnostica e psichedelica. (59)
E con le parole di Leary, pubblicate nel 1970 come "i due comandamenti
dell'era molecolare", che potremmo chiosare ogni manifesto di una nuova,
possibile Era del corpo e della mente: "1. Non alterare la coscienza dei
tuoi simili. 2. Non impedire che i tuoi simili alterino la loro
coscienza". (60) Frasi da non dimenticare.
Biblioghrafia
1. Cfr. Daniel S. Worthon, Conoscere le piante allucinogene, Savelli,
1980, p. 60-63.
2. Cfr Robert S. de Ropp, Le droghe a la mente, Roma, Cesco Ciapanna,
1980, p. 147.
3. cfr. Philippe de Fèlice, Le droghe degli dei, Genova, ECIG, 1990,
p.
158-159.
4. cfr. Cesco Ciapanna, Marijuana e altre storie,1979, p. 195-196.
5. Ivi. p. 197-199.
6. De Ropp, Le droghe ... cit., p. 148.
7.Cfr. Ciapanna, Marijuana ... cit., p. 198.
8. De Ropp, Le droghe ... cit., p. 148.
9. Cfr. Albert Hofmann, LSD : il mio bambino difficile, Milano, Urra,
1995.
10. Cfr. de Ropp, Le droghe ... cit., p. 147.
11. Sull'opera e sulle ricerche di Wasson e sui suoi stretti rapporti
con Hofmann vedi anche: Worthon, Conoscere le piante allucinogene ...
cit., p. 67-69, nonché le dettagliate descrizioni dello stesso Hofmann
al cap. 9 della sua opera fondamentale (Hofmann. LSD ... cit., p. 101-
126.)
12. Cfr. de Ropp, Le droghe ... cit., p. 150.
13. Sulle connessioni tra i Misteri Eleusini e il probabile utilizzo di
sostanze psicoattive estratte da qualche fungo psilocibinico vedi il
pregevole saggio dello psicanalista Gilberto Camilla, direttore
scientifico della rivista Altrove pubblicata dalla Società Italiana per
to studio degli stati di coscienza, "Ritorno ad Eleusi" (Altrove,
Torino, Nautilus, n. 3 / 1996, p. 13-27).
14. Va ricordato che le ricerche che portarono a formulare l'ipotesi di
un preparato estratto dalla segale cornuta come sostanza psicoattiva
utilizzata nel corso dei Misteri Eleusini vennero pubblicate nel libro
the road to Eleusis (1978) scritto da R. Gordon Wasson, Albert Hofmann
a Carl A.P. Ruck, professore di etnobotanica della mitologia greca ad
Harvard (vedi ed. New York-Londra, Harcourt Brace Jova novich). Cfr.
Albert Hofmann, I misteri di Eleusi. Roma, Stampa Alternativa, 1993, p.
7-9.
15. Cfr. Worthon, Conoscere le piante allucinogene ... cit., p. 50-55.
16. Sugli studi di Wasson in relazione all'amanita muscaras
identificata con il soma cif. de Ropp, le droghe...cit., p. 163-165,
Sul soma vedico e l'haoma iranico vedi anche: de Felice, Le droghe
degli dei cit., p. 213-232.
17. Cfr. de Ropp, Le droghe ... cit., p. 15-17.
18. Ivi, p. 39 sg.
19. Cfr. Ciapanna, Marijuana ... cit., p. 180.
20. Sugli aspetti antropologici del culto della pianta di coca e sulla
natura della cocaina vedi: de Félice, Le droghe degli dei cit., p. 47-
62. Per una dettagliata analisi della cocaina dal punto di vista
tossicologico, anche se tracciata con un deciso taglio proibizionista
da cui dissentiamo fortemente, vedi anche il saggio La cocaina (Milano,
Il Falco, 1982) di Rosario Cutrufello, capo reparto neuropsichiatrico
dell'Ospedale Militare Principale di Milano.
21. Cfr Worthon,Conoscere le piante allncinogene... cit., p. 44-45.
22. Cfr de Félice, Le droghe degli dei ... cit., p. 154-156.
23. Cfr Ciapanna, Marijuana ... cit., p. 193. Per un'estesa analisi di
naturea, diffusione a utilizzo sacramentale del kawa vedi: de Félice,
Le
droghe degli dei ... cit., p. 98-105.
24. Cfr Daniele Piomelli. Storia della canapa indiana breve ma veridica,
Roma, Stampa Alternativa, 1995.
25. Bernardo Parrella, "L'uomo e la cannabis", Altrove, Torino,
Nautilus, n. 2 (1995), p. 27.
26. Erodoto, "Le storie", Storici greci, Firenze, Sansoni, 1993,
p. 202
(IV, 73-75).
27. Cfr. de Félice, Le droghe degli dei ... cit., p. 276-281.
28. Silvio Pagani, "L'addomesticamento della molecola selvaggia:
tabacco a cannabis a confronto", Altrove, Torino, Nautilus, n. 2
(1995), p. 69.
29. Cfr. Dean Latimer, Jeff Goldberg, Fiori nel sangue: storia americana
dell'oppio, dalle leggende antiche alle moderne scoperte scientifiche,
Roma, Cesco Ciapanna, 1983, p. 22.
30. Cfr. Omero, Odissea, IV, 280-307.
31. Latimer, Goldberg, Fiori nel sangue ... cit., cap. 6 (p. 81 125).
32. Thomas S. Szasz, nato a Budapest nel 1920, ha insegnato psichiatria
alla State University di NewYork a Syracuse a partire dal 1956.
33. Thomas S. Szasz, Il mito della droga la persecuzione ritnale delle
droghe, dei drogati a degli spacciatori, Milano, Feltrinelli, 1977, p.
56.
34. Brani tratti dalla conferenza di Le Shan pubblicata in: PSI and
altered states of consciousness, New York, Garrett Press, 1967, p. 129-
130. Cfr. Ciapanna, Marijuana ... cit., p. 210.
35. Un'illuminante analisi metaforica sul mito giudeo-cristiano della
proibizione ad Adamo di consumare i frutti dell'Albero della Conoscenza
correlato al tabù occidentale rispetto alle sostanze psicoattive viene
tracciato da Szasz in IL mito della droga ... cit., p. 91-93.
36. Elias Canetti, Massa a potere, Milano, Adelphi, 1981, p. 187.
37. Cfr. Margaret A. Murray, IL dio delle streghe, Roma, Ubaldini 1972;
Le streghe nellEuropa occidentale, Milano, Garzanti, 1978. Vedi anche:
Pinuccia Di Gesaro, Streghe: L óssessione del diavolo, il repertorio
dei malefizi, la repressione, Bolzano, Praxis 3, 1988; I giochi delle
streghe: stregonerie confessate nei processi del Cinque a Seicento e
convalidate dai massimi denwnolog Bolzano, Praxis 3, 1995.
38. Cfr. Massimo Centini, Le schiave di Diana: stregoneria a
sciamanismo tra superstizione a demonizzazione; Genova, ECIG, 1994.
39. Ivi, p. 283-284.
40. Cfr. Gilberto Camilla, "Le erbe del Diavolo: aspetti antropo
logici", Altrove, Torino, Nautilus, n. 2 (1995), p. 105-115.
41. Centini, Le schiave di Diana ... cit., p. 286-289.
42. Cfr. Albert Most [e altri.], Rospi psichedelici, Torino, Nautilus,
1995. Vedi anche: Luciano Pirrotta. "Il rospo nei rituali satanici",
Abstracta, n. 28 (lug: ago. 1988), p. 39-43.
43. Cfr. Charles Baudelaire, I paradisi artificiali, Milano, Dall'Oglio,
1974.
44. Cfr. Thomas De Quincey, Confessioni di nn oppiomane, Milano,
Garzanti, 1987.
45. Cfr. Walter Benjamin, Sull hascisch, Torino, Einaudi, 1975.
46. Cfr. Aldous Huxley, Le porte della percezione, Milano,
Mondadori,1990.
47. Cfr. Franco Fortini, Lanfranco Binni. Il movimento surrealista,
Milano, Garzanti, 1991, p. 91-98.
48. Cfr. EA (Julius Evola), "Sulle droghe", in: Gruppo di UR,
Introduzione alla Magia, Roma, Mediterranee, 1971, vol. 3, p. 363-377.
49. Per una dettagliata analisi storica delle principali ramificazioni
dell'Ordo Templi Orientis curata sotto la diretta supervisione
dell'autore del presente articolo vedi: Akkademia Pan Sophica Alpha
Draconis, "Radici storiche a magiche delle filiazioni O.T.O.", Daimon:
periodo di cultnra neopagana, chelemica, gnostica e luciferiana, Campi
Bisenzio, APsAD, ed. speciale del 1° dic. 1997, p. 2-13.
50.Cfr. Francis King (curatore), the secret rituals of che O. T. O:,
London, C.W. Daniel Company, 1973, p. 131, nota 1.
51. Roberto Negrini, "A cinquant'anni dalla morte di Aleister Crowley:
vita, cultura a magia di un sapiente scandaloso", Il Giornale dei
Misteri, n. 315 (gen. 1998), p. 31-35. Sulla vita e sull'opera di
Crowley vedi anche la relazione da noi presentata a Cefalù in occasione
del Convegno Internazionale Un mago a Cefalù: Aleister Crowley e il suo
soggiorno in Sicilia (22-23 feb. 1997) promosso dall'Azienda Autonoma
di Soggiorno di Cefalù e dall'Assessorato Regionale Turismo di Sicilia
in occasione del cinquantenario della morte del magista inglese:
Roberto Negrini, "La Bestia e la Dea: Idealismo Magico a Illuminismo
Scientifico di Aleister Crowley, dal Neopaganesimo europeo alla New
Age", Daimon, ed. cit., p. 17-26.
52. Cfr. Aleister Crowley, Diary of a drug fiend, York Beach, Samuel
Weiser, 1970.
53. Sui diversi aspetti magico-operativi connessi all'utilizza zione di
sostanze psicoattive vedi il saggio fondamentale di Kenneth Grant
(discepolo di Crowley e attuale Gran Maestro della filiazione inglese
dell'O.T.O.) La droga e l'occulto in: Kenneth Grant, IL risveglio della
Magia, Roma Astrolabio, 1973, p. 76-90.
54. Cfr. Carlos Castaneda, A scuola dallo stregone, Roma, Astrolabio,
1970.
55. Cfr. Ciapanna, Marijuana ... cit., p. 233-240.
56. Cfr. S.I.S.S.C. "Psiconauti del 2000", Altrove, Torino, Nautilus,
n.
2 (1995) , p. 25.
57. "Sul modello eleusino si potrebbero istituire centri in grado di
riunire a rafforzare le molteplici correnti spirituali del nostro tempo
che mirano allo stesso traguardo, consistente nel creare i presupposti,
tramite una trasformazione di coscienza in ogni singolo individuo, per
un mondo migliore senza guerre né catastrofi ambientali, per un mondo
abitato da uomini più felici" (Albert Hofmann, I misteri di Elensi
...
cit., p. 16) .
58. Cfr. Albert Hofmann, LSD: i miei incontri con Huxley, Leary,
fiinger, Vogt, Roma, Stampa Alternativa, 1992.
59. Cfr. Timothy Leary, Ralph Metzner, Richard Alpert, L'esperienza
psichedelica: manuale basato sul Libro Tibetano dei mor1i, Milano,
SugarCo, 1974. 60. Cfr. de Ropp, Le droghe ... cit., p. 179..'
60. Cfr. de Ropp, Le droghe... cit. p. 179.
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PERCHE NON E' STATO UN PARTY:
__nessuno ci ha chiesto una padella, o di poter cucinare sul van.
__non cera ketamina.
__l'impianto era costituito da 1 sola cassa.
__eravamo 20 (50 alle 3 del mattino).
__hanno suonato il *barcarolo va' contro corrente*.
__le guardie hanno creduto fosse una festa di compleanno.
__l'info line (italiano!!!) dava info sensate.
__intera location sviluppata su piazzola da 70 mq (max)
__non ho incontrato tazzer
__cera 1 solo cane (+ i nostri 2)
PERCHE E' STATO UN PARTY:
__cera il tizio a torso nudo che rotolava x terra.
__ogni 3 ore, il generatore finiva benza... e tutti sbottavano.
__sono arrivate le guardie.
__bordo fiume identiko a cirriè
vabbè... vince non e' stato un party 10 a 4....
wally
CURIOSITA'
__gli amici del tizio a torso nudo rotolante, lo chiamavano trittico...eri
tu?
__al mattino le membrane del woofer erano stelle filanti, la musica si
ascoltava ancora identicamente come tutta notte.
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Subject: Lucano bucolico report
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Dalle mie parti, le storie che nelle notti d'inverno i nonni
tramandavano ai bimbi parlavano spesso di stupefacenti fenomeni: pietre
che bruciavano da sole, corsi d'acqua diventati neri e fiamme
improvvise che scaturivano dalla terra distruggendo alberi, case,
animali e persone. Negli anni '70, quando andava molto di moda il
genere demo/entno/antropo/ e qualcos'altro, il fenomeno fu lungamente
studiato. Dopo lunghe ricerche e studi accurati, i sapienti decisero
trattarsi di sopravvivenze storiche di culti precristiani, insomma
allucinazioni collettive. Il giorno seguente il terremoto che ne
distrusse l'80% degli edifici, nel bel mezzo di quella che prima era la
piazza principale, dalla sommità di un cumulo di macerie, una lingua
di fuoco si levò al cielo come una spada di fiamme inflitta nella terra.
I paesani interpretarono il prodigio come un segno inequivocabile
della collera divina e si riunirono in veglie per
pregare Santi e Madonne d'aver pietà di loro.
Correva il 1980, il paese si chiama Montemurro.
Questa volta, arrivarono i petrolieri. La fuoriuscita di gas
infiammabile dal terreno è chiaro sintomo della presenza di petrolio
nel sottosuolo. Il primo impatto fu traumatico. I nuovi venuti
arrivavano con sconosciute macchine volanti, parcheggiavano nei posti
più assurdi, pizzi di montagna da secoli inesplorati, facevano le loro
cose quindi tornavano donde erano venuti. Praticamente, alieni. Nessuno
aveva visto mai un elicottero. Poi fu la volta di quelli delle
prospezioni petrolifere. Una prospezione petrolifera consiste in un
terremoto artificiale, provocato da una carica di esplosivo: la
modalità di propagazione delle onde sismiche permette di determinare
cosa c'è sotto terra. Questo in teoria. Applicato in lucania, emersero
alcuni dettagli imprevisti. In un posto in cui quasi tutto era stato
distrutto dal terremoto naturale, le vibrazioni artificiali
distruggevano quel poco che, precariamente, era sopravvissuto. Se sei
un contadino, vivi in otto in una stanza ed il tetto crolla perchè
t'hanno fatto esplodere una mina dietro il fienile, prendi il fucile e
ti fai giustizia a pallettoni. Dalle mie parti, s'usa così. In lucania,
l'orto è una religione. Il padron di casa invita l'ospite nel suo
orticello e gli mostra l'abilità della sua signora: verze, carote, un
po' di zucchine, ortaggi vari ed assortiti. Vagando per campagne, mi
sono fatto una cultura da fruttarolo. L'orto, però, richede acqua.
L'acqua si estrae dai pozzi. Purtoppo, però, le vibrazioni rompono le
vene d'acqua e prociugano i pozzi. Parecchi così rimasero senz'acqua.
Dopo la disgrazia del terremoto, davvero era troppo. Finì con le
prospezioni sotto scorta dei carabinieri e con il prete che a messa
arringava i fedeli: "sono cristiani /anche/ loro...certo...però..".
Poi
cominciò il tempo delle trivellazioni. Un pozzo petrolifero richiede,
grossomodo, un piazzale grande quanto due campi di calcio. Qualunque
cosa sia sul terreno viene sradicata affinchè resti solo una distesa
brulla di terriccio compresso e polvere di cemento. In questo piazzale
viene creato dal nulla un macchinario mostruoso e fantastico, slanciato
e possente, un simbolo della potenza dell'uomo sulla natura, con la
torre alta più di un palazzo, i fanghi tossici gettati a vista da
qualche parte, il rumore che sembra quello del digiridoo di Aphex Twin
sentito sotto cassa, a tutte le ore di tutti i giorni, domeniche e
festivi compresi. Qualcuno osò protestare. Nossignore: tutto è
regolare, "a norma di legge", anche se il fetore acre lo senti a
trecento metri, il rumore fa vibrare le finestre ed i panni stesi
all'aria si impregnano di una polverina nera che nessuno sa spiegare
cosa sia nè da dove provenga. Per superior esigenze di natura
energetica, che così sia, fanculo il resto. Adesso è la volta
della
raffineria. Costruita al centro della valle, dove, un giorno, sarà
parco nazionale. A Taranto inquinava troppo, così l'hanno trasferita
qui. A vederla, sembra una scultura dei mutoids. Tubi, depositi e
recipienti, macchinari strani, un pennacchio di fuoco che una
ciminiera sputa via nel vento con il suo strascico di fumo nero, d'odor
di bruciato, quello che t'entra nei polmoni e non esce più. Doveva
essere onore e vanto delle genti lucane, la soluzione definitiva al
problema della disoccupazione, un grande segno dello sviluppo, il
riscatto del mezzogiorno, il progresso che avanza, un nuovo el dorado
come ai tempi del terremoto quando, se conoscevi l'onorevole
democristiano, quello della corrente giusta, di contributi, per una
casa, ne predevi almeno tre. Così non è stato. L'unico dipendente
del
posto è il guardiano. Gli altri vengono da fuori: ad una raffineria
serve personale specializzato; personale qualificato in zona non ce n'è.
Non c'è bisogno d'andare in kenia per trovare l'africa.
Basta percorrere 397 km da casa, direzione sud.
ciauz
Path: *****.org!not-for-mail
From: ".:PLA:." <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: mi presento, sono psilo.......
Date: Fri, 25 Oct 2002 11:56:26 +0200
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Lines: 87
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Xref: *****.org taz.ordanomade:8505
Mi Presento: sono Psilo
Da: "Il Nutrimento degli dei"
by Terence McKenna
"Sono vecchio, più vecchio di quanto pensi la tua specie, che è
essa
stessa cinquanta volte più vecchia della tua storia.
Devi pensare che sto sulla terra da molto tempo e vengo dalle stelle.
La mia Casa non è un pianeta, perché ho disperso le mie spore
in molti
mondi lungo il luminoso disco della galassia.
Il fungo che vedi è la parte di me dedicata all'eccitazione sessuale
e ai bagni di sole, il mio vero corpo è un fine network di fibre che
crescono
nella terra. Questi networks possono ricoprire ettari di terreno ed
avere molte più connessioni del cervello umano.
Il mio network miceliale è in sostanza immortale, solamente
l'improvvisa intossicazione del pianeta, o l'esplosione della sua stella madre,
possono farmi schizzare via.
Attraverso strumenti che è impossibile spiegarti causa di alcuni
errori nel tuo modello di percezione della realtà, tutti i miei networks
miceliali presenti nella galassia comunicano alla velocità della luce
tra lo spazio e il tempo.
Il corpo miceliale è fragile come la tela di un ragno, ma l'iperMente
collettiva è la nostra memoria sono archivi storici dell'evoluzione
dell'intelligenza che si è verificata in numerosi mondi, nella nostra
formicolante spirale stellare.
Lo spazio, come vedi, è un vasto oceano per tutte quelle forme vitali
che hanno la capacità di riprodursi dalle spore. Lungo l'eternità
spaziotemporale si accumulano molte forme di vita generatrici di spore,
sospese per milioni di anni, fino a quando avviene il contatto con un
ambiente vivibile.
Se ne ricordano pochi di organismi simili; solamente io e i miei
parenti recentemente evolutisi abbiamo acquisito i modi e i metodi della
IperComunicazione, fatto questo, che ci rende membri privilegiati nella
comunità dell'intelligenza galattica.
Il modo in cui opera l'ipercomunicazione è un segreto che non sarà
regalato facilmente agli umani. Ma gli strumenti sono facili da
immaginare: la presenza della psilocibina e della psilocina nel
percorso biosintetico del mio corpo vivente apre a me e ai miei
simbioti la visione della molteplicità dei mille mondi.
Tu, in quanto individuo Homo sapiens, sei in procinto di instaurare
una relazione simbiotica con il mio materiale genetico, e questo processo
potrebbe risolversi portando l'umanità e la terra nel mainstream
galattico delle civiltà superiori.
Dato che non ti è facile riconoscere altre forme d'intelligenza oltre
la tua, le tue teorie politiche e sociali più avanzate si sono sviluppate
parallelamente alla nozione di collettività . Ma dietro alla coesione
dei membri di una specie in un singolo organismo sociale giacciono
possibilità più ricche e anche più barocche. La simbiosi
è una di
queste possibilità.
La simbiosi è una relazione di mutua dipendenza e di positivi
benefici per tutte le specie che ne sono coinvolte.
La relazione simbiotica tra me e le forme civilizzate degli animali
si è stabilita molte volte e in molti posti diversi nel corso degli stadi
del mio svilllppo. Queste relazioni si sono rivelate reciprocamente
utili; dentro la mia memoria c'è la conoscenza su come costruire e
comandare le navi dell'IperLuce.
Negozierò questa conoscenza con un biglietto gratis per nuovi mondi,
intorno a soli più giovani e stabili del tuo. Per assicurarmi un'eterna
esistenza laggiù, nel fiume del tempo cosmico, offro continuamente
questo incontro con gli esseri superiori, ed è così che mi sono
diffuso
nella galassia durante millenni.
Un network miceliale non ha organi per muoversi nel mondo: non ha
mani. Ma gli animali superiori dotati d'abilità manipolative possono
divenire
partners della conoscenza stellare che è dentro di me, e se, agiscono
in
buona fede, potranno tornare insieme ai loro maestri in quei milioni di
mondi di cui tutti i cittadini del nostro Sistema Stellare sono eredi".
http://www.psicoattivo.it/piante/psilocybe/img/funghetti.jpg
(vista la nostra inimicizia verso gli attach su quest NG riportiamo
solo il link dell'immagine)
Path: *****.org!not-for-mail
From: "brainwasher" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: mancanza di dialogo
Date: Mon, 9 Dec 2002 21:55:46 +0100
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Lines: 102
Message-ID: <at304d$2lt$1@*****.org>
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NNTP-Posting-Date: Mon, 9 Dec 2002 20:57:51 +0000 (UTC)
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Xref: *****.org taz.ordanomade:12061
a me pare ke il problema della taz, in questo xiodo, sia la mancanza di
interesse ad askoltare opinioni, visioni , riflessioni,mancanza di
interesse ke si manifesta con un assoluta mankanza di contenuti, un
impoverimento delle idee; questa nn penso sia una mia impressione
soggettiva, basta skorrere i subject dei post, e magari paragonarli con
quelli di qualke anno fa
è come se si fosse formata una kombrikkola di amiketti , comodi nelle
loro sikurezze e nel loro stare insieme, sikuri delle loro posizioni,
così sikuri delle loro idee da ritenere fastidiosa qualsiasi altra
visione delle cose e da cerkare di sminuirla stereotipizzandola (tipo :
brain rompe il kazzo, shella parla solo x kritikare); e tanto sikuri e
decisi da fare fronte komune in difesa di questo e di quello(quello ke
ringrazia quello x l'appoggio, quell'altro ke si kommuove, eccecc),
abbastanza patetikamente, visto ke nn si tratta d una forma d attakko,
quanto semplicemente d pareri xsonali ke kiamano altre idee in
risposta; queste risposte arrivano puntuali, deprimenti,
demoralizzanti, nei loro luoghi comuni, nella loro sufficenza, nella
loro mankanza d contenuto (come : tutto sto kasino pe du fregnacce, ma
quanto si deve lamentare uno x una kazzata e via dicendo), come a dire
: ma che vuoi tu qui, non vedi ke parliamo d'altro? che ci piacciono
altre cose? a me questo non piace, dispiace
xkè la taz è nata esiste e ha ragione di esistere come punto di
incontro e diskussione su temi ke ki la frequenta dovrebbe ritenere
importanti, questo nn signifika ke nn si possa skerzare o dire kazzate,
ma quando le kazzate diventano la maggioranza, è preokkupante, e kuando
le kazzate minacciano d soffokare qualsiasi tentativo d riflessione, è
proprio brutto e poi, quello ke se possibile è ankora è triste,
è ke a
me, vedere tante persone ke fanno fronte komune contro una, xkè nn gli
piace quello ke pensa, dando l'impressione di difendere un loro spazio
vitale, ridikolizzando quella xsona, senza kontrappore pensiere
profondi e idee sensati, ma facendo forza sulla kompagnia, come se
fosse importante solo avere ragione, mi sa tanto di fascismo
sxo ke nessuno si offenda a sentirsi dare dal fascista, di sikuro
nessuno qui è fascista, ma la tipologia di pensiero ci sta tutta
probabilmente è normale ke succeda, ci si conosce, ci si diverte, ci
si
sente in dovere d difendersi a vicenda, si ha il coraggio della massa,
la sikurezza ke nn si è i soli a pensare determinate kose,e ci si getta
a ridikolizzare kuello ke esprime una voce un pò fuori dal coro
è normale ke succeda xkè spesso le xsone vengono condizionate
nel loro
modo di fare dai processi mentali, xkè c'è poka attenzione a kome
la
mente lavora, alla differenza fra quello ke krediamo e kuello ke
pensiamo di kredere, è normale ke succeda ma è assurdo ke succeda
qui...
e il fatto ke succeda, denota anke una certa mankanza di coscenza, kome
è mankaza di coscenza dire le guardie ti si bevono kmq, kome lo è
dire
oguno va alle feste x i suoi motivi e tutti sono giusti ecc ecc
io non penso di essere il depositario della verità assoluta (come non
lo
pensa shella nè psikolo ne nessun altro ) kome potrebbe sembrare a
qualkuno, xò so ke se gli sembrar è xkè è konvinto
ke io lo stia
attakkando, ke o ho ragione io o lui, quando nn gli passa x la testa ke
io sto cerkando-proponendo un dialogo xkè penso sia importnate
skambiare idee confrontarsi...sinceramente, ma a me ke kazzo me ne
frega d uscire vincitore in una diatriba con xsone ke nn je ne frega un
kazzo d quello ke diko, ho 1000 modi migliori x impiegare il mio tempo,
e se sto qui a skrivere, nn è certo xkè rosiko, o xkè voglio
avere
l'ultima parola, o xkè mi state sul kazzo, se sto qui e skrivo è
xkè mi
piacerebbe ke potessimo parlare, d quello ke interessa a me quanto d
quello ke interessa a voi, quando xò, uno esprime un parere e la
risposta è il solito desolante koro di "ma ke kazzo stai adi, ma
ke te
frega, ma ke voi", un pò si intristisce io penso ke se diko ke molte
xsone vanno a ballare x sfogarsi dalla settimana lavorativa (è solo un
esempio a caso) e qualkuno mi risponde inkazzato, signifika ke kuelle
parole lo tokkano (nn parlo di malesio e di quella storia ke è a parte)
ke nn gli piacciono, nn voglio nemmeno saprre xkè nn gli piacciono ,
o
meglio : non voglio dire ora xkè sekondo me nn gli piacciono, xò
penso
esistano mille risposte meglio di "avete rotto il kazzo" vero dodo
?
io so ke siamo esseri umani, ke magari io mi inkazzo kon malesio x kazzi
nostri e gli sklero sulla taz, ke qualkuna entra in una diskussione
proprio quando e solo quando c'è da attakkare una xsona kon kui ha i
kazzi suoi e simili...diciamocelo in faccia (parlo pure con me stesso)
inutile fare gli alfieri dell'impegno o delle kazzate, spesso a
muoverci è + il cuore ke la testa, e le kose + belle vengono dal cuore,
ma quando è ben collegato al cervello !
se io mi inkazzo tanto è xkè vedo sparire una kosa a kui tengo,
nn la
taz in se stessa, ma l'idea d poter diskutere di temi ke altrove nn
interesserebbero o nn troverebbero persone motivate a farlo, ma altrove
kazzo, non qui
se uno vuole solo dire kazzate, è libero di farlo, ma io se voglio
parlare seriamente, non mi aspetto certo ke kuello diventi serio, ma
esigo ke nn tratti i miei pensieri con sufficenza, ke le sue kazzate le
tenga nel loro kampo d'attinenza, ke se nn gli piace keullo ke diko, mi
risponda kon kuello ke pensa lui, non con fregnacce, o ke al- se nn ha
niente da dire, ke stia zitto
nn me lo aspetto, lo esigo, xkè parto dal presupposto ke certe valori
certe idee qui possano essere date x skontato, se diko le kommese koi
piercing x me è skontato ke nn sto offendendo una kategoria, in un
altro posto argomenterei, qui penso nn ce ne sia bisogno, e via dicendo
mi skuso se a volte, magari anke kuesta, sembro troppo diretto, sono
fatto kosì, skrivo kosì, nn ce l'ho kon nessuno ma a volte ce
l'ho kon
tutti, ogni tanto pure a ragione
x il resto, se mi avete kapito bene, se no , kome dice sempre un mio
amiko : ke devi fa, stkz ;p (mi piacerebbe a volte poterlo pensare gio
;p )
br/\||\| \/\/\s|-|[e]r - dove non ricevo nessun resto in vita spicciola
dall'esistenza, ma segno solo ciò ke spendo, e spendo, tutto quello che
konosko -
Path: *****.com!not-for-mail
From: Baby Lonbitch <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: le anime ribelli della citta'
Date: Wed, 06 Feb 2002 16:05:50 +0100
Organization: *****
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Corriere della Sera, mercoledi' 6 febbraio
Il Forte ora difende le anime ribelli della città
Al Prenestino, nella caserma-centro sociale: 13 ettari di progetti,
musica, arte. Con cucina e palestra
Il sabato sera l’ingresso costa tre euro e cinquanta centesimi. C’è
un
tavolo davanti al cancello d’entrata e una scatola di cartone dove
mettere i soldi. Il ragazzo alla cassa mi guarda negli occhi prima di
farmi passare: non sono della Digos e neppure della Finanza, vorrei
rassicurarlo, ma lo capisce da solo. Una pacca sulle spalle ed eccomi
dentro, nel Forte Prenestino, uno dei più importanti Centri Sociali di
Roma, rinato a nuova vita dopo l’affermazione dei no-global. Tutto
cominciò il 1 maggio 1986 quando alcuni gruppi di autonomi occuparono
questi spazi diventati negli anni un riferimento per i movimenti
antagonisti della nostra città. La prima cosa che mi colpisce nella
galleria decorata coi graffiti e piena di gente è il numero di cani:
scodinzolano liberi alla maniera dei loro proprietari, i punk-bestia,
come vengono chiamati i giovani che, senza guinzaglio, li portano in
giro. Ti passano in mezzo alle gambe. S’accucciano a terra. Annusano gli
angoli dei vecchi muri di tufo e procedono oltre. Avanzo nella calca
insieme agli adolescenti dai capelli rossi, il piercing sulle
sopracciglia, i giubbotti sdruciti e i pantaloni da marinaio, accanto
alla ragazze coi nastri colorati, gli anfibi sotto le gonne e le
mantelle scure. Fantasmi degli Anni Settanta all’alba del Terzo
Millennio, dico a me stesso e penso all’incredibile storia di questo
forte militare fatto costruire, insieme a numerosi altri, intorno al
1880 dal giovanissimo governo nazionale per difendere Roma da eventuali
attacchi nemici provenienti dal Tirreno. Le ambasciate di Francia e
Austria protestarono presso le autorità italiane che in quell’occasione
non mostrarono di nutrire molta fiducia nei loro confronti. Giuseppe
Garibaldi, ormai vecchio, dall’alto della sua esperienza ritenne inutile
una difesa territoriale concepita sullo stile del caposaldo fisso:
l’aumento della gittata delle artiglierie diede ragione all’Eroe
dei Due
Mondi e rese obsolete queste strutture qualche anno dopo che furono
edificate.
Sotto il palco la musica dei Brutopop è assordante: batteria, chitarra
acustica e voce solista ci danno dentro con rabbia e determinazione
suonando questo nu-metal hard-rock metropolitano che sa di garage, jazz,
cortili e ripostigli dove, simili a pipistrelli mimetizzati sotto le
grondaie, abitano migranti e vagabondi, anarchici disillusi e tutti
quelli che dicono no e ancora no, se glielo chiedessero, direbbero.
Tredici ettari autogestiti con infoshop (libri, riviste e musica
dall’universo dell’autoproduzione), sala cinema, laboratorio teatrale,
birreria, cucina e palestra: un altro mondo rispetto al quartiere
circostante. C’è chi viene qui per fare corsi di grafica, disegno,
cosmesi naturale, serigrafia. Chi utilizza lo studio per registrazioni
musicali. Chi prova a rappresentare le sue performance. Chi impara a
fare il saltimbanco. Il Forte intrattiene un rapporto attivo con il Roma
Social Forum, Sezione sudovest, da Centocelle all’Appio fino a
Pietralata. È una fucina di iniziative e progetti, come la città
digitale (www.forteprenestino.net) che dovrebbe essere in grado, fra
pochi mesi, di legare fra di loro le anime ribelli della capitale.
Sprofondato in un parco di via Delpino, certe notti di particolare
effervescenza questo centro sociale sembra un meteorite caduto dal
cielo, irresistibile calamita per coloro che vogliono essere altri,
chiamandosi fuori dal coro.
L’architettura militare di origine prussiana conferisce all’ambiente
una
straordinaria suggestione: là dove un tempo c’erano le guarnigioni
dei
soldati a cavallo ora vivono gli stanziali, libertari
post-novecenteschi; nei pressi dell'antica polveriera alcuni giovani
scolano barattoli di birra; sui terrapieni adiacenti qualcuno sistema
sugli stendipanni le camicie da asciugare. Il Forte, dopo decenni di
abbandono, fu preso in consegna nel 1977 dal Comune di Roma che non lo
utilizzò mai. E così, le antiche caserme dei nostri antenati furono
invase dalla vegetazione dei prati come velieri ricoperti dalle alghe
sul fondo degli oceani. La metropoli intanto andava crescendo ben oltre
il territorio del Forte che, appena venne occupato, si trasformò in una
Taz (Temporary Autonomy Zone), secondo la definizione di Hakem Bey. Oggi
chi viene qui ha l’impressione di uno spaesamento perché si respira
un’elettricità particolare: quella delle comunità e dei
falansteri, dove
l’uomo immagina la possibilità di realizzare altri stili di vita.
Roma,
che è vicinissima, sembra distante mille miglia. E tu, passata la
mezzanotte, nel momento in cui l’atmosfera comincia a diventare sempre
più allegra, ti chiedi, come si domandava il giovane Holden a proposito
delle anitre di Central Park, quale fine faranno tutti questi ragazzi
che continuano a entrare quando, alle prime luci del giorno, volenti o
nolenti, dovranno prendere la strada di casa.
Eraldo Affinati
Path: *****.org!not-for-mail
From: "xfido" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: non è cambiato molto
Date: Sun, 24 Nov 2002 22:53:12 +0100
Organization: *****
Lines: 16
Message-ID: <arrhpv$jdt$1@*****.org>
NNTP-Posting-Host: ***.***.***.***
X-Trace: *****.org 1038174848 19901 ***.***.***.*** (24 Nov 2002 21:54:08 GMT)
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NNTP-Posting-Date: Sun, 24 Nov 2002 21:54:08 +0000 (UTC)
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X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V6.00.2600.0000
Xref: *****.org taz.ordanomade:10868
Ho visto le più belle menti della mia generazione distrutte dalla
follia, affamate in una nudità isterica, trascinarsi all'alba per le
strade negre in cerca di droga rabbiosa, -.con sogni, droghe, incubi
del risveglio, alcool e balli a non finire, -.fare settantadue ore di
macchina per sentire se io o tu o lui avevamo avuto una visione che ci
facesse conoscere l' ternità, -.sognare e fare spacchi viventi nel
tempo e nello spazio mediante immagini giustapposte a cogliere i verbi
originari e unire il sostantivo e il trattino della coscienza con la
sensazione del padre onnipotente eterno Iddio - per ricreare la
sintassi e la misura della povera prosa umana -.
Allen Ginsberg, "Urlo" (1956 !!!)
Path: *****.org!not-for-mail
From: ginetorz <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: "Informateci per bloccarli"
Date: Tue, 22 Oct 2002 11:15:24 +0200
Organization: *****
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NNTP-Posting-Date: Tue, 22 Oct 2002 09:19:00 +0000 (UTC)
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Una circolare di Del Mese per "evitare pericoli ai ragazzi" il caso
Il prefetto censura i rave "Informateci per bloccarli"
DANIELA ONELLI
Niente più disordine metropolitano, addio techno party illegali. Il
prefetto censura i rave. Sindaci e forze dell'ordine della provincia
sono stati invitati, con una circolare, a fornire «tempestiva
informazione» sull'organizzazione dei party clandestini e a garantire
maggiore vigilanza. «Io non intendo negare il piacere di ballare ai
ragazzi - precisa il prefetto di Roma Emilio Del Mese - ma dopo ripetute
segnalazioni di situazioni ad alto rischio, con pericoli per chi
partecipa, il fenomeno va tenuto sotto controllo». L'ultimo rave, tra
sabato e domenica, a San Cesareo, in un capannone privato, si è concluso
con 40 giovani denunciati per danneggiamento, violenza e invasione di
proprietà altrui. «Massima attenzione e vigilanza» raccomanda
la
circolare ai commissariati di polizia e ai comandi di Carabinieri e
Guardia di Finanza, perché «in tali improvvise riunioni che si
tengono
presso capannoni abbandonati in strutture di proprietà privata, senza
requisiti per la sicurezza degli avventori, spesso vengono provocati
danni e in alcuni casi si svolgono anche attività illegali».
Nei rave, molti giovani ballano con movimenti ripetuti all'infinito in
spazi minimi aiutati da ecstasy, ketamina ed altre sostanze psicotrope
«per una necessità di condivisione empatica con la folla del proprio
vissuto emozionale» raccontano i partecipanti. Ai primi di ottobre il
rave nel tunnel di via di Tor Vergata causò il blocco del traffico
dell'area e un'ottantina di contravvenzioni per sosta vietata. Tra i
luoghi storici dei techno party capitolini, la ex Fintech al chilometro
23 della Pontina, diventata il tempio della jungle industry italiana.
Tragicamente famosa anche per la morte di una ragazza in una cabina
elettrica utilizzata come toilette.
http://www.roma.repubblica.it/archivio/20021022/cronaca/05boxroma.html
cia' 2
gntz
Path: *****!not-for-mail
From: "MTK" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: NYE FEEDBACK
Date: Sat, 12 Jan 2002 11:39:30 +0100
Organization: taz.ordanomade
Lines: 208
Message-ID: <a1p3la$o71$1@*****.com>
Reply-To: "MTK" <*****>
NNTP-Posting-Host: ***.***.***.***
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NNTP-Posting-Date: Sat, 12 Jan 2002 10:37:32 +0000 (UTC)
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Xref: *****.com taz.ordanomade:967
La sensazione era che non potessi gestire tutto:
fuori c'era la desolata Pontina, dentro era caldo, stavamo su un'astronave.
Senza nessuna missione, questo vascello era sempre pronto a cambiare
direzione, a farsi attrarre dal vagabondaggio scenico: quando pieno,
quando abbandonato. Anche la musica ripeteva uno strascico di varianti
senza collegamento, come avere un biglietto per il cosmo e rimanere
in attesa di un rifornimento che inneschi la magica spirale rotante.
Al primo sopralluogo il 30 c'era questo bestione che si schiariva la voce,
con capitan harlock, ma l'atmosfera era piuttosto adrenalinica; la notte
di capodanno l'invasione di gente era esaltante quanto pero' deludente
il suono: musica a parte se sotto le casse di un sound cosi', riesci a parlare
e a farti capire da un qualsiasi fruttolo di passaggio, vuol dire che c'e'
qualcosa che non va.. meglio hanno fatto i kamikaze,
con la loro dimensionata ma infuocata scacchiera rompiculo..
oppure otk, i giovanna d'arco della situazione: due casse evangeliche appostate
nella saletta-pianerottolo, innaffiavano di techno francese il giardino di capocce
a saltelli con professore (inquietante la scritta sul phaser della strobo:
"per residui ferrosi".. saranno le plakkette di Narko?).
Dal 1' gennaio sono cominciati i saldi. Ci sono tornato un paio di volte,
le emozioni si trasformavano in ricordi e la ricerca della musica dai soundsystem
si spostava a dischi e cassette, ma il furgoncino bianco aveva orari da negozio
quindi niente merchandising da masterizzare-equalizzare-ottimizzare-campionare.
Ho pensato che la tekno deve ripartire da un flusso di percussioni dirompenti
e suoni in primo piano, ipnotica ma non anestetica, "barattolara"
come ho sentito dire..
non e' una questione di wattaggio ma di pienezza, una stratificazione semplificata
di argomenti sonori che focalizzano il viaggio della coscienza su un discorso
unificatore:
introspezione e estensione della percezione personale tradotta nelle stesse
dimensioni
in un sentire comune. A Roma e in Italia ci sono molti sound che riescono a
comunicare
questo messaggio e credo che stiamo bene cosi'; senza bisogno di tribe, abbiamo
un'impronta personale che non va confusa, un'atavica coscienza di cosa sia un
rave
che rimane spesso offuscata da altre identita' piu' pretenziose per fama
che soddisfacenti per risultati. Il futuro e' nostro.
Path: *****.org!not-for-mail
From: "crup" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: paura al colle
Date: Thu, 22 Aug 2002 15:43:38 +0200
Organization: *****.org News Server
Lines: 62
Message-ID: <ak2p4e$f5p$1@*****.org>
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NNTP-Posting-Date: Thu, 22 Aug 2002 13:32:00 +0000 (UTC)
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Due testimoni
«Quei ragazzi ci hanno aiutati»
Riceviamo e pubblichiamo Ci siamo ritrovati a percorrere la strada del
Colle della Maddalena arrivando dalla Francia, la sera di venerdì 16
agosto, in esatta ma inconsapevole concomitanza con la prima serata del
grande «rave-party» europeo che ha radunato quasi ventimila giovani.
All´uscita dell'autostrada francese una scritta luminosa segnalava
«traffico difficoltoso al colle sul versante italiano», senza
alcun'altra indicazione. Soltanto a ridosso della salita abbiamo
incontrato un paio di cartelli che davano il Col de Larche, la parte
francese della Maddalena, chiuso, sempre senza alcuna spiegazione;
arrivando da un viaggio lunghissimo, con problemi all'auto e una
caravan a rimorchio, abbiamo deciso di chiedere informazioni dirette,
per telefono, alla Gendarmeria. Conoscendo il francese è stata
possibile un'agevole ed esauriente conversazione con un solerte
rappresentante dell'ordine transalpino, il quale mi ha precisato che il
colle non era ufficialmente chiuso, ma che il transito era molto
difficoltoso, in particolare avendo un rimorchio, che ci sconsigliavano
di proseguire, ma passare era possibile. Sempre senza altre
precisazioni: non siamo stati informati del piccolo particolare che si
stavano radunando in cima al colle ventimila persone per una tre giorni
europea di «sballo» e musica techno. A poche centinaia di metri
dalla
cima, agenti francesi stavano fermando il traffico e deviandolo verso
un prato adibito a parcheggio; quando ho detto che eravamo diretti in
Italia, ci hanno risposto chiaramente di proseguire nella direzione del
colle, facilitandoci il passaggio nella confusione. Percorsi pochi
metri, ci siamo improvvisamente ritrovati bloccati e circondati da una
marea di gente e di veicoli che ingombravano la strada, nel frastuono
di musica martellante ad altissimo volume e nel buio rotto da qualche
sottile lamina di luce di pile portate in mano o fissate sulla testa
alla moda dei minatori. E' stato com'entrare in un girone infernale:
qualche centimetro in avanti alla volta in passaggi impossibili, fra
sacchi di bottiglie vuote che sporgevano dai deflettori, portiere
spalancate, furgoni di traverso, ragazzi che si sedevano sul nostro
cofano o ci appoggiavano le bottiglie, gente che non si spostava, o ci
barcollava davanti, o si chinava a guardarci dai finestrini con sguardi
beffardi, urla e sfottimenti, e ancora colpi, devo dire discreti, senza
danno e a solo scopo intimidatorio, sulla macchina e sulla caravan. Ma
l'effetto complessivo è stato davvero terrorizzante: soli, chiusi nella
nostra scatola di latta, in trappola, sicura a finestrini e porte,
senza poter andare né avanti né indietro, sapendo che nessuno
poteva
raggiungerci o aiutarci, in una situazione che poteva solo peggiorare
con il progredire della notte e della «festa». Non so se e come
ne
saremmo usciti, se, con il coraggio della disperazione, non avessimo
aperto un finestrino e chiesto apertamente aiuto agli stessi ragazzi
che ci stavano spaventando a morte. E aiuto abbiamo ricevuto, come non
avremmo mai immaginato, rassicurazioni, e persino conforto per le
lacrime di ansia e di paura che non riuscivo più a trattenere. Ci hanno
accompagnato passo passo, fatto da guida e apripista, facendo spostare
mezzi e persone che impedivano il passaggio, guidandoci in manovre
impossibili altrimenti, mettendoci a disposizione anche i loro
cellulari. Tre ore ci sono volute per uscirne, tre ore di incubo. Resta
la rabbia e l'incredulità per l'assurdità di una tale situazione
sulla
strada di un valico internazionale, l'indignazione per il comportamento
perlomeno singolare delle autorità francesi nei confronti della
sicurezza e dei diritti di concittadini europei, e la gratitudine per
ragazzi civili e generosi, di cui non condividiamo le scelte, le
compagnie, il modo di vivere e di divertirsi, ma con i quali, in questa
tremenda sera d'estate, abbiamo condiviso rispetto e umanità. Claudia
ed Edgardo Filippi Cuneo
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From: ".:PLA:." <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: Re: Mestrurizer XP
Date: Fri, 18 Oct 2002 17:50:17 +0200
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io ho il dono della obiquifattanza, riesco a drogarmi
contemporaneamente in diversi posti della toscana ed in diverse feste...
pla :)
Path: *****.org!not-for-mail
From: ginetorz <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: un esercito sterminato di appassionati di "house
music"
Date: Tue, 03 Dec 2002 12:14:15 +0100
Organization: *****
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Un «rave party» clandestino
Sorpresi 2000 giovani in una ex fabbrica a Rocca di Botte
Identificati 100 ragazzi, oltre un chilometro di coda sull'A24
r.rs.
ROCCA DI BOTTE. Non c'erano biglietti d'invito. Ma col "tam tam"
sono
arrivati in 2.000, da ogni angolo d'Italia. Quel mini "esercito
scatenato", che per tutta la notte ha ballato in una una vecchia
fabbrica, per uno dei più grandi "rave party".
Il "rave (letteralmente delirio) party" non è sfuggito, però,
all'attenzione di polizia e carabinieri. Il festino clandestino è stato
messo in piedi all'interno di un'azienda abbandonata di Rocca di Botte,
nei pressi della discarica del paese. Quell'improvviso via vai di
giovani non è passato inosservato. E così gli agenti del commissariato
e
i carabinieri sono corsi sul posto per vedere cosa stava accadendo. Le
forze dell'ordine stimano che nella zona possano essersi ritrovati circa
duemila giovani, provenienti soprattutto dal Lazio e dall'Abruzzo. Ma
non sono mancate presenze da altre regioni d'Italia. Sono stati
identificati un centinaio di ragazzi, mentre sono riusciti a dileguarsi
le persone che hanno allestito il "rave". Le indagini proseguono e
non è
escluso che possano scattare dei provvedimenti. Ovviamente la "festa"
non aveva alcuna autorizzazione. Non sarebbero state trovate tracce di
droghe e non ci sarebbe stata vendita di superalcolici. La notte brava
di centinaia e centinaia di giovani, però, è proseguita sotto
il vigile
sguardo delle forze dell'ordine, arrivate da Avezzano, Carsoli,
Tagliacozzo e L'Aquila. Tutto è iniziato verso le 20, quando al casello
autostradale di Carsoli, lungo la A24, si è formata una lunga colonna
di
auto, che in alcuni momenti ha raggiunto il chilometro e mezzo. Fatto
piuttosto inusuale. Tutte le vetture, poi, erano dirette verso un unico
punto.
Quando gli agenti del commissariato di Avezzano si sono presentanti in
forze nei pressi di Rocca di Botte, guidati soprattutto dall'assordante
musica proveniente dall'ex fabbrica, si sono resi conto di ciò che stava
avvenendo. Accecanti giochi di luci stroboscopiche, a rendere lunare
l'atmosfera, e un ritmo di musica infernale. Il party è proseguito fino
alle 20 del giorno seguente. Nelle 24 ore di musica "no-stop" non
sono
avvenuti disordini. I "rave party" vengono allestiti in più
zone
d'Italia e spesso l'esercito di giovani viene indirizzato da un
comunissimo passaparola all'interno di improvvisate discoteche. Qualche
tempo fa un'analoga iniziativa si era tenuta alle porte del Parco
nazionale d'Abruzzo, nei pressi di Gioia Vecchio.
«In Italia», affermano gli esperti, «c'è un esercito
sterminato di
appassionati di "house music". Questa musica, che per definizione
è
qualcosa di diverso, di lontano, di altro, rispetto alla musica
tradizionale, conta di 180 battute al minuto, almeno 40 più del normale
battito cardiaco, e di bassi che fanno contrarre il diaframma a un
volume che stordisce. I "rave party" clandestini, vengono organizzati
soprattutto in luoghi improvvisati».
http://www.ilcentro.quotidianiespresso.
it/ilcentro/arch_03/avezzano/cronaca/cz104.htm
ciao sterminati!
gntz
Path: *****.com!not-for-mail
From: ginetorz <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: piccola ricerca sui RAVE
Date: Wed, 13 Mar 2002 10:59:22 +0100
Organization: *****
Lines: 267
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Xref: *****.com taz.ordanomade:465
... ma qunte cose si trovano su internèt..
ciao vix
IL RAVE: CONTROCULTURA TEKNO-NOMADE DEL VENTUNESIMO SECOLO
La nascita del fenomeno dei Rave party, o se non altro della sua matrice
più profonda, si può far risalire agli anni settanta, quando,
dal raduno
di Woodstock in poi, lo spirito del festival, dell'aggregazione di
migliaia di ragazzi di differenti nazionalità, età e classe sociale,
del
ritrovo collettivo teso alla condivisione di musica e danza, è entrato
a
far parte della vita di alcune fasce della società. Quel tipo di evento
si definì rave solo in seguito, quando il fenomeno si era ormai diffuso
in tutto il Mondo. La realtà rave esplode infatti in Inghilterra attorno
agli anni ottanta, quando un po' in tutta Europa si stanno formando
controculture tese a denunciare problemi politici, difficoltà
economiche, disagi sociali.
Una politica di tagli dell'assistenza sociale, unita alla
privatizzazione dei servizi, il tutto collocato sulla mutata economia,
ha generato l'accendersi di violente battaglie sociali e un fortissimo
degrado della qualità della vita. Da qui nascono forme di culture
alternative e pratiche libertarie che si sviluppano massicciamente. E'
questo il caso di squatters, travellers, ravers, che sorgono
nell'Inghilterra post-thatcheriana e si espandono fertili un po' ovunque
negli ultimi vent'anni. Gli squatters reagiscono all'abbassamento del
tenore di vita delle classi disagiate occupano palazzi dismessi in certi
quartieri delle maggiori città, basti pensare che nel 1993 a Londra
vennero registrate 3000 occupazioni. I travellers, invece, rispondono al
caro-affitti ed all'insopportabilità delle costruzioni metropolitane
adottando una vita nomade, spesso a bordo di roulotte o camion- case. E'
un dato di fatto che attualmente nel Regno Unito ci siano circa 500'000
nomadi persone che scelgono nuovi modi di abitare, nuove ed inesplorate
categorie di vivere il territorio: nasce da tali presupposti anche il
mondo del rave, una rete di feste illegale costituita da migliaia di
individui: temporanee occupazioni di aree private fondate sull'incontro
di persone, musica, droghe, vite e viaggi. Squatters, travellers e
ravers non solo appartengono al nocciolo più duro delle "working
classes
" parzialmente impoveritesi,ma negli ultimi anni si sono andati
diffondendo anche tra le middle classes.La caratteristica più
sorprendente dei rave e che essi sono riusciti a crearsi un mondo ed un
linguaggio tanto particolari da generare un vero e proprio fenomeno di
cultura. Il rave e un dance party, un'aggregazione spesso illegale,
tenutasi fuori dei luoghi convenzionali destinati agli eventi musicali e
dove i generi di dance music, tra cui techno e jungle, sono estranee ai
normali cicuiti commerciali. Sono trattenimenti, frutto di
organizzazioni autonomi di gruppi di persone in spazi (temporaneamente
occupati ) non ufficialmente destinati a tale scopo. Quando la musica si
inaudisce e la componente techno assume una dimensione sempre più
centrale, i luoghi diventano inadeguati, troppo piccoli, restrittivi. Si
cercano spazi più grandi al di fuori della metropoli per creare nuove
feste tecnologiche: vecchie fabbriche, capannoni o aree rurali. In
Inghilterra tutto ciò avviene alla fine degli anni ottanta, quando
alcuni dischi provenienti da Detroit entrarono a far parte del circuito
di Dj londinesi. Si cominciarono a sperimentare evoluzioni House e Tekno
della vecchia musica Soul e Funky; si cominciò ad alzare il livello dei
bassi, ad aumentare la comunicazione, a facilitare la partecipazione: in
poco tempo i rave divennero una realtà affermata e diffusa. In Italia
la
schena rave si sviluppa al contrario e molti passaggi sono
reinterpretati con ritardo: l'ondata del techno party esplode nel 1990
come prolungamento ed espansione dei locali più di avanguardia; solo
più
tardi le feste autogestite assumono nuovi valori per il loro essere rito
neo-primitivo, frantumano la rigida relazione mappa/territorio
insediandosi negli spazi. Nasce così la scena illegale. I Sound Sistem
non sono organizzazioni formali, bensì libere affiliazioni di persone,
mentre i party che mettono assieme sono altamente organizzati. I ravers
vengono a conoscenza di un numero di telefono, alcuni giorni prima
dell'evento, mediante flyers (volantini), passaparola o radio pirata.
Alcune ore prima dell'inizio della festa il numero di telefono fornisce
l'indirizzo di meeting point. Solo in seguito, al momento del ritrovo,
viene diffusa l'esatta indicazione del posto, dove gli impianti audio
sono pronti, le luci sono montate e i sound sistem sono pronti a suonare
facendo tremare le vecchie lamiere ed i muri di cemento per tutta la
notte. Così prima che la polizia riesca a scoprire con precisione ciò
che accade, sul luogo ci sono cosi tante persone che le forze
dell'ordine non possono più intervenire: il rito è cominciato.
Seppur originato da genesi diverse il fenomeno rave è attualmente una
delle più affascinanti espressioni di tutte quelle voci underground,
che
cercano nuovi modi per farsi sentire, strumenti non convenzionali, che
anzi tendono ad abbattere i tradizionali linguaggi. Un rave è il segno
di una cultura urbana, che nasce e vive nella metropoli, che in essa si
perde e si ritrova, costruendo insoliti parametri di scambio col
territorio. Nel rave si mescolano categorie di vita, valori simbolici,
si leggono percorsi, mutamenti. Il rave descrive un'area sociale,
implica in sé il sentimento di nomadismo, di pellegrinaggio creativo,
ma
anche il senso di spaesamento, di smarrimento nella rete. Rievoca radici
tribali che interpreta in chiave Hi-tech.
I ravers abitano e viaggiano in città lontane dall'ordine medioevale,
città che oggi si sfaldano in metropoli, città rete dalle infiniti
ed
indefinibili polivalenze di connessioni, città odissea che si tuffano
nel ventunesimo secolo frammenta, incapaci di comprendere
i propri spazi.Le nuove comunità techno riabbracciano vincoli e
sedimenti antichi per rinascere dopo la disgregazione degli schemi
unicentralisti. Si evolvono nella contemporaneità danzando con essa.
RAVE E LEGGE
Proprio per essere fenomeni controculturali, staccati dal potere
ufficiale e ad esso avversi, i rave sono sempre stati osteggiati dalle
autorità nella loro diffusione, sopratutto nel corso degli anni
90,quando il movimento, il circuito dei raves e technoparties , aveva
già raggiunto dimensioni considerevoli e fondamenta solide su cui
svilupparsi ulteriormente. I rave cominciarono a radunare migliaia di
persone (10'000 all'Avon free festival, 15'000 al Lago Bala, 20'000 a
Kevy Hill, e ben 50'000 persone al Castelmorton free festival),
diventando un problema poliziesco, d'ordine pubblico: squatters,
travellers e ravers vennero considerati dai conservatori i "nuovi
devianti", e in Inghilterra si cominciò a parlare di Cjb, Criminal
justice bill, una proposta di legge avanzata dal governo tory cha
potenziasse il " public order act"( approvato nel 1986, dopo le lotte
dei minatori, che dava alla polizia poteri particolari circa la
repressione spicciola delle manifestazioni di piazza) attraverso una
serie di provvedimenti ad ampio raggio che colpissero i comportamenti
minatori e devianti più diversi, specifici della fase post-thatcheriana.
Il Cjb diventò Criminal justice act nel 1994, e si orientò tutto
verso
l'obiettivo di indebolire la forza delle culture alternative: colpiva la
criminalità di strada "leggera", si riferiva a travellers (
pena
detentiva fino a 3 mesi per l'opposizione ad azioni di sgombero aree
occupate abusivamente; è reato penale rifiutarsi di sciogliere convogli
di automezzi superiori a 6 , premesso anche la possibilità del sequestro
del mezzo da parte della polizia , mezzo che è la casa dei travellers),
a squatters, concedendo un ampliamento delle facoltà di sgombero ed a
ravers, vietando riunioni di un numero maggiore di dieci persone (10!) e
dando alle forze dell'ordine la possibilità di sequestrare automezzi
ed
attrezzature tecniche nel caso in cui fossero impiegati per
l'allestimento di un party.
I governi conservatori inglesi,insomma, fecero il possibile per tagliare
le gambe a questi movimenti nascenti, colpendone subdolamente le fascie
più deboli e meno politicizzate, che spesso rappresentavano anche le
aree pacifiste del gruppo. Nel 1995 Margareth Thatcher affermò:"
Sarà un
piacere rendere la vita difficile a queste carovane". Cominciò allora
il
periodo di battaglia, fatto di azioni barbare da parte della polizia e
di risposte ferme da parte delle neonate contro-culture: ne sono la
testimonianza episodi come quello del festival di Stonehenge (1985). La
battaglia di Beanfield, definita dalla polizia "operazione solstizio",
in cui vi furono 530 arresti, pestaggi di donne incinte e distruzione di
camion e pullman.
Episodi che si ripeterono anche nel 1986, con l'operazione "day b react"
contro il peace convoy, fino ad arrivare al 1993, agli arresti nell'area
di servizio sull'autostrada 115, di numerosi travellers che stavano
raggiungendo un festival; proprio nel 1993 nasceva, in seno alla
polizia, una speciale unità mirata a schedare travellers, ravers e le
loro rotte stradali verso i festival.
Ma la controparte ha subito promosso azioni di diverso tipo contro il
Cjb. A partire dal maggio 1994 siè avuta un'intensificazione unita ad
un
maggior coordinamento dei festival , dei raduni, delle marce e di tutte
queste iniziative. E del 14 Agosto 1994 un raduno contro il progetto di
legge che ha visto la partecipazione di 100'000 persone. Sempre nel 94,
il 9 Ottobre, quando il Cjb stava per entrare in parlamento e
trasformarsi in act, ci fu una grandissima manifestazione che provocò
agguerriti scontri con le forze dell'ordine. Ma la firma della regina
arrivò comunque il 3 Novembre e l'Act diventò operativo sull'intero
territorio britannico nell'Aprile '95; da quel momento la contestazione
si sviluppò in azioni creative ed informative come fanzine e panphlet,
o
feste troppo ben organizzate e di massa per consentire l'intervento
della polizia: come il "Reclaim the streets" e gli " street party".
In italia la situazione è decisamente diversa: di fronte ai rave
illegali la magistratura può solo ricorrere ad un insieme di leggi, in
quanto non esistono precedenti sentenze specifiche passate in giudicato,
visto che il fenomeno è piuttosto recente e comunque meno radicato. Il
reato a cui ci si riferisce è quello di occupazione o invasione, con
pene pecuniarie o detentive convertibili in pecuniarie.
In ogni caso si potrebbe osservare come atti di questo tipo siano
tastamenti per i governi che li emanano, bisognosi di placare unrumore
in codice che crea caos. Un free party è un incubo: senza profitto,
senza spettatori passivi con cervelli atrofizzati da comandare, senza
rispetto per la proprietà e il capitale. I governi tramite queste
repressioni mostrano di essere spaventati dal potere dei rave, e tentano
di limitarlo prima che si sviluppi in direzioni sconosciute. Ecco perchè
intere aree di anticonformismo vengono criminalizzate.
RAVE E TECNOLOGIA
"La morte di Isidora Duncan nel 1927 è forse l'inizio di tutto:
nomade
sacerdotessa della danza moderna, critica verso la disciplina sul corpo
tipico della danza accademica, morì strangolata dalla propria,incasrtata
tra le ruote della sua automobile. Strozzata dalla tecnologia di Henry
Ford". Laleggenda narra che il primo rave americano si sia tenuto a
Detroit, nella fabbrica Ford che aveva prodotto quella macchina. E'
indubitabile lo stretto legame tra rave e tecnologia: da un lato quella
industriale, legata agli spazi riutilizzati,reinventati, dall'altro
quella elettronica dei campionatori e quella chimica delle sostanze
stupefacenti. La tecnologia ha un ruolo fondamentale in quanto assume la
connotazione di mezzo creativo per dar forma al proprio sentire. La
macchina non viene più intesa produttrice di merci, ma come madre di
musiche e culture. Per suonare la techno vengono usati avanzati
ritrovati dell'elettronica e della tecnologia: vengono campionati suoni
urbani, voci notturne della città, antifurti e sirene diventano
espressioni musicali.
Mixer piatti e pc diventano i protagonisti del riciclaggio creativo.
Ma la componente tecnologica del movimento risiede anche nel tipo di
comunicazione adottata, che si basa principalmente su flyers, radio
pirata, mailing list e siti internet.
RAVE E TERRITORIO
Per molti aspetti già trattati il rave può' essere inteso come
un
fenomeno ben determinato sia cronologicamente, che territorialmente: è
infatti tipico della contemporaneità e nasce da dinamiche legate alla
vita cittadina. I ravers costituiscono nuove comunità, che crescono
allattate dal nichilismo novecentesco, sono consapevoli della
disgregazione semantica del territorio, che acquista stratificazioni
sempre maggiori, tanto più se si parla di metropoli, così densa
di forme
e costrutti di artificialità mass-mediatica, cosi soggetti alla
smaterializzazione di categorie definite. I techno-rangers, abitano il
limbo metropolitano dell'alienazione dai luoghi, dalle radici, per cui
progettano nuovi significati, a cui attribuiscono temporaneamente nuovi
valori simbolici.
La città perde oggi la configurazione di punti di riferimento, parametro
di orientamento, nucleo chiuso in cui tutto si ordina, per diventare uno
dei tanti nodi comunicazionali della rete globale. Laddove il degrado e
l'abbandono metropolitani dimenticano i loro punti sospesi, i loro
angoli bui di non connessione, di non utilizzo, di non produzione,
proprio in quei meandri del futuro che diventa presente, in quegli
interluoghi urbani, nelle zone interstiziali non investite
dall'iper-attività e dalla frenesia delle nuove società, lì
la comunità
underground dei ravers pianta le sue mobili radici, ripensa velocemente
e momentaneamente la polis e la sua periferia, in un'esplosione di
creatività e rimbombo di casse. Le fabbriche abbandonate, da contesti
di
alienazione, scambio di denaro e di lavoro, diventano cuori pensanti,
cervelli pensanti. I codici dell'architettura cambiano, le barriere di
divisione dei ruoli impostate dalla città cambiano: la metropoli viene
trasformata dai ravers, che ne cambiano strutture ed equilibri,
alterandone gli spazi per costruire ambienti indipendenti, in
opposizione alle costrizioni e alle forme precostituite della
massificazione, tipiche dell'era della globalizzazione, ovvero del
tessuto in cui la popolazione techno si muove.
I ravers non si riconoscono nelle proprie città, si sentono realtà
marginali non amalgamabili al ritmo di queste. Ciò che è in discussione
è il concetto di territorialità, intendendo con esso il rapportarsi
dell'uomo sociale agli spazi che occupa. Concetto che nella cultura
techno perde delimitazioni, certezze, confini, restando concetto nobile,
che si struttura autonomamente ed imprevedibilmente. Vengono progettati
nuovi significati per i luoghi: vagoni di treni bloccati e fatiscenti
diventano anomali salotti per incontrarsi, capannoni, fabbriche in
disuso si trasformano in dance hall in cui individualità, appartenenza
e
radici si fondono in un brulicare di vita.
In quest'ottica si riscoprono anche gli epici simboli del viaggio, del
nomadismo come volontà di estensione spazio-temporale d'identità.
Si vuole reinstaurare la tradizione vitale dell'essere nomade. "Siamo
come profughi in cerca di un rifugio. E così che mi considero, come un
profugo", afferma Floyd, raver e traveller dal '91.
Il pellegrinaggio eredita il valore di trasformazione delle
individualità che il viaggio attiva, cancellando i vincoli con i luoghi
e le loro istituzioni: viaggiare è mutare la consapevolezza nel vivere
il territorio, ed il viaggio puo' essere sia fisico che mentale,
stimolato da riti tribali e primitivi fondati su danza e droga
ciaooooooooooo..
Path: *****.org!not-for-mail
From: "Aioe" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: Re: Che si fa a capodanno a Roma ?
Date: Thu, 26 Dec 2002 22:39:09 +0000
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NNTP-Posting-Date: Thu, 26 Dec 2002 21:41:21 +0000 (UTC)
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Xref: *****.org taz.ordanomade:13337
On Wed, 25 Dec 2002 21:12:35 +0100, l.s.666 wrote:
> chi mi sa dire che festone rave si fà a ROMA e vicinanze,dove o
i
> numeri o/e mail ?
> grazie ... spaccatevi
secondo bivio a destra dopo l'incrocio a sinistra
x maggioi info
non.cercare.qui@astuzia.plz
ciau
Path: *****.org!not-for-mail
From: "Tkn" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: Re: diffondiamo il verbo....per tutti i grafici!
Date: Mon, 13 Jan 2003 18:54:54 +0100
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Lines: 17
Message-ID: <avuugh$bqd$1@*****.org>
NNTP-Posting-Host: ***.***.***.***
X-Trace: *****.org 1042480465 12109 ***.***.***.*** (13 Jan 2003 17:54:25 GMT)
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Xref: *****.org taz.ordanomade:14552
> nn vado alle feste, ne parlo.
> nn mi drogo, ne parlo.
> nn dò fastidio, ne parlo.
> nn suono, ne parlo.
> nn scrivo, ne parlo.
> io qui mi trovo a meraviglia.
un manifesto direi!
ci stampo anche una maglietta ora! anzi, giusto per essere mega
operativi,
WALLY: tu che sei l'uomo della grafica per me e anche chiunque altro
volesse, mandatemi qualche esempio con questo manifesto, e io li metto
su una pagina, metto un sondaggino e poi stampo la piu' votata ! forza,
avanti, la tazshirt!!!!!
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From: "xfido" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: sul Glotek
Date: Sun, 10 Nov 2002 19:44:52 +0100
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Il Glotek è stato probabilmente tutto tranne che un classico tecnorave
pochissime sostanze
sound tecno, reggae e trance
ragazzi che per lo più venivano dal social forum e pochissimi
tecnorangers di professione
Ma, ragazzi, la location!! bestiale!!!
Il futuro museo di arte contemporanea di Firenze in piazza Dalmazia.
Incuneata tra diversi palazzoni d'abitazione e un imponente edificio
della Guardia di Finanza. L'area molto vasta è una parte superstite
delle enormi Officine Galileo. La parte centrale (2 capannoni a shed
con esili colonnine in ghisa) è stata costruita intorno al 1910 e vi
si
svolgeva la produzione di telai meccanici per filati (da cui il nome di
Meccanotessile). E' stata dichiarata monumento nazionale negli anni '50.
Attualmente sono incorso i lavori di edificazione del museo, per cui
il posto è restaurato e
consolidato, ma al suo interno non è stato realizzato alcun impianto,
una liscia superficie di cemento armato che ritma uno spazio percorso
da sottili colonne di ghisa, tagliato, nella parte centrale, da un
piano soppalcato di grande effetto.
Un'azione forte, fortissima dunque rivolta verso la città. Il museo
(in
costruzione da oltre 20 anni) usato per la prima volta dagli artisti a
dispetto dei critici prezzolati e dei professori parrucconi.
è stata una festa sperimentale
niente era scontato né il pubblico né la musica né altro.
Ogi:no knauss hanno fatto una session di vjing per tutta la notte
manipolando filmati in cui immagini sofisticate e geometriche si
mescolavano ad oggetti usuali del panorama urbano. Il tutto condito con
lori acidi e brillanti mentre una marcetta electro senza capo né coda
faceva da sfondo.
OTK hanno allestito splendidamente una sala con casse messe ad angolo e
spazio dj in una sala separata dal dancefloor. Ha aperto Fabietto degli
ex-MP con una sorta di tecno-house molto veloce com'è nel suo stile.
Poi
Alessandro ci ha fatto muovere e Wedro ci ha fatto sgomitare come pazzi
cercando di rincorrere una cassa che filava a velocità assai più
elevate
delle nostre gambe. Bellissima energia.
TMS erano penalizzati dal fatto di essersi incuneati in un angolo di
passaggio in modo da non dover scaricare il furgone. Bella e cruda la
performance di Pisciazza. Folto il gruppo di aficionados che non si
sono mai mossi di lì.
Orbital Tribe professionali, precisi e potenti nonostante io proprio
non ami quel genere di musica. E' stato forse il sound più di richiamo
della situazione. Tecno-trance molto veloce e senza troppe pause
cazzose in modo che i ragazzi dondolavano in modo continuo da fermi.
Bello l'ambiente, molto caldo e d'atmosfera.
abbasso gli integralismi!
solo agitando bene questi o altri ingredienti sarà possibile costruire
qualcosa di nuovo
mtz
un bacione a tutti voi tazzer
siete splendidi
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From: "MalesiO" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: Firenze 9/11/02 report
Date: Mon, 11 Nov 2002 12:45:01 +0100
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Firenze.
Social Forum + Raveone.
Si va? Si va.
Chi suona? OTK Teknomobil e blabla. OK!
Venerdì sera.
Fruttolo: "ok domani andiamo insieme in macchina!".
Simoncino: "tieni il posto per me e Soreta! Ti gggggiuro che veniamo
sicuro!".
Zca: "Dovei tracciare un diagramma vantaggi-svantaggi al fine di
stabilire se ci guadagno di più in treno o."
Generici: ".sìsì.si va all'ora di pranzo", ".si
sta alla manifestazione
in tempo", ".si prende il treno okkupato!".
Conclusione universale: " Tranquillo!..".
Sabato mattina.
Fruttolo: ".non vorrei partire in macchina!".
Simoncino: ".sto già sul treno (con Soreta)!" .
Zca: classico squilletto pulciaro che io ho interpretato come
"richiamami.sto a Firenze" e invece significava "richiamami.non
parto.
sto a fa' robba".
Generici: "Malesio! ...Ancora non sei alla manifestazione?"..."ancora
a
Roma?".
Epilogo universale: ".E' morto inculato."
Per fortuna, oltre a Tranquillo, anche Fruttolo è morto autoinculato,
per cui ci dirigiamo a Termini facendoci compagnia per prendere il
famosotrenoa10euro. C'è solo l' Eurostar.Venti Euro.Porco dio.se non
altro prima classe costa come la seconda.ho il vantaggio dei crackers
Tesori dell' Arca serviti da Nino Manfredi con la mano morta.
Il secondo vantaggio è che dopo un'ora e mezzo siamo già a
Santamarianovella.
A piedi si corre verso Piazza della Libertà. Si chiedono informazioni.
Si beccano solo spagnoli col poncho (.spanioli???.Yo no soy espanol,
soy Basco! Yo no soy espanol, soy Catalano!) accorsi in massa perché
tutti hanno diritto a vivere il loro '68, anche se posticipato. Il
tutto a spese delle alpache peruviane.
Ecco la piazza.
Ecco Playmo nostra salvezza.
Si parte alla volta di Palazzo Xfido dove ci attendono il resto dei
Tazzaroli.
Calda accoglienza da agriturismo toscano. Bella casa. Bella compagnia.
Pasta asciutta vizia il nostro palato.zuppa di farro coccola il nostro
intestino (senza che il palato abbia da ridire).
Due chiacchiere due rutti si riparte.
Parterre. Incontri vari. Incontri nuovi.come il Wedro di OTK.uomo dagli
ingranaggi biomeccanici alimentato da carburante naturale. Grande. Tanti
altri di cui non ricordo i nicks.
Si va ad occupare il capannone. In carovana seguendo il furgone. Io in
macchina di Daniele. Ci perdiamo. Li ritroviamo.
La fabbrica è grande con i muri candidi. Così immagino il paradiso
del
raver. Purtroppo, in qualità di paradiso, i peccati scarseggiavano ma
ci
siamo arrangiati anche sta volta. Buona musica. Bella gente. Gramo
svarionatissimo, Baby con kefia al collo indossata da sommelier, Aioe
ottimizzatore, Simoncino mbriaco che ogni tanto vagava da solo gridando
"aoooh!", Rent appena sveglio come sempre, Soreta decisamente rosa...
ecc.
Alle 10.00 i quadricipiti cedono all'unisono e ci dirigiamo verso la
stazione. Rimasugli di noglobbal ritardatari popolano con noi il carro
bestiame dell' intercity. Una signora noiosa ci si accolla nello
scompartimento a me e a Fruttolo. Grazie al controllore, che mi esorta a
levarmi le scarpe per non sporcare il sedile di fronte, trovo
finalmente la soluzione per far cambiare scompartimento alla signora.
Gas freedom.
Bel meeting anche sta volta. Sfurgonati ma presi bene.
Mi rimane un favoloso souvenir.il CD singolo di Avril Lavigne appena
comprato ed abbandonato da un pentito nel suo sacchetto alla mercè del
primo passante. Io.
Abbracci.
-Male-
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From: ginetorz <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: ::festa firenze:::
Date: Wed, 13 Nov 2002 11:21:46 +0100
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Xref: *****.org taz.ordanomade:9944
.....mi sembrava strano che nessuno ne avesse parlato.........
emminkia come ne parlano....
"dentro, in mezzo ai ragazzi, ci sono agenti della Digos in borghese",
ci hanno spiegato dalla questura, assicurandoci che il raduno era
autorizzato»
"un piccolo premio visto come sono andate bene le cose al corteo"
.......................
mah....
«Una festa organizzata, con tanto di biglietto che parla di "invasione
sonora": almeno mille ragazzi arrivati da mezza Europa e tanta, tanta
sporcizia». Chi abita nella zona dell'ex Meccanotessile, a un passo da
piazza Dalmazia, non ha parole. «Sabato notte la struttura è stata
letteralmente invasa da almeno mille persone che hanno suonato e cantato
fino alle sei di mattina, dormendo lì e restandoci fino alle dieci di
domenica», spiega una giovane mamma che chiede non vengano svelate le
sue generalità. «Siamo stati svegli tutta la notte e abbiamo chiamato
vigili, polizia, carabinieri. Ma non è venuto nessuno: "dentro,
in mezzo
ai ragazzi, ci sono agenti della Digos in borghese", ci hanno spiegato
dalla questura, assicurandoci che il raduno era autorizzato». «Ecco,
proprio questo vorrei sapere io, ma chi gli ha dato l'autorizzazione a
tutta quella gente di organizzare un raduno lì, chi gli ha aperto?»,
interviene una signora con cane, che abita in uno dei grandi palazzo di
via Santelli. «Il cancello non è stato abbattuto, ma qualcuno l'ha
aperto — riprende — e il fatto che le forze dell'ordine non siano
intervenute per accertare se si trattava di una "rave" o di
qualcos'altro, ci ha spinti a pensare che l'autorizzazione ce l'avessero
per davvero». Rumore, scritte sui muri, siringhe e sudiciume rimasti in
eredità non sono l'unico male di cui soffre l'ex Meccanotessile di
Rifredi, ancora in attesa che riprendano i lavori: nel settembre scorso
sono state aperte le buste con le risposte al bando di gara pubblicato
alla fine dei luglio per l'appalto dei lavori. Delle 18 offerte
arrivate, solo una è stata scartata per mancanza dei requisiti di
idoneità. Ma i lavori al Centro di Arte Contemporanea sarebbero dovuti
partire entro novembre - così assicurò il Comune - per terminare
entro
450 giorni, cioè alla primavera del 2004. Per la realizzazione
dell'opera si spenderanno 11 milioni e 516.000 euro. «Il nuovo Centro
di
Arte Contemporanea nell'ex Meccanotessile sarà una ricchezza,
un'opportunità per Rifredi e tutta la città. Vogliamo creare un
centro a
livello europeo», spiegò l'assessore alla Cultura, Simone Siliani.
«E allora perché permettono questo sconcio — tuona M. S.
da viale
Morgagni — qui sabato notte c'era un via vai incredibile, sono scesa per
sapere cosa fosse e ha saputo che si trattava dei ragazzi del Social
forum. "Siamo venuti qui a passare la notte", mi hanno detto".
Senza
bagni, né tende. Ma la birra sì, quella l'avevano portata e c'era
anche
chi si era organizzato per venderla. E l'impianto poi, da discoteca, con
proiettori che mandavano immagini sulle fiancate dei camioncini... Mi
sono informata: le chiavi del cancello in zona non ce l'ha nessuno:
quindi o le ha date il Comune o la società di artisti che ogni tanto
viene a fare qualche installazione. Ma stamani (ieri per il lettore,
ndr.) hanno messo anche un gran lucchetto».
Meno arrabbiata Manuela Sebeglia: «Sono giovani — spiega —
un po'di
musica non ha mai ucciso nessuno: anch'io sono scesa alle cinque e mezza
del mattino, per vedere cosa stesse succedendo. Ho trovato, stanchi e
infreddoliti, i ragazzi del Social forum. Mi hanno spiegato che erano
stati autorizzati a fare la festa e a dormire lì dalla polizia e dal
Comune: "un piccolo premio visto come sono andate bene le cose al
corteo". Diamo così poco ai nostri giovani, meglio ci stano loro
in
quell'immensa struttura semi abbandonata, che i topi e le ortiche».
http://lanazione.quotidiano.net/chan/8/11:3857723:/2002/11/13
cia'
gntz
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From: ".d.3.c.0.d.3.r." <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: Re: sul Glotek
Date: Wed, 13 Nov 2002 10:28:59 +0100
Organization: *****
Lines: 16
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Reply-To: ".d.3.c.0.d.3.r." <*****>
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Xref: *****.org taz.ordanomade:9936
"Wedro OTK :::" ha scritto:>
> Ragazzi, NON C'ERA NEMMENO UN VIGILE!!! una volante, qualcuno in
borghese...
.... veramente ... la mattina verso le 10:30 si è presentata la digoz
..
. in quattro ... sono arrivati sgommando davanti al cancello ...
st'idioti .... si guardavano intorno ... il bello è che hanno domandato
ad un ragazzino che uscita che cosa stava succedendo ... e questo ...
gli ha risposto "ahoooo...e che non lo vedi.... ce sta un reiiivv!!!!"
.
.. si sono guardati .... sorrisino idiota da sbirro ... e sono andati
via ...
d.
Path: *****.org!not-for-mail
From: Daniele <*****>
Newsgroups: cybernet.taz.ordanomade
Subject: Re: Richiesta di repost
Date: Sat, 19 Oct 2002 00:28:36 +0200
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Lines: 128
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References: <aoptrn$b10$1@*****.org>
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Xref: *****.org taz.ordanomade:7918
eccotelo,
xfido wrote::
Qualche settimana fa guardavo per la prima volta "Blow" con Johnny
Deep.
Film che tratta della vita di uno storico pusher di coca negli stati
uniti. Bene, non vi racconto la trama, ma alla fine (che brutto
raccontare proprio il finale) viene condannato a 60 anni (dico 60) per
traffico internazionale di stupefacenti. Questo negli anni '60 mi
sembra.
Una pena spropositata, pazzesca, degna di un serial killer, di un
genocida o peggio se possibile.
Praticamente il carcere a vita.
Allora mi sono domandato, per la prima volta nonostante i miei anni, il
perché questa allucinante persecuzione. Perché lo spaccio di una
sostanza così "pissera" come la coca (un caffè da ricchi)
o la benefica
erba maria viene considerata un crimine peggiore di un omicidio?
Insomma perché questa proibizione assoluta incondizionata delle
"droghe"? Perché questo accanimento, questa estrema e sfrenata
demonizzazione? Intendo: quali sono le ragioni culturali, sociali e
antropologiche di questo?
Confesso la mia ignoranza e l'assenza totale di letture sull'argomento e
chiedo lumi a voi colti tazzeristi. Anche se probabilmente ne avete già
parlato molte volte.
Comunque nell'attesa mi sono messo a fare un piccolo sondaggio tra gli
amici a costo di tagliare con l'accetta concetti sicuramente dibattuti
con dovizia di teorie e competenza flilosofica.
Le risposte più frequenti sono state le seguenti:
1) Le droghe aprono la mente e avvicinano a una qualche verità difforme
dalle convinzioni comuni. Perciò rappresentano un pericolo al modo
comune di pensare. Drogati e comprenderai l'essenza delle cose. Non
drogarti e sarai un automa al servizio del luogo comune
2) L'uso delle "droghe" (basta con queste virgolette, ci siamo capiti)
rende gli individui inadatti al lavoro e dunque danneggia il sistema
produttivo. Mi sveglio, mi faccio e poi in ufficio flippo.
3) La "moda" delle droghe (cannabis e lsd in testa) è associata
all'anticonformismo e ai valori della rivolta hyppie. Esse sono dunque
condannate in quanto simbolo di trasgressione giovanile. La droga è
underground! E l'underground non gira in giacca e cravatta.
4) (giuro che è vero) le droghe alla fine nuocciono alla salute e sono
deleterie per il corpo e lo spirito (detto da una punkabbestia). Dunque
siccome chi guida fumato può causare incidenti o chi si fa di coca è
più
incline alla violenza, la droga alla lunga è pericolosa a livello
sociale. (no comment) e bisogna proibirla formalmente. Ma che bello
trasgredire e sfottere il sistema!
5) Perché se no la mafia non ci guadagnerebbe e siccome mafia e stato
sono la stessa cosa. puntini puntini. Parlatene pure male, così il
prezzo sale e sbirri e padrini ci si fanno le ville.
Sono rimasto un po' perplesso da queste risposte.
Anche se probabilmente alcune di esse sono vere in qualche misura..
Mi sembra però che ci siano state due ipotesi che le persone da me
interpellate non hanno preso in considerazione e sulle quali vorrei da
voi maggiori lumi:
6) Attraverso la proibizione della droga si istituisce un sistema di
controllo, repressione e monitoraggio di individui potenzialmente
antagonisti o comunque non allineati alla logica del sistema. Un
ricatto, un arma in mano a chi vuole esercitare un peso sulla libertà
e
sulle coscienze dei dissidenti: "Ah si? allora ti facciamo una bella
perquisizione corporale bello mio!". Controllo del corpo, controllo
dello spirito. Foucault?
7) le droga rappresenta una alternativa "altra" rispetto ai principali
motori del sistema repressivo e del piacere differito: il denaro, il
potere e il sesso. Offre una via di uscita non compatibile ed
addirittura divergente rispetto a questo sistema di valori. Istituisce
il piacere qui e ora in luogo del differimento e della sublimazione del
desiderio utili a mantenere gli individui alle dipendenze del paradigma
produci-consuma-scopa-crepa che informa l'esistenza della famiglia
modello consumista. Ha dunque a che vedere col piacere. E si
contrappone a una espressione standard della libido secondo i
meccanismi consueti di dilazione e ricompensa. ecc. (vedi Marcuse)
Se qualcuno ha un po' di bibliografia sull'argomento sarei interessato a
sviluppare la riflessione.
Grazie e scusate la lungaggine e la mia assoluta ingenuità,
mtz
P.S. Potremmo addirittura votare per una di queste 7 risposte o per
altre eventuali. Un nuovo giochino da ng.
Iskratov wrote:
> Salve, spero che perdonerete la mia richiesta forse poco conforme ai
> principi della netiquette, ma e' un po' che lurko questo gruppo e ho
> visto citato nel thread "Perche' e' proibito?" "un post
di qualche
> tempo fa, proposto da TKN direi, passato abbastanza inosservato ma
> secondo me
>
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From: "xfido" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: siamo fottuti (lo dice la Rai)
Date: Wed, 13 Nov 2002 01:27:22 +0100
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NNTP-Posting-Date: Wed, 13 Nov 2002 00:28:25 +0000 (UTC)
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Xref: *****.org taz.ordanomade:9922
Raieducational 24.15
bello l'inizio con un tizio che assume mdma in un laboratorio e
racconta gli effetti crescenti della sostanza. Ma, attenzione, è solo
un trucco per farci meglio digerire la pillola.
Una virata sulla scena dei rave dove l'xtc viene consumata. Rave che poi
sono sono mega-discoteche (americane?) nelle quali si assume la droga
(ma allora perché si vedono i buttafuori che perquisiscono a fondo
chiunque) e si balla tutta la notte senza sosta fino all'arrivo
dell'ambulanza.
extasi=tecno=discoteca=ambulanza (viva le mamme antirock!)
Poi si parla di un ratto che assume speed ("uno stimolante ben
conosciuto") e raddoppia i suoi movimenti rispetto a un topo normale.
Lo si confronta con un altro che ha preso dell'mdma e si scopre che
quest'ultimo tende a ripetere sempre gli stessi movimenti.
Che cosa curiosa! L'xtc è adatta al ballo perché induce un comportamento
ripetitivo(!!!)
Ma ATTENZIONE!!! questa droga ha "anche" effetti tremendi.
Intervista a un padre di famiglia che vede arrivare il figlio a casa
dopo la discoteca. Il ragazzo in stato alterato chiede di fare una
doccia e poi schizza fuori dal bagno gridando "quei bastardi!
Quell'acido era tremendo!" quindi si getta fuori dalla finestra e muore
in strada per arresto cardio-circolatorio. Risultato: l'estasi uccide!
Corollario: uccide decine di giovani ogni anno.
Solito esperimento con le scimmie a cui si fa assumere 1 pastiglia e
mezzo x un anno ("una dose nettamente inferiore a quella di un essere
umano") con la conseguenza che gli assoni serotoninici sono
completamente bruciati! (eh te credo!) L'estasi uccide e non ti avverte
mentre lo fa!!! (potesse parlare diocristo)
Non solo: l'estasi ha effetti tremendi e irreversibili anche dopo una
sola volta che la si assume. Non si ritorna più normali: capito!!!???
Qui ragazzi siamo al di là di ociseiocifai, siamo al
setifaiaddiopersemprenonprovarcinemmenosenotibuttidallafinestra.
Mai visto una tale violenza terroristica in TV. Nemmeno Bruno Vespa.
Siamo alla frutta. Tutto è perduto. Io emigro. Ci vediamo a Cristiania.
mtz
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From: lobo <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: Re: Nei_rave_party_si_spaccia_e_i_ragazzi_escono_di_testa
Date: Tue, 22 Oct 2002 15:06:00 +0200
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Lines: 16
Message-ID: <1221258.GREK4xahY6@lobo>
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NNTP-Posting-Date: Tue, 22 Oct 2002 13:08:34 +0000 (UTC)
Xref: *****.org taz.ordanomade:8177
kri wrote:
> si si, la giornalista la si violenta in gruppo mentre il giornalista
> lo si picchia a sangue
beh a sto punto violentiamo anche il giornalista, no ? :) in gruppo
pero'!
>
> "Baby Lonbitch" <*****> ha scritto nel messaggio
> news:3DB53972.6BD04F31@*****.com...
bye
lobo
Path: *****!not-for-mail
From: "OMIKRON DESIGN" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: Re: muore un giovane a parma
Date: Thu, 2 Jan 2003 14:29:47 +0100
Organization: *****
Lines: 57
Message-ID: <av1fc3$mf4$1@*****.org>
NNTP-Posting-Host: *****.it
X-Trace: *****.org 1041514691 23012 ***.***.***.*** (2 Jan 2003 13:38:11 GMT)
X-Complaints-To: usenet@*****.org
NNTP-Posting-Date: Thu, 2 Jan 2003 13:38:11 +0000 (UTC)
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Xref: *****.org taz.ordanomade:13682
prepariamoci ai "facili scandali"...e che qualcuno possa anche attingere
informazioni da questo ng....
ma non credo si debba fare necessariamente un collegamento free party
/morte
il fatto colpiscie , soprattutto persone come me che vedono e caricano
(arbitrariamente) il free party di valenze culturali/politiche
/sociali......siamo si festaioli ma c'è indubbiamente qualcosa di più,
ed è in ragione di questo che non posso credere al binomio
party/alienazione, anche totale.
se i fatti e non le opinioni saranno confermati ( morte di un ragazzo
in un sacco a pelo , per arresto cardiocircolatorio dovuto a sostanze...
. ) non mi sembrano più gravi di una situazione analoga che avvenga
sotto le arcate dell'hotel paura della stazione centrale, con questo
nessuno metterebbe in discussione ne la Centrale, ne la Termini
tantomeno l'azienda ferroviaria......ma la gestione di situzioni
critiche/sociali che trovano il loro spazio solo in luoghi aperti a
tutto
non ci sono zone degradate dalla prostituzione e dalla droga, ma ci sono
raltà che vengono marginalizzate dalla comune norma del pudore e dal
priobizionismo che si trovono in zone libere e autonome, come il
sottopassagio della tangenziale, le arcate della centrale, e i grandi
eventi aperti, giustamente, a tutto e tutti
su questo terreno invito la cronaca, e le forze politiche, anche quelle
che credono in un mondo politico basato sulla conservazione e la
reazione. Anche loro debbono dare delle risposte serie e credibili su
questi "piccoli" temi del quotidiano, anche loro non possono rispondere
con demagogicio proibizionismo, perchè il risultato è evidente
L'abissale differnza tra le due politiche in seno all'europa è sotto
gli
okki di tutti, sono appena tornato da atene, dove , come a budapest,
sono da poco vigenti norme di proibizionismo totale, anche nella dose
individuale giornaliera, ( e in questo si vede un influenza delle
politiche estere internazionali, che premono anche sul belpaese ndr)
orbene il risultato sono piazze, con puscher e zombi , persone
distrutte dalla droga, dal taglio, dai prezzi, dall'illegalità, dalla
solitudine e dall'abbandono, e ogni due ore in questa piazza ( la
cetralissima piazza Omonia) arriva la polizia che in tenuta da sommossa
entra in azione, con manganaelli, arresti......ben lontano invece
l'esempio della civilissima svizzera, con programmi di recupero, camere
bianche, antipribizionismo, inclusione dell'abuso (e non dell'uso, cfr
canapai etc etc) di sostanze ai primi posti del recupero sociale,
convinzione profonda che gli abusi siano forme di fuga rispetto ad una
realtà sempre più insopportabile, questione ben lontana dall'essere
inscritta nel più ampio calderone del "disagio giovanile"......queste
considerazioni potranno apparire superficiali e pressapochiste per
molti di noi, ma per i lurkatori potrebbe essere un terreno di
confronto.....tenedo conto che probabilmente qualcuno si alimenta di
"fresche news" da questo ng.....allora ribadisco non è il free
parti
che apre su queste tematiche, ma è su queste tematiche , sotto le
arcate della Centrale, dei Party e di iazza Omonia, che si devono
formulare delle proposte politiche degne di una grande democrazia
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From: "hotchili" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: short notes from kenya
Date: Sun, 13 Jan 2002 19:57:57 +0300
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solo poke cose e a ki i viaggi/posti lontani non interessano salti il
msg senza esitare
nn son qui prp in vacanza (e infatti non mi son staccata dalla taz ;-) e
qndi ho visto poco e male e sono stata poco fuori nairobi
qndi racconto, solo xké mi fa piacere dirvi di qlcsa di qsto mondo così
*radicalmente* lontano da rave&tekno, senza reclamare alcun bollino
'verità assoluta' e conscia di nn poter svicolare alcune verità
banali
(ke xò bisogna vedere x credere) e probab semplicistike
i neri sono belli e sono umani. in confronto noi siamo larvette tristi,
frustrate e nevrotiche.
tra i tanti, meravigliosi e regali, ho visto un ragazzo ke era lenny
kravitz, ma + alto + bello e fatto meglio e ieri una ragazzetta ke era
tanto perfetta, magnifica e leggiadra ke, camminando con il suo
fardello sulla testa, lasciava dietro di sé una tale scia di bellezza
ke ti veniva quasi difficile non seguirla...
i neri camminano sempre, dapertutto, nella polvere. camminano dopo ore
e ore di lavoro, per kilometri, ma sono sempre dignitosi e composti.
qndo potranno nutrire bene corpo e mente speriamo ke ci perdonino per
tutto qllo ke gli abbiamo fatto xkè, da un punto di vista di fitness
biologica, noi siamo in un pozzo nero e loro splendono radiosi
i vestiti passano di mano in mano sempre un po' + sporchi e stazzonati
ma finké reggono si usano. quasi tutti e, cmq, tutti quelli negli
slums, si vestono come ravers al 10o giorno di teknival (anke se con
meno attenzione ai particolari e agli abbinamenti ;-). ma loro nn sono
punkabbestia egocentrici e incattiviti e qndo gli parli ti aprono qsti
sorrisi ke sembrano spazzare via tutti i nostri ragionamenti e
calcoletti e piccole meskinità. dei sorrisi ke sono così belli
e così
grandi ke non riesci a rispondergli a tono, con la stessa meravigliosa
semplicità, e ti senti un po' una povera merdina bianca
sono sfruttati dai pochi locals ricchi, sono sfruttati e considerati
nulla dagli occidentali (anke da molti nelle NGO) e dagli indiani. (e
guarda caso i musulmani aumentano...)
occidentali e indiani andrebbero cacciati.e son contenta di partire tra
poco. nn voglio essere confusa con qsta gente ke nn gli parla, nn li
guarda, nn li saluta e dà solo ordini + o - sprezzanti
hanno il diritto di camminare x le loro strade senza essere
continuamente avvolti dai polveroni dei gipponi
spesso gli occidentali sono dei poracci in patria ke vengono qui e
giocano a fare i dittatorielli
tutte le case di bianki/indiani/rikki hanno i loro 'watchman' ke
controlla ke dagli slums nessuno venga a reclamare ciò ke non ha mai
potuto sognare c'è la pena di morte. la polizia è ultra-bastarda
e tre
gg fa c'è stata una rivolta xké in carcere hanno torturato ed
ucciso un
venditore ambulante. certo, nel vicino uganda i partiti politici sono
proibiti dal 1986 "xké favoriscono l'odio interetnico" . hanno
provato
a fare una marcia x ricostruire un tessuto minimamente democratico e la
polizia ha tranquillamente sparato sulla folla. tra i morti un 20enne
ke studiava x fare il giornalista. il presidente ha commentato "la
polizia esiste per mantenere l'ordine".
hanno una spiritualità fortissima. ieri ero in un parco molto grande,
in
città. lì cè un piccolo altopiano con qualche albero sparso.
c'erano
varie persone, uomini e donne, di varie confessioni religiose e di varie
interpretazioni animiste di tali religioni (perline e rimasugli di vari
riti sparsi nell'erba). ki pensava, ki pregava, ki parlava da solo o in
coppia o in gruppo, ki piangeva, ki sbatteva la fronte per terra. qlcno
era semplicemente in piedi sotto un albero, il *suo* posto x meditare.
animals
i marabù, gli uccelli ke si nutrono di cadaveri. alti 1 metro e 20-40.
testa spelacchiata, collo glabro e un enorme corpo a 'carapace' con
lunghe penne grigio metallico spioventi, per proteggersi dai sukki
della decomposizione ke skizzano dalle carogne. un enorme becco pesante
ke gli dà l'aria sempre depressa. lunghe gambe bianche grosse e ossute.
si radunano incredibilmente anke sugli alberi. ma io ho provato ad
avvicinare un gruppo ke stava in un campo xké volevo guardarli bene in
faccia e poi ho capito ke non è ke non scappavano xké gli faceva
troppa
fatica alzare in volo quel corpaccio sgraziato ma xké *sapevano* ke nn
mi potevo avvicinare. a 10 m l'odore era ormai tanto mostruoso ke ero
pronta a vomitarmi anke le ossa e sono fuggita tossendo e strozzandomi..
. le giraffe ti guardano da lassù con occhi tristi e profondi
le zebre sono delle buzzicone ribelli e ignoranti. non riescono neanke a
nitrire, fanno una specie di barrito/raglio strozzato. e si menano come
degli inglesi al pub dopo la partita di calcio. calci morsi e
impennate/zoccolate. gli zebretti sono corti-corti col capoccione e
tutte le righe ancora vicine e gli piace imbizzarirsi e fare i pazzi
i rapaci sono dapertutto. anke al centro di nairobi. spt falki e poiane
ke volteggiano tra i poki quasi-grattacieli.
il facocero provo a raccontarlo ma va visto: il processo evolutivo c'ha
avuto qlke bug e gli si è riempita la bocca di zanne ke vanno da tutte
le parti. qndi la capoccia è diventata enorme e sproporzionata su un
corpicino da maialino grigio.
gli uccellini sono ovunque e sono meravigliosi
ci sarebbero tante altre cose... ma già ho esagerato
vado a mangiarmi la mia khat-gomma...
;-)))
ciao
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From: "hotchili" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: taz, flames e triptofano
Date: Thu, 28 Nov 2002 18:31:47 +0100
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poco triptofano (precursore della serotonina) e si è depressi, si fa
fatica a discriminare (AO, ma ke quelo -davero davero- me sta a pija x
culo??! ma mo je imbruttisco io così vede...) e, soprattutto, si è
*impulsivi*
nn vorrei sembrare semplicistica e meccanicistica ma...
fiskiano le orekkie?
;)))
TRIPTOFANO!
mai + senza!!!!
=)))
Lowering of serotonin by rapid tryptophan depletion increases
impulsiveness in normal individuals
Espen Walderhaug1, , Hilde Lunde2, Jan E. Nordvik1, Nils Inge Landrø3,
Helge Refsum2 and Andres Magnusson1
(1) Department of Psychiatry, Ullevål University Hospital, 0407 Oslo,
Norway
(2) Department of Psychopharmacology, Diakonhjemmet University
Hospital, Forskerveien 7, Box 85 Vindern, 0319 Oslo, Norway
(3) Department of Psychology, University of Oslo, Box 1097 Blindern,
0317 Oslo, Norway
Abstract
Rationale. Reduced serotonergic activity has been associated with
impulsive behavior; however, intervention studies have been scarce.
Objectives. To examine whether induced lowering of serotonin (5-HT)
levels would increase behavioral measures of impulsivity.
Methods. Twenty-four healthy young males ingested a mixture of the
essential amino acids except for tryptophan in a balanced, randomized,
double-blind, placebo-controlled, cross-over study design. The
continuous-performance test-identical pairs was administered when the
plasma concentration of tryptophan was expected to be at the lowest
point. The plasma concentrations of 23 amino acids were measured at
baseline and 5 h after the ingestion of the amino acid mixture.
Results. The intervention led to a dramatic fall in free and total
plasma tryptophan, and the tryptophan/large neutral amino acids ratio.
This in turn has been shown to lower the level of 5-HT in the central
nervous system. The tryptophan depletion resulted in a statistically
significant more impulsive- or disinhibited response style on the
continuous-performance test-identical pairs when the subjects were
solving verbal tasks. Depleted subjects exposed to spatial stimuli had
fewer correct responses and a decreased ability to discriminate between
stimuli.
Conclusions. These results indicate that a rapid lowering of tryptophan
increases impulsiveness and decreases discriminating ability in normal
individuals. The effect of 5-HT depletion on discriminating ability in
this study was similar to that previously reported in depressed
patients.
Psychopharmacology (2002) 164: 385-391
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From: "vix" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: POTENZIALE TRASGRESSIVO DEL RAVE
Date: Sun, 26 May 2002 09:34:50 +0200
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POTENZIALE TRASGRESSIVO DEL RAVE
scritto da un raver illegale
Il rave, attraverso l'esperienza dell'ebbrezza collettiva, crea un
annullamento temporaneo delle identità e dei ruoli consolidati,
suggerendo la necessità di una loro ridefinizione. Quanto più
quest'esperienza viene pianificata, quindi codificata, in modo tale da
essere funzionale ad interessi anche direttamente economici, tanto più
ci avviciniamo alla categoria di rituali previsti per la conservazione
della gerarchia sociale dal sistema capitalista. Tali rituali sociali
costituiscono la risposta al bisogno insopprimibile di sfondamento
dell'individuale nell' indistinto della folla, che deve avere un suo
tempo e un suo luogo deputati e soprattutto deve essere controllato :
la partita di calcio è l'esempio più appariscente e allo stesso
tempo
più contradditorio, visto il permanere di un residuo margine di
imprevedibilità e di incontrollabilità. Lo svolgimento dovrebbe
rispondere a comportamenti predefiniti che vanno a costituire da una
parte le regole del gioco, dall'altra le funzioni che il giocatore e lo
spettatore sono tenuti a interpretare. Questi rituali sociali
coincidono con il momento "festivo" opposto e complementare al ciclo
feriale. La "vacanza" é il periodo festivo per eccellenza,
stabilito,
fissato nella sua durata, durante il quale possiamo confonderci con gli
altri, lasciarci andare alla socievolezza, alla convivialità. A mio
modo di vedere ciò che distingue il rave illegale è proprio l'assenza
di questo preciso carattere rituale, in barba agli antropologi e ai
sociologi di "tendenza" che vogliono spiegare questi eventi attraverso
concetti ammuffiti tipo neo-tribalismo, trance, sciamanesimo e quant'
altro. Il rito "primitivo" cerca di (ri)stabilire, in comunità
circoscritte, una coesione sociale e un equilibrio individuale. Sin
dalle origini della civiltà l' abolizione rituale-festiva delle
differenze è servita al rinsaldamento dell' ordine gerarchico , a
rendere accettabili le differenze stesse. Nelle complesse società
occidentali di oggi l'edonismo è la forma rituale attenuata ,"laica".
Il techno-party gestito orizzontalmente agisce precisamente e
conflittualmente su questo terreno tentando di sfondare la nozione di
festa, immettendole elementi di rottura , di critica , di
sperimentazione. Il momento ludico diventa capace di creare disordine e
crisi nello stesso apparato che gestisce il divertimento.L'allarmismo
isterico degli operatori delle discoteche (vedi il signor Bornigia,
patron del Piper e di altri locali romani),che temono di perdere
clienti mentre dicono di preoccuparsi per la sicurezza e la salute dei
giovani,lo dimostra sufficientemente. Mentre il rave commerciale può
essere paragonato ad una vacanza in un villaggio turistico o comunque
pre-organizzata, un consumo del tempo libero, il rave illegale
rappresenta una sorta di vacanza fai-da-te, nel senso che comporta
un'attitudine dei viaggiatori all'esplorazione. Da un punto di vista
più strettamente economico, il rave commerciale può avvicinarsi
ad una
ipotetica "società a responsabilità limitata", quello
illegale ad un
altrettanto ipotetica "società a responsabilità illimitata".
Ciò non
vuol dire che la scena illegale e quella commerciale rimangano come due
mondi separati non comunicanti : al di là di queste distinzioni, il
rave in generale costituisce un intreccio complesso e mutevole di
implicazioni sociali, politiche, culturali e non solo, come spazio e
tempo privilegiati della mescolanza, della trasversalità culturale, è
irriducibile a qualsivoglia tentativo di indagine o analisi
specialistica e allo stesso tempo la sua complessità fa sì che
costituisca comunque un terreno sul quale convergono stimoli e
interessi (diversi), spesso lontani fra loro, se non in conflitto. La
scena techno si è sviluppata seguendo direzioni inedite e imprevedibili
se confrontate con le storie recenti - e ancora in atto - di altri
fenomeni musicali. E possibile individuare, durante gli anni '80,
correnti specifiche e collegarle a contesti, a luoghi altrettanto
specifici. Sicuramente il punk ha rappresentato una attitudine nei
confronti della musica che comportava la rivendicazione di una scelta
esistenziale - tale scelta si manifestò in un primo tempo attraverso
la
provocazione come tentativo di rendersi visibili (le irruzioni nello
show-business), più tardi attraverso la conflittualità come azione
sociale, sia offensiva che difensiva. L'urgenza di difendere il proprio
stile di vita evidentemente è stata prioritaria fino ad ora: il
movimento del '77 e le successive esperienze delle occupazioni, dei
centri sociali, hanno certamente un legame forte con il punk come
cultura underground. Il termine "underground" può essere utile
per
definire situazioni che si muovono all'interno di queste esigenze
opposte e complementari: da una parte uscire fuori, dall'altra
preservare la propria identità, sopravvivere con la propria diversità.
Aprirsi o chiudersi. Il successo mondiale di "Never mind" dei Nirvana
(1991) sigla ufficialmente l'ingresso del punk, nelle sue potenzialità
di prodotto commerciale, nel "main stream" del pop con ben 14 o 15
anni
di ritardo: solo che ora si chiama "grunge" ed entra nel rumore
massmediologico come "nuova tendenza giovanile" e nel mercato
discografico, come categoria musicale che costituisce un preciso
settore di vendita il cui consumatore è identificabile mediante
sofisticate strategie di indagine di mercato. Tuttora il genere
"funziona", soprattuto la sua versione più scanzonata e
scacciapensieri, vista la popolarità di gruppi come Green Day,
Offspring, No Fx ecc. . "L'impiego quotidiano della musica come colonna
sonora commerciale" fa sì che "per l'importanza della musica
popolare
il nostro secolo è inscindibilmente legato all'uso di essa da parte
degli altri mass media - radio, cinema, tv, video - cosicchè
l'organizzazione ed il regolamento di questi plasmano le possibilità
del pop". 1 Il sistema capitalistico ha imparato molto bene l'arte del
riciclaggio ed è il primo a decontestualizzare ed a cambiare di segno
la musica. I prodotti musicali devono fare i conti con il loro
possibile ri-uso a scopo commerciale: almeno potenzialmente, una volta
uscito un disco qualsiasi ha delle concrete possibilità di venire
utilizzato come sottofondo.Gli spots dei servizi sportivi di Tele Più
2
sono commentati musicalmente con il meglio di quella che viene definita
"scena alternativa". Oggi questo processo si è velocizzato(il
punk era
particolarmente indigesto,di conseguenza la sua metabolizzazione è
stata più lenta) e riguarda tutta la musica, per questo mi sembra
oramai impossibile distinguere fra pop e avanguardia. Un aspetto che
distingue alcune vicende musicali degli anni '80 è proprio (come nel
caso stesso dei Nirvana) l'involontarietà, autentica o simulata che
sia, il disinteresse dimostrato, a volte ostentato dall' "artista"
rispetto al proprio successo, alla propria popolarità. Ancora oltre,
rappers come Snoop Doggy Dog hanno costruito la loro fortuna sull'
immagine da criminali (che apparentemente si rivolgono ad altri
criminali). In un certo senso più si comunica con un pubblico ristretto
cosicchè esso si possa identificare e sentire un'appartenenza, più
è
facile che in un breve volgere di tempo si crei una categoria, una
tendenza identificabile e utilizzabile commercialmente. L'autenticità
e
la simulazione finiscono così per essere difficilmente distinguibili.
Se per "fenomeno musicale" si intende appunto una categoria o un genere
musicale che vende dischi e che sia riferibile ad un contesto preciso,
la scena techno non può definirsi tale: il suo sviluppo, la sua
crescita, il suo "successo", non dipendono dalle vendite dei dischi,
dal fatto di rappresentare un buon prodotto commerciale; inoltre non è
possibile identificare in maniera precisa i suoi acquirenti, tantomeno
i suoi luoghi deputati in quanto essi vengono cercati, creati, oppure
semplicemente vissuti di volta in volta in modo diverso. Un rave in una
discoteca è quasi una contraddizione di termini.
Il raver non è un fan
Il raver cioè non è (ancora) identificabile come acquirente
da
strategie
di mercato.
Non c'è dubbio che senza ravers, i Djs e i gestori dei locali da ballo,
non avrebbero guadagnato così tanto denaro; si potrebbe dire lo stesso
per una qualsiasi band di successo senza i suoi fans. Ma il fan
appunto, come affezionato dell'artista o di un determinato genere
musicale, è in primo luogo un'acquirente di dischi. L'house, la techno
e tutte le sottoetichette rappresentano un settore in controtendenza
del mercato discografico. Mentre si è ormai da tempo imposto il CD come
supporto-formato privilegiato, i mix di musica techno vengono venduti
prevalentemente in vinile; questi non sono facilmente reperibili perchè
il numero di copie stampate è piuttosto basso in quanto costituiscono
un "esclusivo" strumento di lavoro per i Djs, i quali anche quando
sono
essi stessi produttori di musica, devono fondamentalmente lavorare dal
vivo per esprimersi al meglio. Per il pubblico più vasto ci sono le
compilations in CD pre- mixate dai Djs di grido, i singoli brani sono
spesso accorciati secondo uno standard di durata medio, in modo da
fornire la colonna sonora di un eventuale mini rave casalingo. Gli
albums sono più facilmente reperibili,ma non suonano forte e potente
come i singoli su vinile . La produzione di musica è legata al contesto
della pista da ballo, situazione riproducibile all'infinito anche a
livello immaginativo: ciò che conta é l'immediatezza dell'efficacia
ritmica delle tracce sonore,anche per le versioni più estreme e
rumoriste di techno.La cassa della batteria elettronica è l'elemento
di
continuità,il perno di questa musica. Un'altra fonte di diffusione e
di
guadagno sono i passaggi radiofonici : molte radio in italia hanno
smesso di essere contenitori musicali per specializzarsi , facendo
condurre le trasmissioni ai Djs più quotati del momento. In secondo
luogo il fan è uno spettatore, mentre il raver non è assimilabile
allo
spettatore del concerto; il rave rappresenta il superamento della
performance "live", la quale prevede la presenza di uno o più
protagonisti sul palco e di un pubblico che si gusta l'esecuzione.
L'esecuzione musicale assume durante il rave valenze del tutto diverse,
il Dj manipola musica registrata, di solito la consolle è molto più
"nascosta" rispetto al palco, la folla non si è radunata per
guardare
verso un' unica direzione, semmai per guardarsi, quindi per farsi
guardare. Tradizionalmente la canzone è costruita formalmente attorno
al testo, assegnando così un ruolo predominante alla comunicazione
verbale. La parola ha però assunto sempre più valore di puro suono:
la
tecnologia elettronica permette di ricreare, di campionare, di
decontestualizzare la voce umana e nella techno la parola è andata
progressivamente scomparendo, favorendo lo sviluppo di modalità
comunicative meno facilmente definibili . Nel 1990 in un pezzo prodotto
a Londra ( " Maggie's last party ", Very Important Minister) uno degli
ultimi sproloqui come ministro in carica di Margareth Thachter contro
gli acid-parties veniva campionato, spezzato, ripetuto diventando un
eccitante sproloquio a favore delle feste illegali. La condivisione
dell'eccitazione (determinata dalla prestazione dei musicisti) tipica
della situazione del concerto si trasforma nel rave in un moltiplicarsi
esponenziale di inputs, di stimoli che si riproducono; ognuno è
protagonista ricevendo e trasmettendo energia. In questo contesto la
musica finisce per costituire un sottofondo. Musica di sottofondo che
esplode,musica immaginifica, portatrice di immagini, capace di lasciare
un maggiore margine creativo alla fantasia del corpo e della mente di
chi ascolta,aiutato dal supporto di uno spazio sonoro. Le colonne
sonore dei films, degli spots pubblicitari televisivi e radiofonici, i
motivetti elettronici dei videogames, la musica (muzak) per ascensori,
per supermercati, per piscine e quant'altro, hanno un referente
obbligato: servono ad accompagnare un prodotto commerciabile o un
momento che rientra nella gestione dell' attività produttiva (la stessa
new age che sembra fatta apposta per liberi professionisti giovanili e
stressati). Affrontare la valutazione dei margini residui di creatività
artistica è un'altra questione, comunque credo che la colonna sonora
di
un film è tanto più evocativa quanto meno è vincolata alle
immagini,
agendo cioè parallelamente, in contrappunto rispetto ad esse. Il
riciclaggio, la frammentazione di questi suoni , dall'avvento del
campionatore e ancora prima delle tecniche di "taglia e cuci"con i
giradischi e i mixer, dà loro nuova vita:se accostati a rumori
ambientali e appoggiati sopra una scansione ritmica predominante nella
sua costanza,operano in maniera più sotterrana , creando effetti di
feedback emotivo spesso subliminale. Tutti i suoni sono utilizzabili.La
diffusione di tecnologia,anche quella più "bassa", costituisce
un'occasione di vendetta e di espressione per l'ascoltatore. Il rave
rappresenta a suo modo la realizzazione di ipotesi di ricerche da lungo
tempo sperimentate. Mentre i compositori del passato intendevano
comunicare un determinata impressione estetica, e per farlo miravano
alla chiarezza, subordinando il dettaglio alla melodia e al ritmo di
ampio movimento, con un apporto accuratamente sfumato tra certezze e
ambiguità, gli autori d'avanguardia preferiscono la saturazione e la
prolissità dei fenomeni musicali con la finalità di cancellare
le
proprie tracce e quindi di creare quello che può essere definito un
effetto magico. Questa musica va percepita istantaneamente in uno stato
di shock creato da alterazioni rapide o in stati quasi onirici creati
dall'estensione apparentemente senza fine di schemi pressochè identici
che si ripetono costantemente. La musica deve circondare costantemente
l'ascoltatore, eliminando così il divario convenzionale tra mittente
e
destinatario. Alcuni ritengono che il suo effetto sia migliore nella
musica registrata, con gli alti livelli sonori e gli altoparlanti di
alta qualità impiegati, che estendono (e talvolta trasformano) le
posizioni e la distribuzione dei suoni. L'ascoltatore è dunque
materialmente immerso nel suono. Non è neppure richiesta un'attenzione
esclusiva: il compositore spera di creare una nuova comunità, forse un
nuovo mondo, e non di trasmettere informazioni specifiche. Alexander
Goehr
compositore inglese, insegnante della facoltà di musica dell'Università
di Cambridge. In questo passo viene testimoniato uno spostamento di
interesse da parte del compositore: il suo sforzo non è più volto
ad
esprimere pienamente il proprio talento secondo codici consolidati,
piuttosto la ricerca è volta a creare i presupposti per coinvolgere
l'ascoltatore in un'esperienza fisica e quindi più immediatamente
emotiva. In senso più generale, l'attegiamento delle avanguardie
artistiche di questo secolo mostra la necessità di superare la
concezione aristotelica /occidentale dell'arte: l'opera d'arte intesa
come mimesi, imitazione - rispecchiamento di un riflesso - porzione di
realtà, rappresentazione compiuta nel suo sviluppo preordinato
dall'autore, di fronte alla quale il pubblico non può far altro che
porsi come spettatore.
Tale necessità testimonia la consapevolezza del fatto che tutta l'arte
è
diventata prodotto, un prodotto atto ad allietare, o a lenire il dolore,
della società dei consumi e dello spettacolo. In altri termini
l'esperienza estetica non è più grado di fornire un'esperienza
reale
anche per un problema, diciamo così, congenito: l'attenzione,
l'immedesimazione, lo stesso trasporto emotivo, poggiano sulla
consapevolezza che questa esperienza non può turbare più di tanto
il
nostro fragile equilibrio, soprattutto fisico. Siamo insomma al sicuro
da sorprese.Inoltre la fruizione dell'opera d'arte è individuale.
La minimal music, la generazione successiva a quella di John Cage, (P.
Glass, T. Riley, S. Reich, ed altri ) tenendo presente le ricerche sul
suono dalle sperimentazioni dei futuristi (l'intonarumori di Luigi
Russolo per esempio) in avanti, ridefiniva gli schemi musicali usando
la tecnologia elettronica privilegiando la ripetizione, la variazione
intesa come alternanza anche casuale di entrata e uscita delle singole
parti, senza interessarsi alla costruzione-progressione coerente di un
tema melodico. L'intento era quello di fornire un ambiente sonoro
all'interno del quale muoversi, spostarsi, esplorare, fare esperienza
immediata. Da un punto di vista strutturale sono innegabili le
influenze delle culture musicali tradizionali o extra-occidentali
legate alla danza, ai fenomeni della trance, dell'esperienza estatica,
del rituale. Le cerimonie di cui si interessava l'antropologia durante
gli anni '60 e '70, il fatto che mostrassero una coincidenza fra il
momento del rituale e quello dello spettacolo qualificandosi come
qualcosa di più profondo dell'intrattenimento, spinsero gruppi come il
Living Theatre, il Performance Group, sperimentatori come Allan Kaprow,
a creare eventi, happenings aperti, passibili di sviluppi diversi,
capaci di situarsi sulla soglia, sul limite fra il "per finta" e il
"per davvero" e di irrompere nella consuetudine quotidiana mettendola
beneficamente in crisi. La scommessa era coinvolgere lo spettatore in
una performance collettiva che gli permettesse di ritrovare e riprovare
la dimensione corporea e ludica, di sperimentare una trasformazione in
atto.------Il legame di queste ricerche con i rituali tradizionali non
è ovviamente un legame di continuità in quanto tali manifestazioni
culturali,come ho già detto, hanno il fine di (ri)stabilire la coesione
sociale di determinate comunità seguendo un preciso percorso simbolico.
L'evento performativo, oltre a svolgersi per lo più in contesti urbani
, ha un carattere sperimentale non prevedibile.--------
Il rave, rispetto a questa evoluzione dell'evento spettacolare come
momento di aggregazione partecipe, aggiunge un elemento più
dichiaratamente edonistico - la danza come ricerca del piacere
estatico,collettivo. La cultura techno si è abilmente inserita in un
settore ben collaudato dell'industria del divertimento: la scena
"dance".Gli operatori delle discoteche italiane hanno immediatamente
capito che dovevano appropriarsi di questa tendenza prima di altri per
poterla sfruttare al meglio. Così è stato : a parte la riviera
romagnola, quella veneta e quella toscana,ben fornite di strutture
adatte,c'era bisogno di spazi sempre più grandi, così hanno cominciato
ad affittare edifici industriali, tendoni, megabalere, decentrandosi
rispetto al contesto urbano. Nell' estate del '91 a Roma fu organizzato
un rave alla Città del Mobile di nonno Ugo Rossetti, lo stesso spassoso
personaggio che da un emittente privata proponeva graziose "cammerette"
per ragazzi ed eleggeva ogni anno "la donna più bella del mondo"(
fu
insignita del titolo anche Moana Pozzi, all'inizio della sua carriera).
Fascisti riciclati come Chicco Furlotti erano e sono tuttora i
promotori di rave legali: costoro pretendono di rassicurare le mamme
apprensive con l'affermazione della loro professionalità, parlano di
anti-proibizionismo in materia di orari di chiusura ma si guardano bene
dal farlo riguardo alle droghe. Tale perbenismo ipocrita fa sì che in
questi locali sia molto più complicato fumarsi una canna in santa pace
che consumare trip o ecstasy.Queste droghe sono relativamente nuove, ma
si differenziano per la loro praticità: non richiedono cioè alcun
rituale di preparazione,possono essere semplicemente ingerite come un
qualsiasi psicofarmaco risultando così meno visibili.Su questa
consapevolezza contano gli organizzatori per rivendicare una legalità
di facciata che garantisce loro lauti guadagni. Alcuni locali notturni
celebrano il rito della trasgressione riproponendo la gerarchia sociale
della quotidianeità: nei lussuosi priveè vengono ospitati gratuitamente
vip freschi e riposati che sorseggiano i loro drinks e magari consumano
droghe di ottima qualità, mentre nell' arena pischelli che hanno pagato
lire 50.000 di entrata spesso e volentieri si scannano fra loro. Se si
aggiunge un apparato repressivo di buttafuori culturisti pronti a
punire qualsiasi eccesso si capisce bene come questi luoghi siano pieni
di violenza e conflittualità a stento controllate.La vendita
indiscriminata di superalcolici (che malissimo si accoppiano con le
droghe sopra citate) testimonia il disinteresse totale per il benessere
dei partecipanti. L'atmosfera di sensualità liberatoria propagandata
consiste in una squallida esibizione (retribuita) di stereotipi erotici
degna delle veline di "Striscia la notizia", accentuando la
frustrazione.
Per contro la condivisione di responsabiltà dei partecipanti ad un rave
illegale crea un atmosfera che realmente si può dire empatica.
L'abolizione delle differenze riesce a concretizzarsi , sospesa ad un
filo ma tangibile.
Alle mie orecchie la stessa musica suona diversa, a seconda che io mi
ritrovi ad un illegale o ad un commerciale. É l'utilizzo che cambia le
cose.
Da un punto di vista musicale la techno fa esplodere il concetto stesso
di pop, tutto questo continuo rumore di sottofondo commerciale,
comunicativo, industriale, urbano, creando uno spazio sonoro che ci fa
compiere un accellerazione temporale portandoci in un futuro prossimo,
testando i nostri livelli di tolleranza in previsione di un' ulteriore
esasperazione dei ritmi di vita. Il piacere è determinato dal
propellente ritmico.
L' armonia, la melodia, il groove, che ancora rimanevano nell'house sono
quasi spariti. Il caos ricostruito tecnologicamente e ordinato
ritmicamente in modo da imparare a muoversi meglio all' interno di esso.
L'impulso ritmico incessante crea una tensione che non si risolve ed è
questo che ci
procura piacere, come in un interminabile preliminare amoroso .
Arthur Kessler, "The ghost in the machine", 1975?
"We are best at bashing each other's brains out. And since that's no
longer appropriate - if it ever was - we need a drug to make us able to
live in ways that we must live togheter if we're going to have cities
of 10 million people and a global civilization".
http://www.decoder.it/archivio/cybcult/psich/rave.htm
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From: "OMIKRON DESIGN" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: teknokarnivalmarseille
Date: Tue, 18 Feb 2003 11:09:30 +0100
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......non mi sono ancora ripreso........ma cominciamo a dire due ovvietà
Per capire il clima è il senso della manifestazione è necessario
fare
una piccola analisi sulla realtà che si respira attorno alla techno ed
ai free party in Francia
-la legge mariani è severissima, ed applicata puntualmente
- c'è evidentemente un accanimento una vera e propria persecuzione nei
confronti dei movimenti legati ai free party
in questo anno non ci sono stati party salvo alcune modiche eccezioni.
Ovvero, la legge permette dei party al di sotto delle 250 persone, e
questi sono gli unici eventi che hanno tenuto un po' viva la scena
-d'altra parte i dj più noti sono inscritti nel circuito dei locali
gli aneddoti sull'orribuile ultimo anno, si sprecano, gente bevuta e
condannata per aver diffuso informazioni, sound sequestrati, gente
denunciata( e pesantemente multata) perché vendeva birre, un vero
bollettino di guerra, etc etc
esiste la figura di un mediatore, che può assegnare spazi e tempi per
manifestazioni, ma il risultato sono stati eventi circondati da cani
antidroga e militari.
Le tribe, le organizzazioni sono evidentemente in fase di contrazione e
di mancanza di denaro In una parola, la scena è praticamente ferma, a
parte questi piccoli party di 200 persone abbastanza modesti
In questo contesto l'unico modo per rendersi evidenti, trovarsi,
rivedersi, sono le manifestazioni pubbliche in strada, ovvero, ogni
manifestazione è un pretesto per attrezzare alla meno peggio dei
furgoni , e fare musica pubblicamente senza troppe limitazioni,
per cui, in concomitanza con una manifestazione pacifista, è stata
organizzata una manifestazione parallela, free tekno, un secondo
evento che ha percorso un tracciato indipendente.
...alla manifestazione hanno aderito moltissime persone.i giornali
parlavano complessivamente di 30 000 persone alle due manifestazioni,
equamente ripartite.è questa è stata la portata dell'evento,un
party di
15 000 festaioli, .musica molto bella con carri modesti, nessuna
distribuzione di birre o bar , un po' di volantinaggio, ma senza dubbio
una bella manifestazione, trovarsi in così tanti e tutti molto motivati
è un 'emozione grandiosa..ovviamente i tazzer erano i gli osservatori
internazionali...tazzer come wally baby rent victim tkong pktunz ...
in una fase di contrazione di persecuzioni di arresti e sgombri un evento
come questo , anche se improvvisato, ha dato spazio al libero sfogo dei
francesi..karikissimi, festaioli, scimmiati...in una parola erano
bellissimi, come bellissimo e stato il rapporto con Marsiglia che
completamente bloccata ha fatto tra il porto e le montagne da
eccezionale contenitore..visto il clima politico i pochi eventi che i
cugini d'oltralpe riescono ad organizzare sono imperdibili
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From: "novi" <*****>
Newsgroups: taz.ordanomade
Subject: rientrando a casa...
Date: Fri, 12 Oct 2001 00:16:50 +0200
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raga'..sono appenna tornata a casa e mi' so trovata mia madre davanti
alla porta ansiosa di raccontarmi sta' barzelletta...
ve la riporto con le sue testuali parole..
"c'è 1 coniglietto bianco che corre nel bosco..
ad 1 certo punto in contra 1 cervo che si sta' fumando 1 canna
allora dice al cervo:"cervo ma che fai?come fai a fumarti 1 canna
in 1 giorno cosi' bello in un posto cosi' magico?vieni a correre con
me!" e il cervo risponde:"hai proprio ragione!"
e iniziano a correre insieme...
all'improvviso incontrano 1 volpe che sta "sniffando" cocaina e le
dicono: "come fai a sniffare cocaina in 1 giorno cosi' bello e 1 posto
cosi'magico? vieni a correre con noi!!"
e la volpe risponde..
avete ragione! e si unisce ai 2..
correndo incontrano 1 lupo pronto con la siringa in mano
che si sta' prendendo l'eroina e gli dicono:
"lupo..come fai a farti l'eroina in 1giorno cosi' bello e in 1 luogo
cosi' magico?
vieni a correre con noi!!!"
e il lupo risponde...
"ma andatevene a fanculo!!!a prima mattina!!
è possibile che ogni volta che il coniglio si fa' l'ecstasy avimm'
correr' pe' tutt' o' bosc???!!!!!!!
....sto' ancora a ridere...e mi chiedo..
ok x il coniglio,il cervo ,la volpee il lupo..
ma mia madre che si sara' presa????
nov